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FRANCO COPPO: un gruppo sempre PronTo A COGLIERE ogni OPPORTUNITA'

L’ing. Franco Coppo, amministratore unico del Gruppo Sambonet Paderno Industrie

Insieme al fratello Pierluigi, l’ing. Franco Coppo, amministratore unico del Gruppo Sambonet Paderno Industrie, è colui che ha creato un’esemplare storia imprenditoriale: ha acquistato aziende in difficoltà, le ha ristrutturate con grande competenza e passione, le ha rimesse sul mercato e, soprattutto, le ha poste in grado di raggiungere un successo prima veramente insperato. I due fratelli hanno iniziato rilevando Paderno e trasformando l’azienda in leader nella produzione di pentolame professionale; successivamente è stata la volta di Sambonet, anch’essa in difficoltà, che in breve è ritornata un’azienda protagonista nel design in tavola. Tappa successiva, nel 2009, la rinomatissima e pregiatissima Rosenthal e, a coronamento finale, il 2 settembre scorso la tedesca Arzberg. Il tutto in un periodo così difficile nel quale anche aziende solide bloccano o comunque rinviano gli investimenti. È una storia anche di «risanatori», lontani dalle logiche della finanza, molto pragmatici e molto industriali.
Domanda. Soprattutto a proposito dell’ultimo investimento avete mostrato coraggio in questo momento di crisi economica. Oggi è difficile trovare imprenditori che pensino ad investire, eppure si possono fare anche degli affari, ma le imprese e le famiglie sono prudenti e se hanno mezzi finanziari preferiscono tenerli fermi. Non è così?
Risposta. Il mercato non è certamente effervescente, ma Arzberg ha una grande tradizione in Germania, possiede un marchio riconosciuto, registra un fatturato non trascurabile e, nel recente passato, ha avuto un notevole successo in Italia. In Germania disponiamo di uno stabilimento Rosenthal modernissimo che possiede una capacità produttiva non completamente utilizzata; è una struttura altamente automatizzata, in grado di produrre ogni tipo di articolo in porcellana. In questo quadro l’acquisizione di Arzberg, oltre al marchio di valore e alle linee di prodotti molto valide, costituisce una positiva opportunità produttiva. Per questo non ci siamo tirati indietro.
D. I politici parlano già di ripresa, ma le leggi dell’economia indicano che questa è determinata dalla stessa crisi, che offre condizioni di vantaggio a chi ha coraggio e intende proseguire il lavoro. In quanto tempo Arzberg potrà integrarsi nel vostro Gruppo e diventare effettivamente operativa?
R. Secondo il nostro piano industriale sarà pienamente operativa entro qualche mese. L’azienda non avrà interruzioni di funzionamento e sarà in grado di affrontare il mercato già dalle prime fiere del 2014. Siamo molto rapidi nel compiere questo tipo di operazioni.
D. Voi siete già preparati e avete gli stabilimenti funzionanti, ma ai fini della ripresa generale dell’economia quanto tempo ritenete che occorra?
R. Se otterremo i suddetti risultati è perché il nostro Gruppo è ampiamente strutturato in tutti i settori, perché non ha mai smesso di investire, perché i nostri macchinari, i nostri stabilimenti e tutta la struttura sono modernissimi, pronti a cogliere le occasioni che si presentano. Vantiamo una grande capacità produttiva. per essere sempre pronti a reagire al mercato e disponiamo di un personale molto giovane, con un’età media al di sotto dei 40 anni. Siamo un’azienda dinamica a 360 gradi. Per quanto riguarda la ripresa dell’economia in generale, il discorso sarebbe molto lungo.
D. L’acquisizione di quest’ultima azienda vi consente di ampliare il mercato; puntate quindi ad estendere anche la diffusione degli altri marchi del Gruppo, in sostanza a diffondere anche gli altri prodotti? Di conseguenza dovrete fare ulteriori investimenti?
