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Luigi Marroni: Consip, il nostro obiettivo è una spesa presidiata oltre i 50 miliardi nel 2018

Luigi Marroni, amministratore delegato  di Consip, la Centrale nazionale di acquisto della Pubblica Amministrazione

Luigi Marroni dal giugno 2015 è l’amministratore delegato di Consip, la società per azioni del Ministero dell’Economia e Finanze che, dal 1999, ha l’incarico di gestire gli acquisti della Pubblica Amministrazione. L’azienda è impegnata in un grande sforzo di espansione della propria attività e di crescita delle competenze. In tale percorso sta ottenendo importanti risultati di incremento di tutti gli indicatori e, particolarmente, in termini di risparmio generato, servizio reso e qualità erogata. Partecipa al processo di spending review del Governo attraverso il progressivo allargamento di spesa presidiata ed intermediata, ed è attore rilevante del nuovo sistema di procurement nazionale che - a seguito della riduzione, ad inizio 2016, delle centrali di acquisto nella PA, ridotte drasticamente da 35 mila a 33 - conta oggi 1 centrale nazionale, 21 centrali regionali, 2 province e 9 città metropolitane. Nell’anno appena concluso è stata presidiata con iniziative Consip una spesa pubblica di 46,5 miliardi, sono stati effettuati dalle amministrazioni-clienti acquisti per 8,1 miliardi, è stato generato un risparmio di 3,4 miliardi. La politica industriale dell’azienda si rivolge verso l’innovazione e il rinnovo dei grandi parchi infrastrutturali del Paese: dai veicoli all’Ict, dalla diagnostica sanitaria all’efficienza energetica.
Dal 1986 al 2003, Marroni ha lavorato per la Cnh Global, azienda del gruppo Fiat operativa nel settore delle macchine da movimento terra, occupandosi di aspetti gestionali, marketing strategico, progetti organizzativi e produzione, esperienza per la quale ha vissuto alcuni anni a Londra, operando anche in Europa, Stati Uniti, Brasile e Turchia. Dal 1991 al 2001 è stato professore a contratto di Economia e Organizzazione aziendale e docente in corsi universitari in materie gestionali per l’Università di Siena e la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Dopo otto anni come direttore generale dell’Asl di Firenze - periodo nel quale ha anche ricoperto diversi incarichi nel sistema sanitario, come coordinatore del comitato di Area Vasta Centro, presidente del Consiglio direttivo dell’Estav Centro e presidente del Centro di documentazione di Storia dell’assistenza e della sanità Fiorentina - nel giugno 2012 è diventato assessore al Diritto alla salute della Regione Toscana. Per un anno, dall’agosto del 2007, è stato commissario straordinario del Centro studi di prevenzione oncologica, divenendone poi commissario liquidatore, mentre, nell’aprile-maggio 2009, è stato commissario della Asl di Arezzo.
Domanda. È un anno e mezzo che lei guida la Consip. Come ha cambiato l’azienda, quali traguardi ha ottenuto e quali, tra le molteplici esperienze professionali passate - come la storica «lean production», la produzione snella che mirava a minimizzare gli sprechi da lei introdotta nella sanità toscana e mutuata dalla riorganizzazione del sistema automobilistico del secolo scorso - le sono state utili per attuare il suo programma ?
Risposta. Quando sono arrivato in Consip mi sono subito dedicato allo sviluppo del business. Ho dato impulso, come riassunto nel piano industriale presentato a fine del 2015 agli azionisti, all’ampliamento degli indici fondamentali della nostra attività, aumentando il numero di gare ed entrando in settori dove prima non eravamo. Ed i risultati non sono mancati. La spesa «presidiata» con il dispositivo della centralizzazione degli acquisti nel 2016 è aumentata in un anno del 16,5 percento, arrivando a 46,5 miliardi di euro, mentre la spesa «intermediata», ovvero gli acquisti effettuati dalle pubbliche amministrazioni su strumenti Consip, è cresciuta, rispetto al 2015, dell’11 percento, raggiungendo gli 8,1 miliardi di euro. Il nostro obiettivo è aumentare sia l’intermediato che la spesa presidiata entro il 2018, rispettivamente ad una quota superiore ai 10 miliardi la prima ed ai 50 miliardi la seconda. Molto importanti anche i risultati ottenuti sul risparmio generato che ha chiuso il 2016 con 3,4 miliardi, all’interno del quale il contributo alla Finanza Pubblica a fine 2016 si è attestato a 1,6 miliardi di euro. Tutto questo è stato realizzato perché internamente ci siamo strutturati e potenziati. In questo processo, la mia «vecchia» esperienza della «lean production», che serviva a ottimizzare la gestione minimizzando e razionalizzando i costi, mi è tornata molto utile. In Consip abbiamo aperto 30 cantieri di sviluppo su filoni che vanno dal «time to market» all’utilizzo dell’efficienza delle risorse, alla formazione interna, ai livelli qualitativi, tutto, appunto, in un’ottica snella, affrontando anche i problemi dei nostri clienti. Questi ultimi, infatti, rappresentano una delle linee dedicate del nostro piano industriale.
