back

UNIGIOCO

GIOCO: IL GOVERNO CHIAMATO A RISPETTARE
GLI IMPEGNI
DEL PRECEDENTE

 

di FRANCESCO TOLOTTI
presidente della
Fondazione Unigioco

Un settore come
il gioco lecito richiede
una gestione dotata
di risorse umane
e tecniche necessarie
a sostenere l’innovazione
e garantire trasparenza,
correttezza e tutela dei
diritti degli utenti: non
possono adottarsi norme
frettolose che creano
problemi di legittimità
e di difficile applicabilità

l 2012 si apre con un mondo del gioco sempre più al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, della politica e delle istituzioni per una svariata serie di motivi, che vanno dalla sua capacità espansiva all’incidenza crescente del suo fatturato sul prodotto interno nazionale e ai conseguenti proventi che ne derivano per l’erario, agli indubbi aspetti problematici e di rischio che lo caratterizzano sia per quanto riguarda i comportamenti individuali (ludopatie, compulsività ecc.) che per quanto concerne possibili contaminazioni con pratiche illegali, dal gioco clandestino ai rischi di riciclaggio del denaro.
È auspicabile che alcuni degli impegni già assunti dal precedente Governo vengano mantenuti, primo tra tutti quello relativo alla nascita dell’Agenzia dei giochi, con il superamento della situazione attuale che vede in capo all’Amministrazione dei Monopoli di Stato competenze e deleghe che spaziano, appunto, dal mondo del gioco al settore dei tabacchi lavorati.
Dato atto dell’enorme mole di lavoro sin qui svolta da tale Amministrazione con crescente competenza, non si può non riconoscere come un settore complesso e delicato, come quello del gioco lecito, richieda uno strumento di gestione e di governo ad hoc, dotato delle risorse umane e tecniche necessarie a sostenere la sfida di un settore in cui l’innovazione deve procedere di pari passo con crescenti garanzie di trasparenza, correttezza e tutela dei diritti degli utenti. In secondo luogo, anche le vicende più recenti - è il caso della bocciatura, da parte del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, della cosiddetta «tassa sulle vincite» delle videolotterie, introdotta da uno degli ultimi provvedimenti del Governo Berlusconi - testimoniano che non si può intervenire «a gamba tesa» sulla fiscalità del settore, pena il varo di norme frettolose che scontano problemi di legittimità oltre che di difficile applicabilità.
Ancora una volta si presenta in tutta evidenza la necessità di investire in questo settore in termini di studio e di conoscenza, per dare base scientifica agli interventi nei diversi ambiti, dalle misure fiscali alla produzione legislativa, ai provvedimenti in materia di contrasto e prevenzione del gioco problematico. Per questo la Fondazione Unigioco intende impegnarsi a fondo per dare un contributo alla maturazione di una genuina cultura del gioco, scevra da demonizzazioni a priori, perché il gioco, anche nella sua componente di alea (rischio, azzardo), è attività tipicamente umana, ma anche consapevole dei rischi individuali e sociali che a questa attività sono connessi.
Tra il 24 e il 26 gennaio scorso ha avuto luogo a Londra l’ICE 2012, l’annuale importante raduno degli operatori professionali del gioco provenienti da tutto il mondo; un appuntamento fondamentale cui la Fondazione Unigioco ha voluto essere presente, perché diventa ogni giorno più chiaro - come ha per altro messo in luce l’attenzione con cui è stato accolto il Libro Verde sui giochi del commissario europeo Michel Barnier -, che i problemi del settore, a livello di opportunità come di rischi, debbono essere affrontati sempre più a livello internazionale, in primo luogo comunitario per quanto riguarda l’Europa; la dimensione nazionale finisce, infatti, per risultare inevitabilmente stretta per la gestione di un mercato sempre più globalizzato.
Per il primo febbraio, nella Sala del Carroccio in Campidoglio a Roma, la Fondazione ha organizzato il convegno «Ludere Humanum Est. Analisi e proposte per un approccio consapevole al gioco». Con l’obiettivo di favorire la convergenza tra ricerca nel territorio, riflessione scientifica e rappresentanza istituzionale, e costruire una concreta proposta di intervento, sono stati invitati, oltre a rappresentanti delle istituzioni a vario livello, il dott. Donato Verrastro dell’Università di Salerno, che ha condotto con il coordinamento della prof. Ornella De Rosa un’importante ricerca in Campania sulla diffusione del gioco problematico e sui problemi ad esso connessi; la pedagogista prof.ssa Clementina Gily dell’Università Federico II di Napoli, il dott. Giuseppe Italia, dirigente del Comune di Roma, e la dott. Anna Cipriani della Scuola Psicosomatica Cristo Re che, in collaborazione con Primo Consumo, associazione di consumatori, gestisce uno sportello telefonico di ascolto e di aiuto per i giocatori problematici.
Ritorneremo sulle proposte uscite dal convegno nel prossimo numero di questa rivista; in questa sede mi preme di sottolineare come il tema della prevenzione e del contrasto delle ludopatie, oltreché del monitoraggio dei comportamenti a rischio, debba costituire sempre più il terreno di un impegno condiviso non solo, come è ovvio, dei politici che sono chiamati a normare e legiferare efficacemente in materia, ma di tutti gli operatori del settore, a partire dalle realtà economiche più forti che legittimamente ricavano profitti ma, doverosamente, non possono dimenticare le responsabilità che nutrono nei confronti del cittadino giocatore e della società nel suo complesso.

back