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carlo logli: piaggio aerospace, dalla liguria al mondo attraverso lo spazio aereo

L’ingegner Carlo Logli, amministratore delegato di Piaggio Aerospace

Nato a Ventimiglia, l’ingegner Carlo Logli da maggio 2014 è l’amministratore delegato di Piaggio Aerospace, azienda del settore aviatorio fondata a Genova nel 1884 e presente tuttora in Liguria con il nuovo stabilimento inaugurato lo scorso novembre a Villanova d’Albenga alla presenza del premier Matteo Renzi. L’azionista di riferimento dell’azienda è il gruppo Mubadala Development Company, fondato nel 2002 dal Governo di Abu Dhabi come attore principale della diversificazione economica degli Emirati, che detiene il 98,05 per cento della società, mentre il restante 1,95 per cento del capitale sociale è di proprietà dell’ingegner Piero Ferrari che, dal 1998 al 2014, è stato presidente dell’azienda. Il portafoglio di Mubadala è concentrato in investimenti e progetti di sviluppo trasversali a diversi settori, per un valore di oltre 60 miliardi di dollari. Grazie a partnership strette con numerose organizzazioni di caratura mondiale, il gruppo emiratino investe attivamente in settori e in aree geografiche caratterizzati da elevato potenziale e rendimenti tangibili. Piaggio Aerospace è uno dei principali operatori nel mercato aviatorio ed è entrato da protagonista nel settore della difesa e della sicurezza, progettando e sviluppando innovativi sistemi aerei a pilotaggio remoto e avanzati pattugliatori multiruolo.
Laureatosi nel 1986 in ingegneria aeronautica all’Università di Roma e completato il Master in Business Administration all’Institut d’Administration des Entreprises di Tolosa nel 1994, Logli è membro del Consiglio d’insegnamento dell’Air Transport Master Program dell’Università di Roma e insegna nell’École Nationale d’Aviation Civile (Enac), nell’Euresas e nell’École Supérieure de Commerce (Esc) di Tolosa. Dopo aver fatto ingresso nel Gruppo Alenia/Finmeccanica nell’ambito del consorzio italo-francese Atr e dopo aver svolto l’incarico di senior vice president del settore Programmes and Commercial presso l’Aermacchi, Logli è stato senior vice president della Business Unit Uav e Special Airborne Systems dell’Alenia Aeronautica; quindi, è stato amministratore delegato della SuperJet International, joint venture italo-russa tra Alenia Aeronautica che detiene il 51 per cento, e Sukhoi Holding con il 49 per cento, che si occupa di marketing, vendite, personalizzazione e consegna del Sukhoi Superjet 100 Regional Jet in Europa, America, Oceania, Africa e Giappone. Prima di entrare in Piaggio Aerospace, è stato consulente dell’Abu Dhabi Autonomous Systems Investments (Adasi), filiale della Tawazun Holding.
Domanda. Come si compone il settore aerospaziale in cui opera Piaggio Aerospace?
Risposta. Il comparto nel suo complesso accorpa il trasporto passeggeri, il carico merci denominato cargo, le operazioni di difesa del territorio e l’attività che si può svolgere a latitudini superiori, ossia lo spazio extra atmosferico. La peculiarità di questo settore ad altissimo contenuto tecnologico è la costante innovazione tecnologica, che si sviluppa su due binari perfettamente complementari, quello civile e quello militare. Insieme rappresentano una combinazione vincente, perché l’aeronautica civile cresce in funzione degli sviluppi tecnologici dell’aviazione militare. Nel mondo, tutte le maggiori aziende aerospaziali rappresentano una realtà industriale di altissimo livello, che incide economicamente nel Paese in cui opera. Ad esempio, in Europa la maggiore industria del settore, l’Airbus, rappresenta qualche punto percentuale del prodotto interno della Francia. Piaggio, azienda non di grandi dimensioni ma forte di 1.300 persone e un saper fare di primo piano, in Europa è indubbiamente il decano dei costruttori aeronautici. La prima fabbrica Piaggio, infatti, ha radici lontane, essendo nata a Genova nel 1884. Oggi l’azienda esprime lo stato dell’arte dell’industria aeronautica con la progettazione, la costruzione e il supporto di velivoli e motori aeronautici per operatori privati, governativi e militari. Perseguiamo l’innovazione, lo sviluppo e il miglioramento continuo dei nostri prodotti, ricercando soluzioni d’avanguardia per i nostri clienti,  efficienza nei processi industriali e profittabilità dell’investimento per i nostri azionisti.