D. Che previsioni avete per l’anno in corso, qualche anticipazione di gare rilevanti e quale evoluzione per la gestione interna?
R. Il grosso sforzo di pianificazione fatto nel biennio 2015-2016 ci porta ad un 2017 di consolidamento per mantenere al meglio gli impegni con il nostro azionista Mef. La recente manovra finanziaria del Governo prevede, tra gli altri, stanziamenti dedicati per l’acquisto e l’ammodernamento delle macchine di Polizia e Vigili del fuoco, anche utilizzando i meccanismi di centralizzazione degli acquisti attraverso la Consip. Stiamo dialogando poi con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per intervenire concretamente e fattivamente sul settore del trasporto pubblico locale. In merito agli sviluppi gestionali, abbiamo due settori: l’«accounting», cioè il commerciale, ed il «sourcing», ossia la produzione. Il primo opera sul territorio per far conoscere le gare attraverso piani di promozione; il sourcing, invece, è quello che realizza le gare. Stiamo lavorando per la più ampia integrazione tra le due metà dell’azienda. Per capirci, ora lavoriamo su gare che genereranno un fatturato a metà del 2018 e contemporaneamente oggi si raccolgono i frutti di quelle impostate un anno e mezzo fa.
D. Il Fondo sanitario nazionale, che per il 2017 arriva a 113 miliardi di euro, prevede 114 miliardi per il 2018. Come è cambiata la spesa sanitaria negli ultimi anni e quale è stato il contributo della Consip a questo processo?
R. Abbiamo affrontato gli obiettivi del risparmio del mondo sanitario coinvolgendo gli operatori e puntando sulla qualità dei beni da comprare, un’ampia forbice che va dalle apparecchiature sofisticate per le risonanze magnetiche alle semplici siringhe, facendo accordi con le società scientifiche per mettere a fuoco le esigenze ed operare al meglio. C’è da considerare che la sanità compra anche beni non strettamente sanitari ma estremamente indispensabili al funzionamento della stessa, come il riscaldamento, l’energia, le automobili ecc. Proprio quest’anno affronteremo un importante piano di rinnovo delle apparecchiature diagnostiche in stretto raccordo e dialogo con il Ministero della Salute, le società scientifiche e, infine, il mercato della fornitura e sue rappresentanze. Il nostro contributo al risparmio di comparto si può stimare complessivamente in oltre 1 miliardo di euro.
D. Come procede l’organizzazione della prima gara nazionale per l’acquisto delle siringhe, strumento simbolo di disparità di costo presso la Sanità della varie regioni italiane?
R. L’obiettivo della gara è quello di avere un riferimento nazionale per arrivare ad un prezzo unico. I lavori sono quasi completati. Abbiamo portato sul mercato un massimale di gara di 40 milioni e le attese sono per un risparmio di diverse decine di punti percentuali. Auspico che, tra fine di questo mese e inizi del prossimo, si potranno già effettuare ordinativi.
D. Entro il 2017, con il lavoro svolto finora dalla Consip insieme al Mibact, tutti i servizi aggiuntivi ora in proroga nei musei statali saranno messi a gara. Quali scenari si aprono in tale ambito?
