Circolo antico tiro a volo: avanti signori e signore
La sua storia inizia nel tardo ‘800, epoca in cui, sul Lungotevere della Marina, c’era la sede del Tiro a Volo Lazio ove i nobili romani si cimentavano al tiro. L’edificio era una costruzione con una facciata imponente e due torrette a lato del portone principale, presidio e difesa del campo di tiro retrostante, ospitanti alcuni locali del complesso. Al centro della costruzione si stagliava una torretta dedicata al re e alla sua corte e tutto il complesso era l’espressione massima di quella società che allora aveva, come centro di interesse, l’attività venatoria.
Il prospetto della club house, disegnato su una pergamena, testimonia il 60esimo anniversario del circolo inaugurato il 28 aprile del 1893. In quell’occasione fu organizzata una gara di tiro a volo cui intervenne il fior fiore della nobiltà; il vincitore del torneo sì aggiudicò le cinquemila lire del montepremi, uno stendardo rosso e una medaglia d’oro.
Nel 1907 la sede del Tiro a Volo Lazio fu trasferita temporaneamente al centro di Piazzale delle Muse in una zona allora circondata da prati e declivi. Dopo pochi mesi, infatti, il drappello dei tiratori si ritrasferì per la terza volta in via Vajna al quartiere Parioli. Nel ricostruire la casina sociale gli architetti si attennero fedelmente al vecchio progetto del Lungotevere della Marina mantenendo identica al progetto originario la facciata principale, le due torrette ai lati e il portale decorato da merlature.
Nel 1960, durante i Giochi Olimpici di Roma, il comprensorio sportivo di Via Vajna ospitò la gara di tiro a volo e, in quella sede, i praticanti lo sport del tiro poterono continuare la loro attività indisturbati sino a che il crescente sviluppo urbano della capitale rese incompatibile, anche per problemi acustici di disturbo, il proseguimento dell’attività.
Così la sede venne trasferita, dal comune di Roma, in periferia sulla Via Tiberina e, a causa dell’abbandono, la palazzina dei Parioli subì un forte degrado. Solo nel 1989, lasciata l’attività tiravolistica, il circolo viene restituito agli ex soci, in concessione demaniale regolamentata da un contratto con il comune di Roma. Dopo più di tre anni di lavori di restauro ed abbellimento del sito, nel totale rispetto dell’architettura originaria, il circolo risorse a nuova vita, assumendo la splendida configurazione attuale. Il primo presidente del sodalizio fu Ludovico Altieri e, dal 1994, è presieduto dall’avv. Michele Anastasio Pugliese.
Domanda. Qual è il ruolo della donna nel vostro circolo?
Risposta. Proprio in concomitanza con la mia elezione a presidente, c’è stata una svolta fondamentale: infatti siamo stati il primo circolo romano ad aprire al mondo delle donne. L’universo femminile del Circolo è, ritengo, l’asse portante di tutte le nostre attività a livello associativo e sportivo. Le donne sono dinamiche, volitive e carismatiche e frequentano assiduamente organizzando incontri letterari, tornei di burraco, pranzi, cene. Grazie alla loro intraprendenza siamo stati in grado di superare momenti difficili. Le socie sono una parte fortemente attiva; votano, fanno valere il loro parere, sono impositive, con garbo femminile però. Naturalmente abbiamo aperto anche alle famiglie per coinvolgere numerosi giovani e giovanissimi che frequentano il circolo usufruendo anche di spazi a loro dedicati.
D. Quali altre caratteristiche connotano il circolo?
R. Un altro elemento determinante e accattivante è l’enogastronomia, vanto della nostra cucina. È premiante la qualità del cibo di eccellenza e ci dà la possibilità di poter pranzare e cenare in un contesto ambientale di grande classe degustando cibi che rappresentano l’essenza della convivialità; la nostra ristorazione raggiunge un alto livello di cui ci facciamo vanto. Per meglio far conoscere l’enogastronomia italiana, vanto del «made in Italy», promuoviamo incontri con cuochi stellati per diffondere l’amore per il cibo di qualità, base della raffinatezza dei nostri piatti. Nello statuto è prevista anche l’attività sportiva, in sviluppo; infatti la nostra squadra di nuoto ha ottenuto successi nazionali e internazionali e, alcuni dei nostri atleti, hanno partecipato al recente campionato del mondo in Asia. La crescita del circolo si è sviluppata, nonostante la crisi economica che ha coinvolto il nostro del Paese, perché abbiamo diversificato la nostra offerta e promosso la diffusione della cultura e l’aggiornamento sui problemi dell’attualità.
D. Qual è la storia dello sport?
R. Come ho detto siamo partiti dall’attività tiravolistica per arrivare alle Olimpiadi del 1960, ma le gare di tiro a piattello rappresentano «ieri» però. Oggi queste pratiche sono obsolete e non rappresentano di certo «lo sport» come viene inteso ora e perciò puntiamo su discipline sportive più praticate. In sede ci sono 4 campi da tennis, un campo da calcetto, una piscina coperta frequentata da ben 1.500 ragazzi e c’è una scuola nuoto. Abbiamo costituito una squadra agonistica. Organizziamo ogni anno un importante torneo internazionale di tennis femminile.
D. Cosa pensa della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024?
R. Tutto il bene possibile ovviamente e come italiano sarei orgoglioso che ciò accadesse. Come presidente del Circolo spero di dare il nostro apporto ospitando gare di nuoto per le quali siamo attrezzati con strutture agonistiche e con personale di supporto. Possiamo altresì mettere a disposizione dell’organizzazione tutte le strutture del circolo per incontri, convegni, conferenze stampa per essere sia al servizio dello sport che della città olimpica.