D. Quali sono i vostri prodotti di punta rispettivamente per l’aviazione civile e per quella militare, e quali sono i vostri mercati di riferimento?
R. Riguardo all’aviazione civile, settore per il quale produciamo aerei sia per la clientela privata che per quella aziendale, il nostro prodotto di riferimento è l’Avanti  EVO, che rappresenta la terza generazione del P.180 Avanti, il più efficiente e performante aereo per l’aviazione d’affari ora presente sul mercato, e che ha ottenuto dopo un complesso iter di sviluppo e test sotto la supervisione dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac), la certificazione dall’Easa (European Aviation Safety Agency), Agenzia europea per la Sicurezza aerea. Il mercato principale cui si rivolge questo nostro gioiello è quello americano, che rappresenta il 50 per cento del nostro mercato globale. A questo seguono, poi, i mercati emergenti, in particolare la Cina e gli altri maggiori Paesi asiatici. Anche l’Europa però resta, sicuramente e storicamente, un grande punto di riferimento. In ambito militare, invece, il nuovo velivolo di punta è il sistema a pilotaggio remoto P.1HH «HammerHead» Unmanned Aerial Systems (Uas) capace di decollo e atterraggio automatico, che può raggiungere la quota di 13.700 metri con una permanenza in volo di oltre 16 ore. La missione di volo è gestita da una stazione di terra, collegata attraverso un sistema di comunicazione in linea di vista e via satellite oltre la linea di vista che consente il controllo remoto dei sistemi di navigazione e di missione dell’aeromobile. Progettato per integrare i più sofisticati sistemi avionici oggi disponibili, tale velivolo ridefinisce gli standard e il concetto stesso di «sicurezza» offrendosi al mercato internazionale come il sistema più innovativo e versatile nel settore della ricognizione e della sorveglianza aerea. Riguardo agli obiettivi commerciali, noi miriamo a clienti che sono in generale forze aeree militari molto sviluppate. Dal punto di vista geografico, puntiamo soprattutto all’Europa e poi ai mercati asiatici e africani, mentre in America il contesto competitivo è più arduo e affollato.
D. Perché è importante e che cosa rappresenta il P.1HH HammerHead per Piaggio Aerospace e per l’aviazione in generale?
R. Per la nostra azienda il P.1HH è senza dubbio un progetto di alto valore strategico per molteplici ragioni: segna il nostro ingresso nel mercato della difesa e sicurezza e il passaggio di Piaggio Aerospace da azienda in pratica mono-prodotto ad azienda aeronautica a tutto tondo. È inoltre frutto di una collaborazione di successo tutta italiana: è infatti realizzato con il gruppo Finmeccanica, il cui contributo al progetto è determinante, e con il sostegno del Ministero della Difesa e dell’Aeronautica Militare. Infine dispone di vantaggi competitivi veramente unici in un mercato a forte crescita. Mi spiego: di droni, cioè di aerei a pilotaggio remoto, si parla molto negli ultimi anni, anche perché molti costruttori hanno compiuto vari tentativi per realizzarli, non sempre coronati da successo. Per il nostro velivolo, la mossa vincente è stata quella di usufruire della nostra piattaforma base, quella cioè già esistente del P.180, riprogettata con una nuova configurazione aerodinamica, una maggiore estensione alare (15.5 metri) e una superiore capacità di carico utile, combinando specifici interventi strutturali alla consolidata configurazione turboprop ad eliche spingenti e tre superfici portanti.  Grazie all’impiego di questa consolidata piattaforma  il nostro velivolo a pilotaggio remoto è in una fase di sviluppo molto più avanzata di quella dei suoi diretti concorrenti e dispone di caratteristiche che lo differenziano sostanzialmente dagli altri: in primis quella di usufruire di due motori, fattore che abbassa considerevolmente il coefficiente di rischio. Inoltre la capacità di volare in ogni condizione meteorologica; la grande capienza; e, infine, la velocità di esercizio, che tocca i 400 nodi, più del doppio dei concorrenti, e che gli permette di volare in spazi aerei dove i concorrenti non arrivano. Tutte queste caratteristiche peculiari lo rendono un sistema in grado di compiere con successo una molteplicità di missioni sia in campo militare sia in campo civile.
