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fondazione roma-mediterraneo: una fondazione che anticipa gli avvenimenti

Emmanuele Emanuele, presidente  della Fondazione  Roma-mediterraneo

La Fondazione Roma ha realizzato una significativa attività che da anni si pone l’obiettivo di anticipare gli avvenimenti economici e sociali che il nostro Paese evidenzia successivamente.
Abbiamo dibattuto su soluzioni ai problemi sociali attraverso la spinta e la partecipazione della società civile, che storicamente noi abbiamo motivo di ritenere preminentemente nazionali, poiché il concetto di filantropia e solidarietà è insito nella nostra storia cristiana, liberale e sociale da moltissimi secoli, che vediamo realizzati con la Big Society in Paesi che questa tradizione non hanno, come l’Inghilterra.
Abbiamo parlato della corruzione come elemento frenante dello sviluppo economico, abbiamo dedicato un’attenzione particolare alla burocrazia, elemento che rallenta decisamente lo sviluppo economico e civile del nostro Paese.
Abbiamo parlato dell’Europa e della crisi dell’euro. Ne abbiamo parlato cinque anni fa quando tutti applaudivano l’euro in maniera indiscriminata e nessuno si era posto il problema di quali conseguenze, nel nostro Paese, avrebbe comportato e suscitato, e che sono quelle che si stanno verificando oggi. Adesso, infatti, assistiamo a un’Europa a due velocità.
Non dimentichiamo che il Paese che più contribuisce all’economia europea, in termini di prodotto interno lordo è l’Italia, con la contribuzione dell’1,06 per cento, mentre essa è tra i Paesi che ricevono meno risorse dall’Europa e che, peraltro, riesce a spendere solo in parte avendo una capacità di spesa di solo il 53 per cento. 
Siamo il primo Paese in Europa per consistenza del patrimonio artistico e culturale, lo siamo nella produzione di energia eolica, lo saremmo anche nell’agriturismo se la Spagna non ci avesse intelligentemente superato.
Oggi riteniamo necessario esaminare la politica del Mediterraneo, perché da vent’anni di questo argomento non si parla più. Ne abbiamo visto l’epilogo durante la stagione craxiana, durante la quale l’argomento veniva reiteratamente riproposto. Di ciò si è data carico la Fondazione Roma-Mediterraneo, che è una costola della Fondazione Roma.
Pensiamo a un’Europa nella quale la Grecia, la Spagna, l’Italia e il Portogallo si muoveranno verso il Sud, interagendo con i Paesi del Nord Africa e non solo, e a un’Europa nord-centrica che, guidata dalla Germania, dovrebbe invece mantenere quella caratteristica di efficientismo che, non so a quale titolo, ritiene di simbolizzare.
Per fare questo, per dettare le linee programmatiche e politiche di questo progetto, abbiamo coinvolto due grandi istituti: l’ISIAO e la Fondazione Luigi Einaudi.
Mi farebbe piacere che l’Italia riprendesse una collaborazione sistematica con quel Nord Africa così fecondo nel quale per secoli abbiamo lasciato tracce come messaggeri di pace o con missioni esplorative, culturali e religiose, e ove siamo sempre stati considerati e visti in maniera diversa rispetto ad altre grandi nazioni. E lo siamo ancora.
Io mi sento cittadino di quei mondi, dove sono sempre accolto con un affetto e un’amicizia che connotano le nostre identiche radici: il Mediterraneo da cui proviene la cultura, la bellezza e la concezione di civiltà da millenni. Ho un sogno: che la politica italiana tenga conto del ruolo importante dei Paesi del Mediterraneo e avvii con essi un costante rapporto di collaborazione, una politica che non sia basata solo su considerazioni economiche ma che abbia anche un respiro di apertura alle diverse culture.
Noi stiamo facendo la nostra parte: a Tunisi partecipiamo a un Festival di musica sinfonica, ad Algeri abbiamo contribuito a ricostruire la cattedrale di Sant’Agostino d’Ippona, amata dagli Arabi così come dai Cattolici, ma il mio progetto è stabilire rapporti con tutti i Paesi del Nord Africa e oltre.
Vorrei fondare a Malta una piccola banca di microcredito che raccolga flussi finanziari europei da destinare alle cooperative sociali del Nord Africa, per consentirne lo sviluppo.
In questo grande progetto se la «memoria» di quella nostra avventura coloniale, l’ISIAO, che è in fase liquidatoria, potesse risorgere e tornare ad essere quell’Istituto che ha testimoniato ovunque per cinquanta anni l’importanza della nostra volontà di apertura verso gli altri mondi, la Fondazione Roma-Mediterraneo è pronta a diventare protagonista attiva, economicamente e culturalmente, di questa ipotesi di rilancio.   

Tags: Maggio 2014

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