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le cose da non credere esistono, ed è stato un successo discuterne

Massimiliano Dona, segretario generale dell’unione nazionale consumatori

Un evento corale: è questa la definizione di «Cose da non credere» che riassume nel modo migliore la visione, gli obiettivi e l’anima dell’appuntamento che si è svolto nella Villa Miani, a Roma, lo scorso 28 maggio, promosso dalla nostra Unione Nazionale Consumatori. Abbiamo creato, infatti, una manifestazione aperta al contributo di tutti, nella quale, in un’atmosfera il più possibile informale (e in questo ci hanno aiutato la scelta dell’orario, nel tardo pomeriggio, e il suggestivo ambiente), potessero dialogare sugli inganni, gli equivoci, i luoghi comuni, le asimmetrie informative che ogni giorno affliggono il mercato dei consumatori, le quasi 150 persone intervenute, precisamente rappresentanti delle istituzioni, manager del web, capitani dell’industria alimentare, autorevoli esponenti delle aziende dell’energia e, novità di questa edizione, gli attori della filiera produttiva della salute e del benessere. Nel sito www.cosedanoncredere.it è possibile consultare la lista dei partecipanti, i documenti di lavoro che hanno costituito la bussola per gli interventi, i rapporti dei tavoli, ma anche una ricca fotogalleria e i video che spiegano, meglio di tante parole, il mondo dell’evento.
Vorrei aggiungere che «Cose da non credere» non avrebbe funzionato senza il contributo di tutti gli ospiti, non solo per il pomeriggio di lavoro che ci hanno dedicato, ma per la continuità di un progetto di alcuni mesi (e che ci auguriamo proseguirà in futuro nel sito e in Twitter attraverso l’hashtag #cosedanoncredere), durante i quali abbiamo costruito insieme le agende dei vari tavoli di lavoro.
Questa, d’altronde, è la logica costruttiva e dialettica che contraddistingue la nostra visione di tutela dei consumatori; lo scriveva, già nel 1976, il fondatore Vincenzo Dona: «Ci sono due modi di dialogare con il consumatore. O sfruttare la sua giusta indignazione, eccitare la sua carica emotiva, offrire soluzioni rivoluzionarie; oppure analizzare le cause e cercare le soluzioni possibili, né avventurose né miracolistiche, usare un linguaggio semplice ed accessibile a tutti. Noi dell’Unione optiamo per la seconda»; ed oggi, ancor di più, abbiamo il dovere di seguire questa strada, offrendo un contributo positivo al progresso del Paese, al fianco dei consumatori e non necessariamente «contro» qualcosa o qualcuno.
Nel far ciò è fondamentale mantenersi al passo con i tempi, rivolgendo una particolare attenzione ai nuovi trend: per questo motivo, nel corso di quel nostro pomeriggio, una delle parole che più spesso si sentiva riecheggiare tra i tavoli di lavoro è stata «innovazione», nella convinzione che questa costituisca uno degli strumenti fondamentali per accrescere in qualche modo la consapevolezza dei consumatori.
Questo binomio «innovazione e consapevolezza» è stato il punto focale della sessione plenaria, iniziatasi alle 19 con i rapporti dei moderatori dei quattro tavoli di lavoro: il giornalista Ivo Ferrario per il food, il direttore di Key4biz Raffaele Barberio per il web, il pass president dell’Autorità per l’Energia Alessandro Ortis e il presidente in carica da quest’anno Guido Bortoni, il giornalista Federico Mereta per il periodico «Salute e Benessere». Sessione proseguita con alcuni vivaci momenti di confronto con ospiti di altissimo profilo: l’attuale presidente dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico; i direttori Andrea Vianello di Raitre, Sarah Varetto di Skytg24, Luigi Contu dell’Ansa; le Forze di polizia deputate ai controlli, Cosimo Piccinno dei Nas e Antonio Apruzzese della Polizia Postale, fino all’ospite d’onore della serata, che mi sono permesso di definire «il signor Cose da non credere», e cioè Antonio Ricci, il patron di «Striscia la notizia».
Anche i protagonisti di questa seconda parte hanno accettato di mettersi in gioco, confrontandosi sulle «cose da non credere» della loro stessa vita quotidiana di consumatori, raccontando i loro piccoli vizi nel fare la spesa o davanti ad un personal computer, ma non hanno esitato a soffermarsi sul nuovo ruolo al quale ciascuno di loro, nei rispettivi settori di attività, è chiamato, e questo proprio a causa di un consumatore che è sempre più «pro-sumer», termine che costituisce un’efficace sintesi tra gli altri due «producer» e «consumer».
Non so se siamo effettivamente riusciti a sgombrare il campo dalle «cose da non credere»; sono certo, però, che non si può credere né avere fiducia senza osservare, conoscere, discutere, confrontarsi. Questa è la vera coralità di «Cose da non credere».    

Tags: Luglio Agosto 2014 consumatori Massimiliano Dona UNC Unione nazionale consumatori

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