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andrea carluccio: fotovoltaico, monitoraggio e tracciabilita' fiori all’occhiello del cobat

Andrea Carluccio, responsabile dell’Area Raccolta e Riciclo del Consorzio

Andrea Carluccio, responsabile dell'Area Raccolta e Riciclo del Consorzio, spiega le novità: «Il decreto legislativo n. 49 del 2014 recepisce in Italia, primo Paese europeo ad attuare la direttiva 19 del 2012, importantissime novità riguardanti la gestione dei rifiuti derivati da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Queste novità riguardano l’introduzione di nuove tipologie di prodotti che differentemente da prima, se immessi al consumo, debbono essere inclusi nella dichiarazione ambientale verso i Sistemi Collettivi perché possano fornirsi e assicurarsi all’utilizzatore finale garanzie di gestione gratuita del fine vita.
Domanda. Quali sono le apparecchiature inserite?
Risposta. Moduli fotovoltaici, inverter, alcuni motori ad olio e un intero comparto di dispositivi professionali che finora erano considerati come marginali anche ai fini del calcolo dei tassi di raccolta RAEE. Inoltre vengono fissati obiettivi di raccolta estremamente significativi che non possono prescindere dall’applicazione di modelli di raccolta capillari, efficaci ed efficienti per i Sistemi Individuali e Collettivi autorizzati che operano in questo settore e verso i quali si impone, di ri-organizzare il proprio assetto al principio di Consorzio senza scopo di lucro rispondente all’articolo 2602 del Codice civile e certificato (Emas, Iso).
D. A che punto è il processo di aggiornamento statutario e consortile divenuto indispensabile con il recepimento del Decreto legislativo n. 49 del 2014?
R. Il nostro oggi è l’unico Sistema Collettivo multifiliera certificato Emas, coerente con quanto previsto all’art. 2602 del Codice civile e senza scopo di lucro in grado di garantire i produttori e gli importatori e di manlevarli da responsabilità civili anche da risarcimento danni per quanto immesso al consumo nel mercato italiano e dichiarato al Consorzio stesso. Inoltre il Cobat, attraverso un network di impianti di trattamento autorizzati e una rete logistica capillare, è in grado di coprire tutto il territorio nazionale per la gestione (raccolta, trattamento e recupero) dei rifiuti di pile e accumulatori, apparecchiature elettriche ed elettroniche (compresi i moduli fotovoltaici) e gli pneumatici. In particolare per i moduli fotovoltaici, Cobat può considerarsi tra i più rilevanti operatori di mercato, dotato dei più avanzati sistemi di monitoraggio e tracciabilità dei rifiuti che consentono di conoscere l’esatta ubicazione dei moduli nel Paese e di intervenire, in caso di necessità, presso impianti sia domestici che professionali. Gli impianti di trattamento utilizzati dal Cobat sono gli unici in grado di trattare i moduli fotovoltaici con sistemi d’avanguardia capaci di ricavare silicio, vetro, metalli e plastiche praticamente in purezza.
D. Quali sono i plus del sistema Cobat? Perché un produttore/importatore dovrebbe scegliervi?
R. Innumerevoli sono i caratteri distintivi del Cobat rispetto ai suoi competitori. Innanzitutto la rappresentatività, l’esperienza, il servizio e l’autorevolezza che è in grado di offrire agli Associati; caratteristiche che in Italia sono senza uguali. Secondariamente, ma non meno importanti, l’economicità, la capacità di valorizzare al meglio i rifiuti, l’efficienza della struttura interna e dei partner selezionati e l’efficacia dei processi e degli strumenti utilizzati per ogni operazione di raccolta e trattamento. Il Cobat, oltre a fungere da sponda per rispondere a un obbligo di Legge per conto dei produttori e importatori, riesce a rappresentare un trampolino di lancio, un acceleratore per il business e le attività commerciali degli associati. Comunicazione, consulenza, tempestività nel fornire risposte e servizi, flessibilità della struttura hardware e software consentono la massima adattabilità e personalizzazione possibile per qualsiasi profilo aziendale. Tutte caratteristiche che consentono agli associati del Cobat di avere un partner polivalente, economico e autorevole.
D. Come si sviluppa il mercato del riciclo? Quali i trattamenti, quali gli impianti e le percentuali di recupero?
