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paolo gambron: kfi sbarca in turchia e apre kfiturk per supportare la logistica

Paolo Gambron,  direttore Vendite di KfiTurk

Nata con il nome di Kfi Trading srl nel 1991, poi semplificato in Kfi, con l’obiettivo di fornire soluzioni specializzate tramite l’impiego del codice a barre, in pochi anni la società milanese ha raggiunto una posizione di rilievo sul mercato divenendo un vero e proprio consulente strategico per tutti i problemi legati al mondo della tracciabilità e dell’identificazione automatica. Sotto la guida di Carlo Caserini, fondatore, amministratore delegato e presidente, è operativa principalmente nella logistica distributiva e nel trasporto merci, nel comparto industriale, nel retail, in ambito sanitario e, più in generale, in tutti i settori nei quali è importante la tracciabilità di dati, persone, informazioni. Ha una storia in ascesa: nel 1994 si allea con Zebra Technologies per la distribuzione sul mercato italiano dei sistemi stampa barcode e consumabili, e con Telxon per la fornitura di terminali batch sviluppati con software applicativo Kfi. Nel 1996 apre a Pordenone per seguire commercialmente e fornire servizi di assistenza tecnica agli stabilimenti Electrolux e fa i primi impianti wireless con tecnologia Telxon in ambito logistico, che diverrà per Kfi il mercato principale. Nel 1998 apre una sede a Bologna, crea un’unità specializzata nella commercializzazione di sistemi di stampa e applicazione automatica di etichette, e avvia un accordo con Symbol Technologies, attiva nell’offerta di sistemi mobili di transazioni dati in grado di fornire prodotti e soluzioni che rilevano, movimentano e gestiscono informazioni in tempo reale da e verso il luogo in cui si svolge l’attività. Quindi firma il contratto di distribuzione con Vocollect, fornitore di sistemi di riconoscimento vocale, e crea una divisione a Busto Arsizio per lo sviluppo di sistemi di pagamento, e a Roma. L’accordo con Printronix, consente a Kfi di proporre soluzioni di stampa a trasferimento termico industriale, e con Wavelink per le soluzioni di gestione da remoto delle infrastrutture wireless. Uno dei mercati più rilevanti è quello del «picking», ossia dell’operazione di prelievo da scaffale, funzione tipica della gestione logistica del magazzino. In un magazzino altamente strutturato e con una grande mole di prodotti diversificati il picking, assieme allo stoccaggio e alla catalogazione, rappresenta funzioni strategiche della gestione logistica; sono perciò importanti una buona gestione dell’attività di picking attraverso l’automazione, e la sua integrazione con sistemi informatici di logistica, che permettono il monitoraggio del flusso di magazzino e l’utile creazione di rapporti su scorte e giacenze.
Molte le sinergie di Kfi con altre strutture imprenditoriali, ed oggi un’apertura fondamentale, con la creazione ad Istanbul di KfiTurk, tappa fondamentale nella strategia di espansione all’estero, frutto della partnership con la realtà locale Satelturk attiva nel settore delle telecomunicazioni. L’apertura della consociata si è resa necessaria per soddisfare la crescente domanda di tecnologia vocale a supporto delle operazioni logistiche in Turchia, dove Kfi di recente aveva già sviluppato alcuni progetti, in collaborazione con la multinazionale tedesca Ssi Schafer Ag, per la produzione di soluzioni vocali Vocollect nei magazzini operativi nell’industria dolciaria.
«La Turchia rappresenta la porta di ingresso per la penetrazione in altri mercati vicini sia geograficamente sia culturalmente–dichiara Paolo Gambron, responsabile della sede di Pordenone, product manager della società italiana e direttore Vendite della nuova società turca –. Grazie all’apertura della nostra consociata saremo in grado di presidiare direttamente il territorio, affiancati da un partner qualificato, e di cogliere nel modo migliore le numerose opportunità che offre oggi il mercato turco. Un ruolo fondamentale per l’apertura della nuova consociata nella città nel Bosforo ha giocato la partnership con  Honeywell Vocollect Solutions, grande fornitore di soluzioni vocali innovative per gli operatori».
Gambron ha cominciato a lavorare finita la scuola, nel 1991, come tecnico nelle soluzioni automatiche presso un’azienda a Pordenone, e nel 1995 è entrato in Kfi cambiando ruolo e passando alla parte commerciale. Sono così trascorsi 21 anni.    
Domanda. Come sono utilizzati i prodotti vocali?