R. L’intento è di bandire gare, in raccordo con il Ministero dei Beni Culturali, per la gestione dei servizi accessori dei vari poli museali, che stabiliscono in tal modo come valorizzarsi al meglio avvalendosi, anche, del mercato della fornitura. Lo scorso anno abbiamo indetta una gara per l’affidamento in concessione del servizio di caffetteria, ristorazione e catering a Roma presso il Museo nazionale romano di Palazzo Massimo alle Terme e stiamo per pubblicare il bando di gara per l’accoglienza e la bigliettazione dell’area archeologica del Colosseo, tra le più prestigiose nel mondo. Direi che siamo all’inizio di un percorso che in futuro vedrà coinvolte le aree museali più prestigiose, dall’area archeologica di Pompei alla Galleria degli Uffizi.
D. Lo scorso novembre lei ha incontrato il presidente dell’Anci Antonio Decaro per affrontare possibili collaborazioni al fine di rendere più operativi gli strumenti a disposizione degli enti locali per l’acquisto di beni e servizi. Quali novità sono emerse?
R. Tra i vari argomenti, abbiamo affrontato quello della promozione per attività di formazione e assistenza, soprattutto ai Comuni di piccole e medie dimensioni. La formazione, in particolare, potrà essere finalizzata a velocizzare le procedure di acquisto di beni e servizi, attraverso l’uso consapevole degli strumenti d’acquisto Consip. Si è parlato anche di protocolli d’intesa e convenzioni tra Consip e città metropolitane che, attraverso l’individuazione su area vasta del fabbisogno di determinati beni e servizi, consentano di unire alla velocità e alla trasparenza anche importanti risparmi di spesa.
D. L’Inps, nell’ultimo triennio, nel settore della «information technology» ha risparmiato, grazie a un progressivo processo di razionalizzazione e accentramento, oltre 200 milioni di euro, privilegiando l’acquisizione di beni e servizi informatici tramite la Consip. Coprite tutti i servizi dell’istituto di previdenza nazionale?
R. L’Inps storicamente ha sempre fatto, e continua a fare, gare in proprio su esigenze altamente specifiche. Ma per beni e servizi più trasversali, quali le infrastrutture, il «cloud», le «commodity» e le grandi licenze, si rivolge a noi. Il settore dell’information technology è, infatti, di rilevanza strategica per l’Inps, perché rappresenta oggi circa il 35 per cento delle spese di funzionamento complessive dell’intera sua struttura.
D. Lo scorso settembre è stato inaugurato un tavolo permanente di confronto tra Consip, Unioncamere, Alleanza delle cooperative, Confindustria e Rete Imprese Italia. Quali sono le finalità?
R. È stato il primo, importante incontro, preparatorio di quelli che poi si sono successivamente tenuti (e altri se ne terranno) su varie tematiche: information technology, acquisti come leva di politica industriale, evoluzione normativa del settore appalti. Lo scopo è discutere di interessi convergenti, perché vorrei che la Consip fosse percepita come un’opportunità non solo per le grandi imprese ma anche per la piccola e media industria.
D. In merito al terremoto nel Centro Italia, come procedono le gare e gli approvvigionamenti delle aree per l’accoglienza temporanea delle popolazioni colpite dal sisma?
R. La Protezione Civile, per non trovarsi scoperta in caso di calamità naturale grave, circa due anni fa ci chiese di avviare una linea di lavoro sul cosiddetto «emergency procurement». Tra le diverse iniziative sviluppate, quella sui moduli abitativi provvisori, i «map». Queste casette, realizzate in legno massello e dotate di impianto idrico-sanitario, cucina, riscaldamento e impianto elettrico-telefonico, sono ad un unico piano, possono essere di 40 metri quadri, per una persona sola, di 50 metri quadri per famiglie di 2-3 persone, o di 70 metri quadri per famiglie di oltre 4 persone. Ogni abitazione - consegnata, montata e arredata in tutto e per tutto - costa 1.075 euro a metro quadro. Le forniture e i tempi di consegna però si attivano solo quando, concluse le valutazioni idrogeologiche e di accessibilità del sito, si realizzano le opere di urbanizzazione quali strade, acqua, elettricità e sistema fognario, servizi tutti a carico dei comuni residenti. Alle popolazioni del Centro Italia colpite dal sisma i primi map sono stati consegnati a dicembre, cui si aggiungeranno gli altri, per un totale, previsto ad oggi, di 850 unità.    

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