R. Ancora, in Italia come nel resto d’Europa, non si può parlare di «mercato» in riferimento alla gestione dei rifiuti di moduli fotovoltaici. I quantitativi di rifiuti generati annualmente sono ancora dell’ordine di poche centinaia di tonnellate, pertanto gli Impianti che esercitano un’attività di carattere industriale non esistono ancora. Esistono purtuttavia delle eccellenze (pochissime in Europa), una in Italia cui Cobat fa già riferimento arrivando a finalizzare un trattamento ben oltre le soglie di recupero fissate dalla normativa (nuovo decreto legislativo n. 49 del 2014). Attraverso il processo di lavorazione proposto dall’impianto S.E.A. di Malo, a Vicenza, infatti, il Cobat riesce ad ottenere materie prime seconde quasi in purezza (alluminio, silicio, vetro, rame e plastiche) che lasciano prevedere che gli attuali costi di riciclo possano abbattersi ancora fino allo zero entro la fine del 2015.
D. Per i moduli fotovoltaici storici come è disciplinata la normativa e quali sono i passi che Cobat sta intraprendendo?
R. Occorre prima precisare cosa si intende per «moduli storici», ossia dispositivi precedenti alle regole applicative del IV Conto Energia (30 giugno 2012) e tutti i moduli immessi al consumo prima di questa data spartiacque che, per tale motivo, non hanno subito una dichiarazione dei seriali nelle banche dati dei Sistemi collettivi e consorzi accreditati al Gse o al Centro di Coordinamento Raee. Per questi moduli la responsabilità, che non era ancora in capo ai produttori e importatori, deve imputarsi ai proprietari e gestori degli impianti, che potranno provvedere autonomamente a sostenere i costi della raccolta a fine vita dei pannelli fotovoltaici attraverso un taglio del contributo incentivante operato da parte del Gse. Per ovviare a questo prelevo forzoso stiamo lavorando insieme al Gestore dei servizi energetici, affinché la garanzia dei moduli possa essere gestita direttamente dai consorzi accreditati, come il Cobat. Il Consorzio svolge un’attività di sensibilizzazione delle imprese e dei proprietari degli Impianti al fine di poter garantire un supporto operativo coerente alla normativa.
D. Progetti e sviluppi per il futuro?
R. Il Cobat, con il recepimento in Italia della direttiva 19/2012, ha già compiutamente realizzato il progetto più importante: mettere a disposizione delle aziende strumenti, capacità e professionalità in grado di dare risposte immediate, senza periodi di transizione o discontinuità. In qualità di Sistema collettivo dispone integralmente delle caratteristiche e dei requisiti richiesti dalla legge e può assistere ogni associato dalle fasi di immissione sul mercato a quelle di gestione del rifiuto. Attraverso gli strumenti di monitoraggio e tracciabilità consente di attivare forme di garanzia tangibile a tutti gli attori della filiera (dai produttori-importatori agli installatori-proprietari degli Impianti) assicurando un recupero a fine vita gratuito sia per i rifiuti considerati domestici che professionali. Il rischio zero nasce dalla «manleva da responsabilità» che il Cobat offre nel contratto associativo per la gestione dei rifiuti derivati dall’immesso al consumo, garanzia prestata per rispondere fattivamente al principio della responsabilità estesa del produttore/importatore ratificata da tutte le norme comunitarie e nazionali. Le opportunità, invece, derivano dalla possibilità di fornire assistenza e ritiro dei rifiuti, dichiarati come prodotti, ovunque e in qualunque momento, sul territorio nazionale, dalla capacità di proporre e sostenere campagne di «re-powering» attraverso la garanzia dell’uno contro uno, dalla capacità che Cobat ha di valorizzare al meglio qualsiasi rifiuto, dalla forza del marchio per l’esperienza venticinquennale e l’affidabilità nel settore rifiuti e ambiente, dalla comunicazione istituzionale e commerciale che non ha uguali. Chiaramente, nell’ottica del miglioramento continuo, i nostri Associati potranno continuare a consigliarci ulteriori aggiornamenti e sviluppi propedeutici alle loro attività consentendoci di dare seguito alla nostra prima mission: salvaguardare i nostri Associati e rispondere ai loro bisogni e necessità.   

Tags: Giugno 2014 Cobat

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