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Ansaldo Energia, due centrali elettriche in sudafrica

Il progetto della centrale elettrica di Dedisa a Port Elizabeth in Sudafrica

Un consorzio guidato da GDF Suez ha assegnato ad Ansaldo Energia e a FATA un contratto per la realizzazione chiavi in mano di due centrali a ciclo aperto per la produzione di energia elettrica in Sudafrica per un valore complessivo di circa 440 milioni di euro. Il progetto, noto come Peakers Project, nasce alcuni anni fa su iniziativa del Dipartimento dell’Energia del Governo sudafricano per potenziare le capacità di risposta della rete elettrica sudafricana ai picchi di carico, un’esigenza sempre più sentita anche a causa dei frequenti black-out degli ultimi anni nella fornitura di energia elettrica sia al pubblico che all’industria locale, e che vengono visti come un ostacolo allo sviluppo economico del Paese.
Il progetto rappresenta per il mercato sudafricano il primo schema di tipo IPP (Independent Power Producer). Oltre alla complessità intrinseca di tale schema, si è reso necessario il supporto per l’adeguamento del corpo normativo e legislativo locale alle mutate condizioni del mercato elettrico.
La «luce verde» al progetto è arrivata nel giugno del 2013 con le ultime approvazioni governative e la conseguente firma degli accordi di vendita dell’energia (Power Purchase Agreements) tra Eskom, l’ente elettrico sudafricano che fino ad oggi fungeva da monopolista della produzione e trasmissione di energia elettrica, e le due società progetto create da GDF Suez, partecipate anche dalla giapponese Mitsui e da partner locali. Questi passi hanno consentito di concludere il finanziamento con le banche sudafricane e far partire la realizzazione dei due impianti. La particolarità tecnica delle due centrali, costituite da cicli aperti con turbine a gas e generatori di fabbricazione Ansaldo Energia, è l’impiego di solo combustibile liquido per l’esercizio di picco, con iniezione di acqua demineralizzata per limitare le emissioni in atmosfera.
L’eventuale disponibilità di gas porterebbe nel Paese un ulteriore potenziale di business per Ansaldo Energia e FATA sia per la conversione dei due impianti oggetto della commessa dalla tecnologia a ciclo aperto a quella a ciclo combinato, tecnicamente già prevista, sia per nuove opportunità. Entro due anni è previsto l’inizio della marcia commerciale della centrale di Dedisa, nell’area di Port Elizabeth, con una potenza elettrica pari a 335 MW, mentre quella della centrale di Avon, nell’area di Durban, è prevista sei mesi dopo il primo impianto, per una potenza elettrica pari a 670 MW.
L’Ansaldo Energia, leader del consorzio con FATA, fornirà in opera sei turbine a gas modello AE94.2 con relativi generatori e sistemi ausiliari. Eseguirà, inoltre, le opere civili e il commissioning degli impianti, per un valore totale di circa 280 milioni di euro. FATA fornirà gli impianti meccanici ed elettrici per un valore totale di 160 milioni di euro nell’ambito dell’intera commessa. Il contratto prevede inoltre la realizzazione delle sottostazioni e dell’interfaccia con la rete elettrica, lo stoccaggio e la distribuzione del combustibile e il trattamento acqua. Particolare attenzione è stata posta al rispetto dell’ambiente e alla sostenibilità, oltre che alle ricadute per l’occupazione locale durante la costruzione, tematiche molto sentite in Sudafrica.
L’occupazione locale, in particolare, è un tema molto sentito che prevede anche la crescita culturale e professionale della popolazione impiegata. Per gestire i rapporti con il cliente GDF Suez, con le autorità sudafricane preposte e con i subcontractors e i subsuppliers locali, sia Ansaldo Energia che FATA hanno costituito delle branch locali. Le branch costituiranno anche un utile strumento per perseguire ulteriori opportunità commerciali nell’area sub-sahariana, di cui la Repubblica Sudafricana costituisce il polo trainante principale.
È ritenuto strategico, a questo fine, il rafforzamento dei rapporti con la comunità industriale sudafricana, propedeutico ad un interessante ampliamento delle opportunità commerciali anche nel settore privato e in settori aggiuntivi alla generazione di energia elettrica con turbogas. 


La golden age del gas passa dall’africa australe

 

Si è tornati a parlare prepotentemente di età dell’oro del gas. Proprio quest’area geografica si candida a essere uno dei principali protagonisti di questa nuova era. Le opportunità di business nel settore della Power Generation potrebbero infatti ampliarsi nel giro di pochi anni con le recenti scoperte di enormi giacimenti offshore di gas naturale.
L’attività di perforazione del gas è stata storicamente dominata dal Nord Africa, soprattutto dall’Egitto e dall’Algeria, ma recentemente sono stati individuati nuovi e rilevanti giacimenti di gas naturale nell’offshore della Tanzania, della Namibia e, soprattutto, del Mozambico. Stime preliminari solo dell’ultima recente scoperta di ENI indicano, ad esempio, che il prospetto esplorativo Agulha, situato nell’offshore del Mozambico, possa contenere oltre 200 miliardi di metri cubi di gas.
Anche la Namibia non è da meno. In questo Paese infatti è in corso una gara internazionale per l’ampliamento del bacino offshore per l’estrazione di gas nella zona di Oranjemund e ulteriori interessanti opportunità per nuovi impianti a ciclo combinato. Ad ulteriore dimostrazione della dinamicità del settore in quest’area vale la pena di ricordare che le principali aziende elettriche di questi Paesi stanno proseguendo il cosiddetto SAPP (Southern African Power Pool), una rete elettrica comune, sempre più interconnessa, per lo sviluppo dell’Africa australe.   

Tags: Dicembre 2013 Ansaldo Energia

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