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Domenico Petrone (VIASAT): Scatola nera riduce l’RC-auto senza intaccare la privacy

Domenico Petrone, presidente di Viasat

«Il tema del Grande Fratello, pretestuosamente abbinato alla Scatola Nera,
è una delle tante leggende metropolitane che circolano da tempo sull’argomento. Chi sventola questo spauracchio, a rigor di logica dovrebbe anche rifiutarsi di usare un comune telefono cellulare e la carta di credito. Se ci mettiamo sul piano di chi ha qualcosa da nascondere, ogni discorso diventa inutile perché qualsiasi strumento di monitoraggio rappresenta di per sé una minaccia»

Scatola nera, questa sconosciuta. Ma nessun segreto: è un dispositivo per ridurre il costo dell’assicurazione Rc Auto. Domenico Petrone, presidente di Viasat, società che opera in Italia e all’estero nel settore degli antifurti satellitari, spiega lo stato dell’arte.
Domanda. Il disegno di legge Concorrenza si avvia a diventare legge; per ora, grazie a «Tariffa Italia», sono state introdotte alcune novità che eliminano le differenze dei premi assicurativi tra le diverse regioni italiane, a patto di essere buoni guidatori e di montare una scatola nera sulla propria vettura. Cosa ne pensa?
Risposta. L’approvazione degli emendamenti al disegno di legge Concorrenza, che prevede sconti significativi sulle polizze dell’Rc Auto per chi abbia una Scatola Nera a bordo del proprio veicolo, peraltro già previsti dal Governo nel testo varato dal Consiglio dei ministri nel febbraio scorso, è un passo rilevante per scongiurare le truffe alle compagnie assicuratrici e tutelare il consumatore da costi sproporzionati, permettendogli così un risparmio sulla polizza. È bene ricordare comunque che, anche in assenza di specifiche norme, le Scatole Nere si stanno sempre più affermando tra gli automobilisti italiani. Non è un caso che alla fine del 2014 risultassero oltre 3 milioni di dispositivi installati. Da oltre 10 anni le più importanti compagnie di assicurazione italiane la propongono ai propri clienti in comodato d’uso, gratis per l’assicurato, ottenendo già oggi consistenti sconti sulla polizza. Gli automobilisti, inoltre, possono anche decidere di acquistare un antifurto satellitare più evoluto della Scatola Nera assicurativa, come ad esempio BluBox o sosCall Viasat, valutando le offerte di polizza telematica più conveniente e rispondente alle proprie esigenze. La Scatola Nera, mi permetto di ricordarlo, è soprattutto un dispositivo di sicurezza e protezione. Infatti, in caso d’incidente, questi dispositivi emettono un allarme automatico verso l’apposita Centrale Operativa, attiva 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, per consentire la localizzazione puntuale del veicolo e l’invio tempestivo degli eventuali soccorsi necessari. Un dettaglio per nulla secondario, se si ha a cuore la  sicurezza nostra e quella dei nostri cari.
D. Quale sarà l’evoluzione della S    Scatola Nera?
R. Dal primo, originale, antifurto satellitare Viasat, di strada ne è stata fatta molta. Oltre 25 anni durante i quali la telematica satellitare ha compiuto passi da gigante pur mantenendo un perimetro di mercato praticamente ancora sottostimato e non ancora maturo rispetto ai volumi potenziali. In tutto questo, l’Italia ha dimostrato di possedere eccellenze di primo piano dal punto di vista tecnologico, ritagliandosi un ruolo da apripista in questo campo sul piano internazionale. È necessario, però, definire il perimetro dei dispositivi satellitari che, a differenza di quanto sostenuto da molti, non sono tutti uguali. È un po’ come ritenere che un telefono cellulare economico, con limitate funzionalità, sia la stessa cosa di uno smartphone di ultima generazione iPhone o Samsung. Per usare una metafora automobilistica, nessuno crederebbe a chi sostenesse che guidare una Smart sia la stessa cosa che guidare una Ferrari. Ciò non toglie che un’utilitaria possa avere delle caratteristiche, ad esempio il costo, che ben si adattino alle esigenze di una vasta platea di consumatori. I dispositivi telematici satellitari, spesso identificati con quella brutta definizione