D. Lo scorso febbraio nel Salone Idex 2015 di Abu Dhabi è stato siglato un accordo con il quale l’Aeronautica Militare Italiana è diventata il cliente di lancio del P.1HH HammerHead, perché considera il vostro velivolo «fondamentale» in chiave di sicurezza del Paese. Come siete arrivati a questo accordo?
R. Posso dire solo che noi siamo molto fieri di avere, quale cliente di lancio, una forza armata così prestigiosa, che comunque è stata sempre al nostro fianco, perché ci ha sempre seguito e sostenuto con l’apporto di basi, di personale, di assistenza tecnica e di mezzi. Quindi questo è il coronamento di un lungo lavoro che ci permette di completare una cooperazione molto proficua che, ne sono certo, avrà un grande futuro.
D. Quando si parla di sicurezza, s’intendono anche la ricognizione, il controllo e la difesa contro il terrorismo che l’uso dei vostri sofisticati velivoli in ambito militare può attuare. Siete orgogliosi di essere parte integrante di questo delicato lavoro di prevenzione contro potenziali conflitti?
R. Il terrorismo è un problema estremamente grave e il monitoraggio continuo è basilare per combatterlo. Certamente il nostro sistema «unmanned» è perfettamente adeguato a tale compito e noi siamo fieri di poter essere utili in tale difficile ma importantissima missione.
D. Quale è il vostro rapporto con Finmeccanica?
R. La collaborazione con Finmeccanica per noi è fondamentale e si basa sull’ottimo rapporto esistente con l’attuale management, sui progetti comuni portati avanti con Selex ES e sul prossimo coinvolgimento anche di Alenia Aermacchi.
D. Nel suo discorso di inaugurazione, lo scorso 7 novembre, del nuovo stabilimento a Villanova d’Albenga, lei ha citato il cantautore Jovanotti: «La giustizia del mondo punisce chi ha le ali e non vola. Noi non solo abbiamo le ali, le costruiamo e il nostro dovere è quello di volare», mentre il premier Renzi, a proposito del concetto di appartenenza, ha citato Giorgio Gaber: «L’appartenenza non è lo sforzo di un normale stare insieme, ma è avere gli altri dentro di sé». Perché questa scelta?
R. I non addetti ai lavori pensano, erroneamente, che chi, come noi, si occupa di aerospazio viva solo di equazioni differenziali o di ferree leggi aerodinamiche. In realtà, abbiamo anche noi i piedi ben piantati a terra, la testa che sogna e il cuore che batte. Quindi, nella straordinaria occasione dell’inaugurazione del nostro nuovo stabilimento, volevo dare voce a tutte le 1.300 persone della Piaggio, un gruppo che vive ben insediato sul territorio ligure e nella realtà che lo circonda. E attraverso le parole di Jovanotti, cantautore che ammiro anche per la sua capacità di comunicare ottimamente con i giovani, generazione cui sono molto attento anche riguardo al futuro aziendale, volevo sottolineare il «ritorno al volo» della nostra azienda rappresentato da quell’evento. Questo perché il nostro azionista di riferimento ha creduto in Piaggio Aerospace e vi ha investito, allontanandola dalle secche della crisi che qualche tempo fa la stava soffocando. Personalmente poi, mi ha fatto molto piacere sentire che, dopo la mia citazione cantautorale, il premier Renzi abbia rilanciato con Gaber.
