MICHELE DONVITO: COSÌ CURIAMO LA SALUTE DEI MILITARI
I nostri militari impegnati in campo sanitario sono tra i migliori in assoluto del mondo: e a dirlo non siamo noi, ma le popolazioni presso le quali sono chiamati a prestare soccorso. La migliore e più attendibile gratificazione della professionalità e dell’umanità che sanno trasmettere è fornita proprio dal giudizio della gente che ha bisogno non soltanto di cibo, di medicine e di coperte, ma anche di un calore diverso, a volte perduto e spesso mai conosciuto». Si illuminano gli occhi del generale Michele Donvito, che dal 2003 ricopre l’incarico di direttore generale della Sanità Militare. Medico odontoiatra dotato di un ventaglio di specializzazioni e di una grande sete di cultura scientifica legata all’attualità, il generale conduce una vita dinamica al pari dei suoi uomini. È chiamato a svolgere un compito complesso e multiforme nei vari scacchieri internazionali in cui le Forze Armate italiane sono impegnate in missioni di pace. Le sue parole rivelano sentimenti che spingono gli interlocutori a riscoprirsi più italiani.
Domanda. In cosa consiste precisamente il suo compito?
Risposta. La Direzione Generale della Sanità Militare, brevemente denominata Difesan, è responsabile dell’attività sanitaria militare in un contesto che, in attesa della riforma del settore ispirata a un progetto al vaglio delle commissioni parlamentari Sanità e Difesa, la vedrà operare in collegamento sempre più stretto con il servizio sanitario nazionale e l’università. La direzione generale appartiene all’area tecnico-amministrativa del ministero con dipendenze dirette dal Segretario generale della Difesa. Costituisce, oggi, anche il punto di contatto sanitario interforze dello Stato Maggiore della Difesa per i problemi tecnici e operativi del settore.
D. In particolare, quali sono le principali attività alle quali lei sovrintende?
R. Innanzitutto la ricerca scientifica in campo sanitario militare. Poi la formazione, negli organi e negli stabilimenti dipendenti, di personale medico e paramedico civile e militare destinato alle unità operative e agli organi addestrativi, logistici e territoriali. Inoltre la Difesan sovrintende allo studio, allo sviluppo e all’acquisizione di attrezzature e di apparecchiature per applicazioni diagnostiche e terapeutiche in campo sanitario, nonché all’elaborazione delle normative tecniche per l’uso, la manutenzione e la conservazione delle stesse. Un altro aspetto rilevante è costituito dalla cura per i servizi di medicina preventiva, curativa, riabilitativa e legale, effettuata avvalendoci sia delle strutture ospedaliere e sanitarie e di personale dipendente specializzato, sia di convenzioni con centri di cura e con servizi esterni. Infine coordina il servizio trasfusionale militare.
D. Quali sono le attività e le caratteristiche proprie di questo centro trasfusionale?
R. Fortunatamente in Italia il numero dei donatori è lodevolmente aumentato negli ultimi anni e, in situazioni di normalità, esso è in grado di soddisfare le varie esigenze. Accade però che, nei mesi di luglio e di agosto, ci si trovi regolarmente davanti ad emergenze, alle quali tuttavia il nostro centro è stato sempre in grado di sopperire grazie a un efficace sistema trasfusionale che, tramite i centri di La Spezia, Firenze, Roma e Taranto, non esiste esclusivamente per scopi interni e istituzionali, valorizzando in tal modo la figura del donatore volontario militare. Ricordo, inoltre, l’esistenza di una banca di donatori di midollo osseo, operante presso il centro studi di Villa Fonseca a Roma.
D. Molti militari italiani sono impegnati in missioni di pace in numerose aree di guerra. In quale modo provvedete alle esigenze della loro salute?
R. La Direzione Generale della Sanità Militare si occupa dello studio e delle relative precauzioni per le profilassi preventive per il personale militare destinato a operare fuori area, e del rafforzamento delle capacità di conoscenza medicale perseguita attraverso l’approfondito esame del territorio e della situazione epidemiologica locale. Nel contesto delle attività di ricerca, ha in corso inoltre uno studio denominato Signum - studio impatto genotossico sulle unità militari -, finalizzato all’identificazione di possibili fattori noti o sconosciuti di rischio genotossico presenti nei teatri operativi, attraverso campionamenti effettuati prima e dopo l’impiego dei contingenti militari. La direzione generale partecipa inoltre, per gli aspetti di propria competenza, a gruppi di lavoro che si occupano di vari problemi: dalla difesa BCRN - biologica, chimica, radiologica e nucleare - alla disciplina per la sorveglianza sanitaria delle radiazioni ionizzanti e non, alla conoscenza medica.
D. Quali sono i vostri rapporti a livello internazionale?
R. La direzione mantiene stretti rapporti con le organizzazioni della sanità militare di vari Paesi, in particolare del Medio Oriente e del Mediterraneo, con i quali l’Italia ha interessi e problemi comuni. Inoltre ci occupiamo dello sviluppo e dell’attuazione del processo di informatizzazione dei dati sanitari, nel rispetto delle esigenze di tutela della riservatezza che riguardano questo settore.