di «Scatola Nera», seguono un po’ le stesse logiche. Gli antifurti satellitari, antesignani delle diverse tipologie di soluzioni oggi in circolazione, avevano lo scopo fondamentale di proteggere il veicolo dal furto e, nel caso questo avvenisse, consentire un rapido e puntuale ritrovamento, grazie alla localizzazione satellitare. Nel tempo si sono evoluti, affiancando alle tradizionali funzionalità di protezione, altri servizi di assistenza e sicurezza per l’automobilista, in particolare gli allarmi automatici e geolocalizzati in caso d’incidente verso la Centrale Operativa, che permettono d’inviare soccorsi tempestivi sul posto, anche se la persona non è in grado, per qualsiasi ragione, di comunicare e chiedere aiuto. Un’applicazione in linea con le direttive dell’Unione Europea che, come noto, intende rendere obbligatorio sulle auto di nuova immatricolazione il sistema eCall per la chiamata automatica al numero unico di emergenza europeo 112 entro marzo 2018, come previsto dalla direttiva europea 2002/22/EC del 7 marzo 2002. Un sistema che ha l’obiettivo di garantire la sicurezza ai cittadini, in caso d’incidente, comunicando ai servizi di emergenza l’ubicazione del veicolo anche se il conducente è incosciente.
D. Le «black box» vengono criticate per via delle questioni relative alla privacy. Qual’è la sua opinione?
R. Il tema del «Grande Fratello», abbinato pretestuosamente alla Scatola Nera è una delle tante «leggende metropolitane» che circolano da tempo su questo argomento. Chi sventola questo spauracchio, a rigor di logica allora dovrebbe anche rifiutarsi di usare un comune telefono cellulare e la carta di credito, oppure di sottoporsi al test dell’etilometro in caso di controllo. Se il timore è che i dati possano essere usati dalle compagnie assicurative per negare i risarcimenti, è bene rimarcare come la cosiddetta rivalsa sia una pratica consolidata delle compagnie assicurative che l’esercitano sui propri assicurati in caso di risarcimento a terzi coinvolti in un incidente, qualora abbiano commesso gravi violazioni del Codice della Strada come la guida in stato di ebbrezza oppure sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o di psicofarmaci, revisione scaduta o guida con patente scaduta ed altro. Se ci mettiamo sul piano di chi ha qualcosa da nascondere, allora ogni ragionamento diventa inutile perché qualsiasi strumento di monitoraggio rappresenta di per sé una minaccia.
D. Gli scettici sostengono che sia possibile la manomissione e il blocco delle Scatole Nere. È così? Come ovviare a questi limiti, se presenti?
R. Per quanto riguarda la perizia telematica per la ricostruzione del sinistro sulla base dei dati raccolti dal dispositivo satellitare di bordo (Scatola Nera), non c’è alcun dubbio che sia sicuramente più affidabile di quant’altro venga fatto oggi senza l’ausilio della tecnologia, come la piaga delle frodi assicurative dimostra. A tutto questo si aggiungono i grandi benefici che l’uso corretto della telematica può portare al mondo dell’autotrasporto in termini di efficienza operativa e gestionale, con risparmi nell’ordine di migliaia di euro per anno, senza contare i vantaggi relativi alla tracciabilità delle merci, come nel caso della filiera agroalimentare e dei rifiuti pericolosi. Tutto questo per dire che, affrontando questi temi, si dovrebbe sempre cercare di mantenere una visione più ampia, facendo prevalere sempre l’interesse generale rispetto a quello particolare di bottega.
D. Ritornando, invece, al tema delle assicurazioni con la Scatola Nera, cosa può dire relativamente ai costi?
R. Vale la pena ricordare come in Italia si paghino le polizze assicurative più care d’Europa, addirittura il doppio di alcuni Paesi come la Francia e il Portogallo, a causa di pratiche fraudolente, note e documentate ma non efficacemente contrastate, e di interessi di lobby che penalizzano ingiustamente i consumatori onesti e virtuosi che già oggi, proprio grazie a questi dispositivi, possono ottenere concreti vantaggi in termini di risparmio sull’assicurazione.   

Tags: Novembre 2015

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