Risposta. La parte vocale permette di movimentare le merci nei magazzini senza l’utilizzo di terminali portatili dotati di display, utilizzando la voce, attraverso un terminale a cintura che l’operatore indossa, dal quale riceve vocalmente le istruzioni a partire dal sistema centrale vocalmente e a cui risponde vocalmente.
D. Dove sono principalmente impiegati i vostri prodotti?
R. I sistemi tradizionali di cui si occupa la nostra compagnia sono quelli che si vedono al supermercato, cioè terminali portatili che leggono il codice a barre, dando la possibilità di visualizzare le informazioni sul display e così di gestire la movimentazione delle merci.
D. Quali sono i clienti principali?
R. Il mondo dell’industria in tutti i suoi settori, per cui food&beverage, manifatturiero, elettrodomestici, auto, chimico; quindi i magazzini della grande distribuzione organizzata, e tutto il mercato del trasporto della logistica per cui i corrieri che, oltre a compiere il trasporto delle merci, spesso danno anche servizi di approvvigionamento esterno.
D. Chi ha fondato la società?
R. Kfi è italiana ed è nata nel 1993 dall’unione di tre soci, oggi solo due: Carlo Caserini, che ne è amministratore delegato e presidente, e Benedetto Castelli. Caserini aveva esperienza come direttore commerciale presso un’azienda che produceva e vendeva stampanti per le etichette di codici a barre; intuì che quel mercato era in espansione, così decise di aprire una propria società che forniva prodotti a ditte americane. E tuttora i nostri fornitori sono principalmente americani.
D. Ci sono concorrenti in Italia e in Europa?
R. Assolutamente sì, i concorrenti più significativi in Italia sono due o tre, mentre in ambito europeo operano aziende molto più grandi della nostra.
D. Quanti dipendenti avete?
R. Sono cinquanta: meno di quindici nel reparto commerciale, una ventina nella parte dei servizi dell’assistenza tecnica, dei servizi di vendita e di post vendita, i rimanenti nell’amministrazione e nel servizio clienti.
D. Avete operato sempre in Italia?
R. Abbiamo diverse realizzazioni fatte all’estero, ma i principali clienti sono italiani.
D. Fate intermediazione con l’America nella distribuzione dei prodotti o pensate anche alla produzione?
R. Nel settore dell’individuazione e nella gestione della movimentazione merce, noi siamo degli integratori, per cui acquistiamo prodotti da produttori multinazionali, prevalentemente americani, li integriamo con le nostre soluzioni e li inseriamo nel mercato.
D. Oggi vi state espandendo in Turchia, ma prima di arrivare in Turchia avete fatto altri tipi di accordi?
R. Personalmente sto seguendo da due anni la parte dei Balcani, prevalentemente in Slovenia e in Croazia, dove abbiamo un accordo con un partner importante, Spica. Abbiamo fatto un paio di installazioni relative alla vocale e non sulla parte tradizionale; Spica è l’equivalente di Kfi nella parte tradizionale, ossia quella dei lettori di codice a barre, e noi siamo il loro partner tecnologico per l’integrazione della componente vocale.
D. E adesso avete aperto questa consociata turca con quali quote?
R. Il 50 per cento è di Kfi italiana, il restante del socio turco Memet Poirac.
D. Come mai proprio la Turchia?
R. Abbiamo avuto una spinta da parte di un nostro fornitore, Vocollect, che produce le soluzioni vocali e che, avendo visto accrescere le richieste del mercato turco, ci ha invitato a collaborare. Ne sono nate delle opportunità e la scelta di aprire una società. La società è stata costituita poco prima del Natale 2014, ma da due anni già lavoro in quel mercato. Abbiamo attuato alcuni sistemi presso dei clienti turchi nel settore alimentare, e abbiamo aperto altre trattative che si dovrebbero concretizzare quest’anno sul mercato alimentare e del retail, ossia il mondo dei supermercati e della grande distribuzione organizzata, e sul mondo dei trasporti e della logistica, che sono i mercati di riferimento. Il lavoro con Shafer è nato proprio in Turchia.
D. C’è stata o c’è una crisi anche nel vostro settore?
R. No, è un mercato in crescita. In questo momento non c’è crisi anche perché la Turchia è lo sbocco dal Medio Oriente verso l’Europa, e viceversa. Non solo Medio Oriente, ma anche Paesi asiatici. Essendo la Turchia un Paese a cavallo tra i due continenti, c’è molta movimentazione di merce; inoltre quel Paese ha un prodotto interno superiore al 6 per cento. Invece nel lavoro commerciale la situazione non è semplice.