R. Certamente per l’Arzberg il principale mercato è quello tedesco, nel quale questo marchio è molto presente; è logico che al suo traino potremo sviluppare ulteriormente anche gli altri marchi, quali Sambonet e Paderno. Nel 2013 abbiamo lanciato, con ottimo successo, una collezione dedicata alla cucina, «From Sambonet to Kitchen». Il nuovo brand è caratterizzato da oggetti di uso quotidiano ma con un design distintivo, fresco e caratterizzante. Questo progetto è nato ed è stato sviluppato attingendo anche dall’esperienza Paderno, leader mondiale nelle forniture di cucina professionali. Questa serie di oggetti e utensili per la cucina potrà affrontare il mercato anche attraverso la rete di vendita dell’Arzberg, ma quelle che saranno le strategie adeguate, Paese per Paese, per la diffusione di questo marchio sono ancora da definire. Ovviamente ripartiamo dalla situazione attuale del brand, e su questa base compiremo tutte le integrazioni necessarie. Abbiamo già una certa esperienza in questo ambito, maturata nell’integrazione merceologica prima tra Paderno e Sambonet, poi con Rosenthal. In questo momento la distribuzione internazionale del mercato al dettaglio è basata sulla struttura organizzativa della Rosenthal, mentre quella dedicata al canale Ho.Re.Ca., cioè alberghi, ristoranti e catering, è affidata a Sambonet Paderno.
D. Queste operazioni si basano su un’economia di scala, sia per gli investimenti sia per i ricavi. Ma, in considerazione del tipo dei vostri prodotti, dovrete sviluppare ulteriormente la creatività, le linee, il design, anche in relazione al vostro mercato che in futuro sarà più esteso ?
R. Certo. Quando prossimamente dovremo creare nuovi prodotti cercheremo di trarre spunti dall’esperienza dell’intero Gruppo. Ad esempio tra Rosenthal e Sambonet è nato «Skin»: un progetto congiunto per la tavola di altissima qualità che ha riscontrato un ottimo successo. Il design dei piatti TAC, sviluppati dal progetto di Walter Gropius del 1969, è stato integrato da un decoro di una collezione di posate firmata dal Centro Stile Sambonet. Una mise en place completa e coordinata, firmata dai due differenti brand.
D. I procedimenti produttivi e amministrativi interni sono destinati ad uniformarsi?
R. Per quanto riguarda l’Arzberg tutta la parte amministrativa sarà curata dalla Rosenthal, mentre l’attività di marketing sarà affidata alla Sambonet e quella commerciale resterà indipendente. Abbiamo in mente di integrarci utilizzando le risorse disponibili non solo nella produzione, ma anche nell’organizzazione e nel servizio.
D. Qual è il vostro target? Quale genere di mercato vi interessa di più, e su quale siete più orientati, in particolare famiglie, alberghi, ristoranti, comunità?
R. Come Gruppo ci poniamo innanzitutto per metà nel mercato alberghiero e per metà in quello al dettaglio. Ovviamente all’interno di questa media alcuni marchi sono più orientati al primo, altri al secondo. Per esempio Paderno opera prevalentemente nel settore alberghiero, Sambonet a metà e metà, Rosenthal è concentrata prevalentemente al dettaglio. All’interno dei singoli mercati abbiamo varie linee di prodotti che sono rivolti alla fascia alta e a quella medio-alta. Offriamo prodotti di lusso in alcune linee argentate di Sambonet e nella gamma «Rosenthal meets Versace» e «Studio-Line» in finissima porcellana. In ultimo, in coincidenza con l’attuale crisi economica, per cercare di mantenere una stabile presenza sul mercato abbiamo sviluppato anche prodotti di fascia leggermente inferiore.
D. La crisi ha comportato comunque, non soltanto per voi ma in linea generale, una riduzione non soltanto delle quantità vendute, ma anche del livello della qualità prodotta?
