vincenzo surace: far circolare i bus ma anche i dati delle pubbliche amministrazioni
Ingegnere dei Trasporti, dirigente d’azienda come direttore, vicedirettore generale e direttore del servizio in numerose aziende di trasporto pubblico di persone, ferroviarie, filoviarie, di navigazione e automobilistiche urbane ed extraurbane, operanti in tutta Italia, dall’Emilia-Romagna alla Lombardia, dall’Umbria alla Puglia, Vincenzo Surace è dal 30 aprile 2011 presidente e amministratore delegato di Cotral, maggiore azienda italiana di trasporto extraurbano su gomma. Quando non aveva lavorato in aziende altrui, l’ingegner Surace aveva svolto attività di progettista e consulente di diversi Piani del traffico e della mobilità in molte città italiane, nonché di strutture ferrotranviarie e di project manager d’impresa. Ai suoi compiti si aggiunge ora l’incarico che Cotral dovrà sviluppare con la struttura demandata dai Ministeri dello Sviluppo Economico e della Pubblica Amministrazione di collaudare il progetto della «Amministrazione trasparente» di far circolare rapidamente le informazioni tra gli operatori pubblici, in particolare l’aggiornamento giuridico.
Domanda. Trasparenza e Cotral, che cosa comporta questa unione?
Risposta. Il sistema dell’amministrazione trasparente al quale stiamo aderendo è stato affidato dalla Funzione pubblica a professionisti della materia come Enrico Michetti il quale, per conto della PA, sta perseguendo l’obiettivo della diffusione nazionale dei dati. Se sono presenti delle «opacità» nelle procedure di gare d’appalto in generale, devono emergere dai dati presentati. In un’azienda come la nostra ciò è reso ancora più necessario dalle dimensioni che rendono nazionale e spesso anche europeo l’interesse. Le nostre gare hanno tutte un taglio al di sopra della «soglia europea», e quindi un interesse superiore da tutelare.
D. In che consiste la soglia europea?
R. Sopra i 215 mila euro, i 400 milioni di lire di una volta. Significativa la dimensione dei cittadini a cui ci rivolgiamo: oltre 5 milioni di persone possono utilizzare il nostro servizio, in poco meno di 400 Comuni; è un dato. Faccio un esempio: l’ultimo concorso per la selezione dei conducenti ha ricevuto 11 mila domande.
D. Quanti erano i posti a disposizione?
R. Circa 250, e più del 50 per cento vengono da fuori. Roma è il maggiore polo di attrazione nazionale, dare risposte a una platea così ampia è impegnativo anche per i costi, dovendo ricercare strumenti e usare tempi che nel nostro settore normalmente non sono richiesti. A volte la trasparenza si ferma alle attività legate alle gare d’appalto e agli aspetti più sensibili ma, se vi sono situazioni in cui le aziende possono aggirare le norme, diventano visibili a tutti, operatori e cittadini, e vengono ben evidenziate.
D. In che modo si svolge questa attività volta alla trasparenza?
R. La nostra azienda possiede sistemi informatici di altissimo livello e contenuto. La trasparenza prevede anche la possibilità di interrogare il sistema ed entrare in ulteriori sistemi che il primo deve, per obbligo, consultare di iniziativa propria. Lo scopo è evitare che la ricerca di dati richiesti dai cittadini sia compiuta scomodamente in più livelli. In questo modo invece, si rende immediatamente nota sul proprio sito aziendale la risposta puntuale e si possono pubblicare le informazioni anche su sistemi più ampi, come quello della trasparenza nella PA e della Funzione pubblica. Da una parte, dunque, si ha un sistema di informazione diretta per i cittadini ed il mondo imprenditoriale, dall’altra si estende questa possibilità anche ad altri soggetti: ciò che fa la struttura guidata da Enrico Michetti è fornire informazioni anche al Governo. La nostra situazione è particolare perché normalmente sono gli enti e le società strumentali ad adeguarsi più rapidamente a questi standard; noi siamo una società di servizi e una grande stazione appaltante, con un’elevata complessità di dati, abbiamo mediamente un centinaio di nuove attività di carattere giudiziale e stragiudiziale ogni anno riguardanti il personale e i fornitori per gare e contratti, numeri che normalmente appartengono a società di rilevanza nazionale. Lavoriamo in una sorta di cristalliera che dovrebbe essere anche uno strumento di dissuasione per il malcostume, obiettivo delle leggi emanate negli ultimi tre anni. Oggi, per esempio, si arriva a pubblicare sui siti la dichiarazione dei redditi degli amministratori e dei dirigenti, e quindi si è dato avvio ad una trasparenza che ha un carattere di novità sebbene in varie leggi, dal 2003 in poi, con scarsa definizione era stato imposto un procedimento, si erano stabiliti i soggetti interessati e non erano state fissate sanzioni per gli inadempienti.