D. Quali sono i costi di iscrizione?
R. La quota annua era di 3.600 euro, ridotta nel 2016 a 3.400 per far comprendere ai soci che vogliamo affrontare positivamente il momento critico con fiducia. Per iscriversi occorre acquistare un’azione della polisportiva e, conseguentemente, si diventa anche comproprietari pro-quota di tutto; il titolo è cedibile e trasmissibile.
D. E quanto costa una quota azionistica del circolo?
R. La valutazione stimata sul valore dell’immobile diviso per il numero dei soci assomma a 50 mila euro per ogni pacchetto di azioni, ma intendiamo cederlo a un costo inferiore, da determinare, per facilitare l’ingresso ai nuovi soci e, soprattutto, per poter scegliere non soltanto in relazione al loro reddito.
D. Quale il potenziale ancora da sviluppare?
R. Poiché tra le nostre attività c’è anche la solidarietà verso i più sfortunati economicamente, purtroppo in crescita, destiniamo una parte dei nostri proventi a queste persone non per filantropia ma perché riteniamo giusto aiutare chi ha problemi. Desideriamo incrementare questa attività con altruismo. Attualmente tramite l’iniziativa «Il filo d’argento» organizziamo pranzi per persone anziane o sole; più mezzi avremo a disposizione più saremo attivi nel sociale.
D. Che cosa manca a questo circolo?
R. Progredire è insito nella natura umana e farlo sviluppando la natura è un tema che ci coinvolge e, per restituire salute al nostro pianeta, stiamo implementando una piantagione di querce e castagni il cui sviluppo arboreo sarà usufruito tra 20 anni dai figli e nipoti. Realizziamo passeggiate nella parte boschiva che si estende fino a Piazzale delle Muse per far conoscere la natura e inocularne il rispetto. Per lo sport è stato programmato il «paddle», interessante e attuale disciplina che inseriremo nel calendario attività. Miriamo alla crescita non attraverso voli pindarici, ma a piccoli passi interfacciandoci col contesto della realtà in cui agiamo. Per il circolo è fondamentale mantenere le caratteristiche cardine basate su una selezione dei soci o aspiranti non solo incentrata sul danaro, sui titoli accademici o nobiliari, ma sul loro carisma badando alla loro «qualità umana».
D. Quale l’evoluzione della società osservata da un luogo privilegiato come quello di un esclusivo circolo sportivo?
R. Ci sono fatti che, da alcuni anni, hanno causato cambiamenti fortissimi, quasi epocali, alle nostre vite e coinvolgenti per tutti; il costante timore di incursioni terroristiche, di attentati, di follie del singolo fa si che, ciascuno, si senta nel mirino visto ciò che accade in altri Paesi e che, ce lo dicono i media, potrebbero accadere anche da noi. In questo contesto, non dico che il circolo rappresenti «una fortezza», ma certamente offre una sicurezza costante e continua ai propri ospiti e ciò è importante. È mia intenzione poi, dopo l’apertura del circolo alle facoltà universitarie, aprire le nostre porte ai romani e ai turisti per far scoprire loro una città diversa, una Roma non afflitta solo da quei problemi di cui i mass media ci informano, ma una città in cui esistono e crescono valori fondamentali: buongusto, educazione e il rispetto degli altri, tutti gli altri. In quest’ottica il circolo è, pur una connotazione di elitarietà come valori, un luogo aperto alla città ed ai suoi ospiti. Durante il campionato mondiale di nuoto abbiamo ospitato le delegazioni spagnole, tedesche e le squadre agonistiche dei due Paesi che hanno usato i nostri impianti per i loro allenamenti.
D. Quanto vi costa tutto questo?
R. Calcoliamo i 3 mila metri quadrati dell’immobile, la piscina coperta di 800, 6 ettari di terreno intorno, mantenuto in perfetto stato e le circa 50 persone che lavorano nel nostro ristorante, che ha una gestione autonoma. Aggiungiamo le spese di vigilanza, pulizia, i consumi elettrici che, solo per la piscina coperta, assommano a circa 200 mila euro annui per un totale che va in pareggio con le quote.
D. Qual è il vostro target?
R. Coloro che desiderano diventare soci del circolo hanno un colloquio preliminare con me; è un contatto umano conoscitivo cui tengo per verificare se trattasi di persona che una volta si definiva «di sani principi», atta a offrire una positività al circolo con la sua personalità. Ultimamente ho colloquiato con molte persone idonee che hanno nel loro dna culturalità, signorilità ed aristocrazia d’animo profonda senza avere titoli nobiliari.
D. Che cosa ha fatto prima di arrivare in questo circolo?
R. Non ero frequentatore di circoli, se non del Tiro a volo. Nato in Calabria, mi trasferii a Roma 55 anni fa; a 17 anni mi iscrissi all’università e mi nacque gratitudine per la città che mi ha ospitato e in cui ho costruito la famiglia e la mia vita. L’obiettivo è riportare agli onori passati, e che merita ora, questo luogo incantevole. Tutti i soci condividono la cura del circolo in ogni suo aspetto, estetico e funzionale, partendo dal rispetto ambientale per rispettare se stessi e gli altri. Come avvocato, svolgente la professione, avevo lo studio in Via Antonelli ma poi, incantato dal luogo, ho spostato lo studio a Piazza delle Muse perché così attraverso solo la strada e non «abbandono» il circolo che è diventato la mia casa. È un piacere per occhi e cuore ritrovarmi tra le sue mura, vedere amici, parlare di tutto serenamente perché al circolo ci si può rilassare nel corpo e nella mente; qui, lasciate in un angolo le angosce, fai pace con te stesso e trovi l’entusiasmo di vivere.
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