D. Quale è il futuro degli altri due stabilimenti dove operavate prima di inaugurare quello di Villanova d’Albenga?
R. Quello di Finale Ligure è stato venduto e consegnato al proprietario a fine marzo. Riguardo a quello di Genova-Sestri Ponente, la parte manifatturiera chiuderà a giugno, ma resterà una parte significativa dell’attività di Customer Service nella zona aeroportuale. Sottolineo che il nuovo stabilimento di Villanova D’Albenga è tra i centri di progettazione e produzione aeronautica migliori e più moderni d’Europa e non a caso è situato vicinissimo all’aeroporto d’Albenga «Clemente Panero». È stato il nostro azionista di riferimento a voler fortemente questo tipo di presenza significativa in Liguria.
D. In merito alla regione nella quale siete insediati, lo scorso gennaio è nato il «Cluster Aerospaziale Liguria» per promuovere la nascita di una rete per lo sviluppo e la valorizzazione delle eccellenze del settore aerospaziale presenti sul territorio ligure, e di cui lei è stato eletto presidente. Può illustrarlo?
R. In questo progetto le istituzioni ci hanno molto assistito, a cominciare dal ministro della Difesa Roberta Pinotti, come anche dal presidente della Regione Liguria Claudio Burlando ed infine dalla Confindustria. L’aerospazio è tra quei settori ad alto contenuto tecnologico su cui fare leva per dare vitalità all’economia di un territorio. La costituzione del Cluster Aerospaziale Ligure, che «rappresenta» oltre 300 milioni di euro di fatturato aggregato per più di duemila addetti, valorizza le eccellenti capacità e le molte conoscenze scientifiche e imprenditoriali presenti nella regione, con la speranza di far germogliare le piccole e medie imprese della filiera aerospaziale. Questa aggregazione industriale nasce su iniziativa di Piaggio Aerospace, Confindustria Genova, Consorzio Sire, D’Appolonia, Laerth, Metodi Engineering, Rossocarbon, Sekur Sistemi, Bonetti Group, Dipartimento di Ingegneria meccanica, energetica, gestionale dei Trasporti dell’Università di Genova. In tre mesi abbiamo superato quota 15 associati ed altre aziende continuano ad arrivare per poter realizzare insieme progetti di grande respiro. Questa nuova cabina di regia regionale renderà strategico il ruolo della Liguria nel settore aerospaziale. È indispensabile continuare a fare sistema a livello sia regionale che nazionale, incentivando la sinergia tra industria, ricerca e istituzioni e valorizzando ogni opportunità di collaborazione.
D. Che importanza ha avuto la conferenza del 5 marzo scorso a Fort Lauderdale in Florida, in cui avete riunito i vostri clienti civili statunitensi?
R. Erano sette anni che non si teneva una simile riunione. È stato un appuntamento estremamente proficuo perché il confronto con i clienti ha avuto successo a partire dall’affluenza di 74 delegati in rappresentanza di 45 operatori. Abbiamo illustrato ampiamente le qualità del nostro nuovo prodotto di punta per uso civile, l’Avanti EVO, e presentato agli americani il recente potenziamento del «customer service» negli Usa grazie all’accordo con la società statunitense Banyan Air Service che ha base proprio a Fort Lauderdale e che è diventata «authorized service center» di Piaggio Aerospace. Visti i lusinghieri risultati di tale appuntamento in Florida, abbiamo deciso di replicarlo spesso in futuro.     

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