D. Quali argomenti tratta la rivista da voi pubblicata?
R. La Direzione Generale della Sanità Militare cura la realizzazione del Giornale di medicina militare, una prestigiosa pubblicazione scientifica a diffusione internazionale, fondata nel 1851 e dedicata alla trattazione e all’approfondimento di temi del settore sanitario, i più interessanti dei quali vengono pubblicati anche in lingua inglese.
D. Per questa mole ragguardevole di lavoro e di impegni svolti in Italia e all’estero quanti uomini ha a sua disposizione?
R. Per svolgere le proprie funzioni Difesan si avvale di un organico di circa 140 unità fra militari e civili, operanti alle dipendenze del direttore generale nel grado di tenente generale o equivalente, coadiuvato da due vicedirettori generali, uno dei quali è civile.
D. Come si compone la gerarchia piramidale del suo campo?
R. Dal direttore generale dipendono l’ufficio che svolge attività di Segreteria; l’ufficio Direzione e Coordinamento del servizio trasfusionale militare; la redazione del Giornale di medicina militare e il Servizio prevenzione e protezione, che si occupa dei problemi collegati all’attuazione della legge 626 del 1994. Dal vicedirettore civile dipendono l’ufficio Relazioni pubbliche, il servizio del Contenzioso, il Nucleo di controllo interno e il centro di responsabilità, che tratta temi amministrativi a sostegno della direzione generale».
D. Di che cosa si occupano le otto divisioni che compongono la struttura organizzativa?
R. Le prime quattro trattano questioni di carattere tecnico-sanitario e in particolare ricerca scientifica, pubblicistica militare, medicina preventiva e sociale, organizzazione sanitaria, studio e sviluppo tecnico, rapporti internazionali, formazione del personale medico e paramedico, medicina curativa e riabilitativa, controllo sulle convenzioni con le strutture sanitarie e curative esterne, medicina legale, psicologia militare, informatica e statistica sanitaria. Le rimanenti quattro divisioni si occupano di questioni di carattere amministrativo: programmazione e bilancio, stipula dei contratti per l’acquisto di materiali e servizi in campo sanitario, gestione dei rimborsi al personale per prestazioni integrative rispetto a quelle del servizio sanitario nazionale.
D. Esistono anche enti periferici operanti al vostro fianco?
R. Sì, Difesan si avvale di enti periferici dipendenti o collegati, quali il magazzino di materiale sanitario di Santa Maria Capua Vetere, lo stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze passato nel 2001 alle dipendenze dell’agenzia Industrie della Difesa, che si occupa della ricerca e della produzione in campo farmacologico, e il Collegio medico legale della Difesa, con sede in Roma, che esercita un ruolo di consulenza tecnica nel campo della medicina legale militare e pensionistica.
D. Su quali risorse finanziarie si basa l’attività da lei diretta?
R. Su base annua la direzione generale amministra un bilancio dell’importo di circa 40 milioni di euro, dei quali circa 8 milioni destinati all’acquisto di materiale sanitario, dalle strumentazioni e dalle attrezzature destinate ai centri ospedalieri militari ai vaccini necessari per il personale operante fuori area. Tra i programmi in corso figura l’approvvigionamento di 8 mila corredi complementari per la protezione CB (chimica e biologica) per le esigenze dell’Aeronautica Militare, per un importo complessivo di un milione di euro, di una camera iperbarica per le esigenze della Marina Militare e di unità mobili per odontoiatria e per uso veterinario per le esigenze dell’Esercito.
D. Il rinnovamento della struttura militare è in via di completamento e le Forze Armate sono diventate totalmente professionali; sta cambiando, di conseguenza, anche l’utenza sanitaria?
R. Indubbiamente con l’abolizione della leva obbligatoria è venuto meno un momento di verifica fondamentale dello stato di salute di tutti i maschi ventenni italiani. La selezione di migliaia di ragazzi costituiva un controllo utilissimo ai fini della prevenzione per tutto il Paese, che si dotava in tal modo anche di un potente strumento statistico. L’auspicio è che questo vuoto venga compensato in una qualche misura dal servizio sanitario nazionale.
D. Le competenze medico-legali della sanità militare sono adeguatamente valorizzate?
R. Certamente. Ne offre un’ampia dimostrazione la vasta gamma di ambiti nei quali operano le nostre professionalità. Alle Commissioni mediche ospedaliere sono affidati il riconoscimento delle malattie intervenute per cause di servizio e dei conseguenti indennizzi; la concessione di speciali elargizioni in favore di categorie di dipendenti pubblici e di cittadini vittime del dovere o di azioni terroristiche; le provvidenze in favore dei militari di leva e di carriera appartenenti alle Forze Armate, ai Corpi Armati e ai Corpi militarmente ordinati, infortunati o caduti in servizio e dei loro superstiti; l’impiego del personale delle forze di polizia invalido per causa di servizio; le provvidenze in favore dei cittadini deceduti o invalidi a causa di ordigni bellici in tempo di pace; le elargizioni in favore dei cittadini vittime di incidenti durante attività operative e addestrative delle Forze Armate; gli indennizzi in favore dei soggetti danneggiati da complicazioni di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, di trasfusioni e di somministrazione di emoderivati; la concessione di pensioni di inabilità a pubblici dipendenti per infermità non dovute a cause di servizio; infine l’esame dei ricorsi contro i giudizi di inidoneità al servizio di tutti i dipendenti pubblici, svolto dalle commissioni mediche di seconda istanza.
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