D. In che modo sono invece attivamente coinvolti gli utenti?
R. C’è la sezione per quello che i cittadini e gli utenti dicono o rilevano. Cotral trasporta circa 120 mila persone al giorno, e nella Regione Lazio i cittadini che mediamente usano i nostri veicoli sono quasi il 30-35 per cento. È evidente che dall’informazione sui nostri servizi e su come essi sono pagati scaturisce la capacità di offrire loro la massima qualità.
D. A che livello qualitativo si trova il settore in generale?
R. Dal punto di vista della qualità esistono tantissime lacune nei settori nei quali non si è investito negli ultimi 7-8 anni. L’operazione di azienda trasparente potrebbe divenire una cartina al tornasole e superare anche le «carte di qualità dei servizi» attivate negli anni 90, che non prevedevano un sistema sanzionatorio per le società, o comunque nessun tipo di penalizzazione economica. Negli anni queste aziende di trasporti si sono ritrovate in situazioni poco conosciute anche ai loro proprietari; questo fa comprendere le conseguenze causate, dalla mancanza di trasparenza, ai cittadini ma anche gli enti proprietari, che non hanno mai avuto un riscontro, se non sporadicamente, di queste difficoltà: in questo senso la trasparenza si traduce anche in una spinta a non perseverare negli errori e a migliorare.
D. Quando saranno tangibili i risultati di questa azione di trasparenza?
R. Quella che può sembrare una situazione semplice per un’azienda grande, è invece complessa e onerosa. L’operazione trasparenza a mio giudizio darà risultati a medio e lungo termine ma, nel breve termine, costituisce un costo evidente, sebbene necessario, ma un investimento per il futuro.
D. Non sono previsti incentivi?
R. Si tratta di un investimento in cui non sono previsti, per il momento, finanziamenti né dai Ministeri né dalle Regioni, che non hanno fondi disponibili; ma data l’importanza di siffatta azione, per incentivare l’obiettivo essa dovrebbe essere inserita e finanziata da parte di chi ne ha la responsabilità. Non ci sono finanziamenti significativi; gli ultimi tre Governi hanno puntato agli obiettivi di qualità, standardizzazione e trasparenza, tre attività simili che vanno di pari passo e che è corretto finanziare o finanziarne gli strumenti e tenere vivo un sistema che fornisce continue informazioni.
D. È raggiungibile la standardizzazione in questo sforzo di trasparenza?
R. Chi partecipa a una gara d’appalto e vuole conoscerne l’esito, non può aspettare tre, o sei mesi, o addirittura una rendicontazione annuale, soprattutto se ci si ritiene danneggiati e non si hanno notizie né informazioni sulle attività dell’azienda. È evidente che ciò non è possibile, e perché lo diventi è necessario attivare funzioni complesse che le aziende devono possedere per fornire le informazioni con strumenti informatici efficaci; non si possono far navigare gli utenti in siti nei quali a volte è complicata o parziale la lettura, o costringerli a rivolgersi a portali differenti da un’azienda all’altra. La standardizzazione richiede semplicità. Nei portali delle aziende è previsto un collegamento obbligatorio che riporta al link «Amministrazione trasparente», cui poter accedere e inserire le informazioni dell’azienda, in modo standardizzato come punto di riferimento per tutti gli utenti. Ciò è utile anche per valutare la PA, i suoi modelli, modalità e fonti di sprechi e diseconomie. Ci candidiamo a lavorare perché abbiamo strumenti informatici di alto livello con i cospicui investimenti compiuti. Spero che questa attività sia di vicendevole utilità e che il risultato costituisca il modello standard per le aziende più piccole.