D. Lei, che si occupa della Turchia, stabilirà la sua base lì?
R. Ho il mio socio di Kfi, un turco, che svolge il lavoro quotidiano, mentre io avrò base in Italia e seguirò tutto attraverso vari spostamenti quando necessario.
D. Proseguirete nella vostra espansione o è il momento di fermarsi e di concentrarsi su determinate aree?
R. In questo momento la priorità è far decollare la Turchia, ma siamo molto attenti ad aprire nuove opportunità in altri mercati.
D. Quali sono i mercati a cui voi guardate?
R. Sono i mercati dell’Europa dell’Est e degli Stati Uniti.
D. Che tipo di rapporto c’è con gli Stati Uniti, oltre alla fornitura?
R. Stiamo già muovendo un discreto volume negli Stati Uniti, ma non con queste soluzioni. Più o meno 5 anni fa sono state introdotte in Kfi nuove soluzioni di stampa del mondo del picking, che produciamo e per le quali sono proprio gli Stati Uniti il mercato più attivo, dove abbiamo commesse per diversi milioni di dollari e forniamo il nostro know how. Il prodotto è una stampante che viene messa in un’apparecchiatura e rilascia la ricevuta; il meccanismo di stampa è stato progettato da noi e integrato poi dal cliente su un’apparecchiatura più grande.
D. Nel vostro settore si può parlare di made in Italy?
R. In questa nostra soluzione di stampa sì, essendo innovativa non tanto nella stampa in sé, quanto nella vera e propria struttura della stampante, che ha un guscio per cambiare il rotolo della carta completamente a scomparsa, non dà nessun ingombro, ed è stata brevettata. Ma in generale nel mondo dell’IT e dell’elettronica il made in Italy non c’è.
D. Kfi è nata con il nome di Kfi Trading, come mai poi è stato cambiato?
R. Il riferimento nel nome al termine inglese «trading» fa pensare al mondo della Borsa. Oltre a ciò, è stata una scelta di semplificazione. La nuova denominazione Kfi srl-Key for Industry renderà più facilmente riconoscibile il nostro know how anche sui mercati internazionali, scenari in cui l’azienda è ormai sempre più protagonista.
D. Partecipate anche a molti meeting. Sono utili?
R. Nei meeting «face to face» c’è sempre una risposta, perché sono selezionate aziende la cui partecipazione è già fissata, così sono organizzati vari appuntamenti finalizzati alla presentazione dei prodotti offerti con chi è interessato ad essi.
D. Registrate, con vari premi, un elevato grado di soddisfazione da parte dei clienti. Di recente avete anche ricevuto il Platinum Level Honeywell, che solo 150 aziende nel mondo hanno conseguito.
R. Questo garantirà benefici tangibili per i nostri clienti: il «Platinum level» dà infatti accesso a un programma di training continuo sia per la forza-vendita sia per i tecnici sul campo. Questo nuovo traguardo consolida la nostra partnership con un importante marchio a livello internazionale, Honeywell, per offrire un supporto qualificato e rispondere nel modo migliore ai bisogni dei nostri clienti in termini di tracciabilità del prodotto e attività delle persone. Grazie alla certificazione Platinum potremo collaborare a stretto contatto con Honeywell Scanning & Mobility, assicurando una maggiore qualità di supporto e competenza.
D. I vostri prodotti consentono di abbattere i costi di gestione dei grandi centri, ma hanno un costo iniziale più elevato rispetto ai metodi tradizionali?
R. Soprattutto la soluzione vocale è decisamente più costosa di quella tradizionale, ma permette di avere un ritorno d’investimento molto più veloce; raramente si superano i 18 mesi, nella maggior parte dei casi tra il dodicesimo e il quindicesimo mese di uso. Nel mondo del retail non c’è mai stato un incremento di produttività inferiore al 18 per cento. Inoltre c’è una riduzione degli errori umani di oltre il 50 per cento, e ormai siamo sull’ordine di un errore ogni mille pezzi movimentati.
D. In Italia chi è più interessato nei vostri servizi? C’è un territorio particolare?
R. Abbiamo clienti in tutta Italia, sebbene in prevalenza nel Nord, dall’Emilia a salire, perché tutte le produzioni sono lassù. A Roma siamo presenti nel mondo farmaceutico e della logistica, ma l’area più coperta in assoluto è quella della Lombardia e del Triveneto, dove non a caso c’è la sede con la filiale operativa.
D. Invece nel Sud? Ci si arriva in Sardegna o in Sicilia?
R. Sì, in Sardegna di meno, ma in Sicilia ne abbiamo, quindi il territorio nazionale lo copriamo tutto.    

Tags: Marzo 2015

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