R. Diciamo che la scarsità di reddito determinatasi in questo momento in Italia, ma che si verifica un po’ in tutte le aree del mondo, ha causato anche un’altra crisi, consistente in un cambiamento di costume e di abitudini. Per esempio si assiste ad un consistente calo delle liste di nozze perché oggi i giovani, invece di orientarsi verso la mise en place, indirizzano gli amici in qualche agenzia di viaggi ove possano regalargli un viaggio per la destinazione preferita. Si assiste quindi proprio ad un cambio di tendenza, per cui riteniamo che sia più indispensabile soddisfare le esigenze quotidiane.
D. Se la conseguenza della crisi non è limitata all’aspetto finanziario e occupazionale, ma consiste anche in un cambiamento dei gusti, ritiene che con la ripresa si possa tornare indietro?
R. Riguardo alla ripresa, al momento se ne parla e basta. Comunque, quando ci sarà, il mercato non sarà più come prima, abbiamo perduto tante aziende. Ad esempio a Milano, la città più ricca d’Italia, rispetto al passato le imprese commerciali di alta qualità sono pochissime. Forse tra qualche anno ci troveremo di fronte a un ritorno di tendenze, ad un ritorno di attenzione per la tavola, di educazione, di buone maniere, cose che abbiamo un po’ perduto.
D. La crisi potrà produrre un effetto benefico dal momento che si era giunti ad un punto in cui si sentiva il bisogno di una svolta? E per quello che riguarda la ricerca scientifica sui prodotti, la porcellana per esempio, sarà sempre la stessa o si potrà puntare su qualche nuovo prodotto?
R. I materiali che usiamo sono i migliori in termini di valore, e i nostri prodotti sono costituiti da acciaio inox o da porcellana delle migliori qualità. La ricerca che viene effettuata sui nostri articoli è soprattutto volta ad assicurare l’assoluta igienicità e sicurezza alimentare dei prodotti stessi. Disponiamo di specifici laboratori certificati sia in Germania che in Italia.
D. In relazione ai vostri vari prodotti, quali sono i mercati nei quali siete presenti e quali quelli che vi interessano di più in futuro, e sono più suscettibili di sviluppo?
R. Sicuramente il mercato americano è enorme e quindi è in grado di accogliere bene i nostri prodotti. Ed è anche un Paese giovane e in forte crescita, nel quale certi oggetti non vengono tramandati, com’è nella nostra tradizione, di generazione in generazione. Negli Stati Uniti disponiamo anche un’efficiente filiale e quindi è un mercato notevole per noi. Poi vi sono i Paesi emergenti e in questo periodo ci riferiamo soprattutto all’Est europeo, al Medio Oriente e all’Asia, dove le nostre vendite sono ben consolidate.
D. Siete tra le prime aziende che reagiscono concretamente alla crisi con investimenti, anche perché il mercato finanziario ha perduto la sua vivacità di un tempo? Qualcuno sostiene che la ripresa per le imprese italiane deriverà dall’esportazione del «made in Italy» nel mondo, ossia moda, scarpe, arredamento, poltrone, cucine. In questo settore merceologico potrebbero rientrare anche parte dei vostri prodotti, forse anche tutti. Ma basta questo? Secondo lei, l’industria pesante non è più necessaria?
 R. Sono momenti delicati, ma noi cerchiamo di rimanere attivi. L’Italia non può fare a meno di nulla e pensare di poter risollevare le sorti del Paese con il «made in Italy» non è sufficiente. È necessario cambiare, bisogna darsi da fare, ripartire.
D. È possibile ricreare le condizioni per fare industria e impresa?
R. Il nostro Paese ha sicuramente competenza e capacità per ritornare ad essere uno tra i protagonisti industriali del mondo. C’è però bisogno di un’epocale riforma della pubblica amministrazione che, a mio parere, rappresenta il maggior ostacolo.   

Tags: Ottobre 2013

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