D. Com’è organizzata l’informazione all’interno dei database informatici?
R. Le informazioni spesso non sono organizzate per serie di documenti su singole situazioni; normalmente esistono strutture che la Funzione Pubblica prevede nell’individuare vari livelli di interrogazione dei sistemi: un’interrogazione innanzitutto di conoscenza dell’attività, cui si risponde con una sintesi che riporta le informazioni essenziali richieste solo per un aspetto limitato all’evento; quindi un’interrogazione più specifica, che riguarda l’attività. Faccio un esempio che riguarda Cotral: due sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, rilevando alcune situazioni sulla modalità delle forniture con gare elettroniche, ne hanno modificato anche gli aspetti legislativi nazionali perché non coerenti con la normativa europea. Di conseguenza tutte le gare in Italia sono state annullate e riemesse, facendo sorgere un interesse anche in chi svolge attività giudiziale. Una situazione simile non è più di interesse solo dell’azienda, ma si estende all’ambito nazionale. Di questo, noi diamo informazione.
D. Come informatici?
R. Abbiamo scelto di candidarci e di investire sulla disponibilità di queste informazioni, che include la responsabilità di farle uscire in maniera intelligente e non solamente come mole quantitativa di dati che poi non porterebbero a una reale utilizzabilità. Tali strumenti possono dare una possibilità di conoscenza all’opinione pubblica che, in un settore come il nostro, ha un valore notevole; e con l’opinione pubblica possiamo realizzare una valutazione e fornire una lettura della nostra azienda e delle nostre attività ben più ampia rispetto a quella di un’azienda che si occupa solamente di far girare le ruote di un autobus.
D. Siete quasi dei pionieri in questa rivoluzione. Come sta andando?
R. È una situazione che probabilmente non ha eguali in Italia per complessità; ogni volta che affrontiamo un problema non abbiamo un modello di riferimento. Cosa significa, ad esempio, fornire ai circa 400 Comuni della Regione Lazio le informazioni di Cotral per inserirle nei loro siti? L’Information Technology oggi serve a noi per pubblicizzare i nostri servizi e allargare la platea di accessibilità ad essi, e va incontro a quei cittadini che non sanno quando passa un autobus o quando possono tornare a casa. Riteniamo che su questa parte le possibilità di finanziamento ci siano e sono legate chiaramente alle disponibilità economiche dell’Unione Europea; e molte sono le risorse che anche i Comuni hanno per gestire queste situazioni.
D. C’è una concorrenza privata in questa attività informativa?
R. C’è un’agguerrita concorrenza, ma è a beneficio delle attività imprenditoriali, e questo vuol dire anche minori costi per l’amministrazione dove deve chiedere pareri o indicazioni. Passare dalla Gazzetta Amministrativa scritta ad un sito elettronico significa decuplicare le informazioni, tanto che la Gazzetta online oggi mi sembra sia il secondo giornale, dopo il Sole 24Ore, più visitato che mette a disposizione i commenti alle sentenze entro 3-4 giorni seguenti alla pubblicazione delle stesse.
D. Ha citato alcuni benefici nel settore trasporti, saranno replicabili negli altri?
R. Questo processo non riguarda solo il settore dei trasporti, ma tutti i servizi che operano in ambiti più ristretti e compressi, i quali potrebbero avere benefici molto significativi da questa operazione nel complesso, perché non tutte le aziende hanno la possibilità di strutturarsi a un livello altissimo. Non avendo tutte i problemi delle grandi aziende, non hanno a disposizione quei grandi uffici legali di cui le grandi aziende dispongono, ma potranno usufruire in maniera gratuita di questo nuovo strumento sul quale l’investimento non grandissimo è stato fatto dall’amministrazione attraverso la Sogei, una società informatica pubblica.
D. Quali sono i primi benefici che Cotral ha tratto da questo investimento?
R. Un esempio: abbiamo avuto l’emergenza della neve e la nostra azienda era l’unica che operava nel territorio regionale perché è organizzata. Altro esempio: se la Regione Lazio dovesse avere problemi nella raccolta dei rifiuti, l’azienda ha strumenti logistici da rendere disponibili, tali per fronteggiare qualsiasi tipo di emergenza solo attraverso una modalità efficace di gestione coordinata e informata.
D. Un’ultima considerazione?
R. Ricorderei al legislatore che, tutto sommato, dismettere è bello, privato è bello, ma ci sono settori, come quello del trasporto in cui il privato non è adeguato e pronto a surrogare le grandi aziende pubbliche, e allora bisogna comprendere che la modalità di gestione è fondamentale. Una piccola azienda non può affrontare i problemi di una grande per una questione di costi.
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