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Fondazione Lungarotti, quando l’arte classica si sposa con il vino

Baccanale di terracotta bianca  smaltata del XVIII secolo

La Fondazione Lungarotti ha stipulato un accordo con  Veronafiere per portare all’Esposizione Universale di Milano 27 delle tremila opere del Muvit, il museo del vino di Torgiano, in provincia di Perugia, con la formula del contratto di prestito. «Non poteva mancare ad Expo uno spazio dedicato alla storia del vino italiano, le cui radici si fondano con lo sviluppo culturale dell’Italia. Il patrimonio del Muvit dimostra la straordinaria complessità e ricchezza di tecniche che hanno segnato la millenaria passione degli italiani per il vino: prestare i nostri pezzi più pregiati all’Esposizione Universale è un privilegio e un dovere», ha dichiarato Chiara Lungarotti, amministratore unico della Fondazione. L’iter espositivo sarà articolato in sei filoni tematici, a partire da un excursus storico sull’antichità romana e greca, per poi esplorare la relazione tra vino e mito, l’impiego del vino come medicamento, la relazione tra l’amore e il nettare degli dei e, infine, il rapporto tra vino e alimentazione e vino e convivialità. Tra le opere più suggestive che saranno esposte una Kylix in ceramica a figure nere della fine del VI secolo a.C., un busto di Bacco di Girolamo Della Robbia, un ferro da cialda inciso e cesellato del XVI secolo e la coppa «Bevi se puoi» di Flaminio Fontana. Il Muvit è stato fondato nel 1974 da Maria Grazia Marchetti Lungarotti insieme al marito Giorgio Lungarotti. Con oltre 3 mila reperti, le sue collezioni raccontano 5 mila anni di storia della viticoltura del Mediterraneo attraverso materiali archeologici, raccolte di ceramica, arte grafica e editoria antiquaria.



Tags: Aprile 2015

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