In collaborazione
con lo Stato Maggiore della Difesa
MENS SANA
IN CORPORE SANO:
UN’INIZIATIVA
DELL’ESERCITO
A SCAMPIA
del Ten. Col. FILIPPO PLINI
Ministero della Difesa
Gabinetto del Ministro
Un incontro di pallavolo
delle Forze Armate
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ens sana in corpore sano. È un classico modo di dire che sta a significare che le sane facoltà mentali si trovano in un fisico sano. E, quindi, la capacità intellettuale è in stretta correlazione con la forma e il benessere fisico. E se parliamo di capacità intellettuale, di «mens sana», ci riferiamo a comportamenti ispirati comunque a valori etici e morali elevati, in qualche maniera tutelati e preservati da un involucro, il fisico, che contribuisce a custodire questi valori. E se gli insegnanti di un tempo - perché chi scrive non ha più vent’anni -, invogliavano a mantenere un fisico sano attraverso esercizi ginnici e la cura dell’aspetto e dell’alimentazione, era proprio perché l’esperienza degli avi aveva dimostrato che l’ozio è il padre di tutti i vizi e all’abbandono e al decadimento fisico corrispondono quello morale ed etico.
Un esercito non prestante e non curato quali valori trasmette? Quale sicurezza e quali garanzie? Non è da molto che le Forze Armate hanno cominciato a riconoscere il sottile ma fondamentale legame tra efficienza fisica, che nei Reparti si chiama efficienza operativa, e integrità e solidità della struttura. Con tali azioni le Forze Armate intendono recuperare non solo l’immagine del soldato, sempre più spesso chiamato ad intervenire in zone di crisi fuori area ove è richiesto molto più che il semplice addestramento ginnico, come anche in situazioni nazionali interne legate ad emergenze di Protezione Civile.
E se da un lato l’esercito sta progressivamente curando nel proprio interno la formazioni fisica, culturale ed etica, dall’altro sta seguendo un cammino di condivisione, con la società italiana e internazionale, di valori saldi quali il rispetto della vita, la lealtà, l’impegno ecc. Tali attività sono state sottoposte all’attenzione dei media attraverso iniziative di portata mondiale in collaborazione con altri Paesi europei ed extraeuropei, tra le più significative delle quali citiamo la V edizione dei Giochi Mondiali Militari di Rio de Janeiro dello scorso mese di luglio.
Oltre alle rilevantissime attività diplomatiche tra i vari Paesi che inevitabilmente accompagnano eventi di tale portata, tanto per citare il «caso Battisti» che ha visto impegnate a lungo le diplomazie italiana e brasiliana, in queste occasioni, vengono messe a confronto le diverse peculiarità atletiche e sportive, anche culturali e tradizionali in genere, dei comparti militari delle Nazioni partecipanti. La Nazionale militare italiana ha conseguito brillanti risultati a consuntivo dei Giochi Mondiali Militari, chiudendo al terzo posto nella classifica generale dietro Brasile e Cina, e conquistando 51 medaglie di cui 14 d’oro, 13 d’argento e 24 di bronzo.
Uno straordinario successo sportivo immediatamente coronato da un gesto di altrettanta distinta maturità, stavolta umana. Gli atleti della Nazionale militare italiana, infatti, appena rientrati da Rio de Janeiro hanno voluto dedicare i loro successi ai «Colleghi militari» caduti in missioni fuori area e a tutti i militari che quotidianamente offrono il loro generoso impegno nelle missioni internazionali, il senso del più alto spirito di servizio, l’orgoglio dell’appartenenza che, per quanto semplice e spontaneo, è senz’altro denso di significati. Superfluo anche evidenziare che ai Giochi partecipano spesso, fianco a fianco, militari di Paesi in conflitto fra loro ad evidenziare che lo sport affratella i popoli e cancella ogni disputa fra uomini.
Obiettivamente non si è avuto, a mio avviso, un adeguato risalto mediatico dell’evento che comunque, al di là del risultato agonistico, contiene valide espressioni di umanità e di partecipazione. Aspetti che nel mondo giovanile di oggi si fa fatica ad apprezzare. Sappiamo bene, continuando con le metafore, che fa più rumore un albero che cade piuttosto che una intera foresta che cresce. Ma non si può e non si deve ignorare o, peggio, snaturare il fiorire della spontaneità e dell’umanità senza la quale, obiettivamente, poco avremmo di diverso rispetto ai sottostanti livelli del Creato.
Ma oltre al diretto rapporto con lo sport i cui riflessi sono benefici «effetti collaterali», la Difesa ha da poco avviato un ambizioso progetto che si prefigge di fornire alternative di riguardo per lo sviluppo sociale, culturale e fisico di ragazzi e adolescenti, in special modo nelle aree di maggior depressione sociale e degrado urbano. Stiamo parlando del progetto «Sport e Legalità», realizzato d’accordo con il Ministero delle Pari opportunità, con il Ministero della Gioventù e con il Coni, per la collaborazione e l’impegno diretto della Difesa nella realizzazione di impianti sportivi polifunzionali ove aggregare i giovani per coltivare non solo l’aspetto esteriore ma anche l’aspetto umano, culturale ed etico.
Grazie anche all’impegno di rappresentanti sportivi locali, la prima esperienza del progetto è in corso di realizzazione a Scampia, quartiere di Napoli, ove sorgerà un complesso polivalente all’interno di una caserma dismessa dall’Esercito per lo scopo. Il progetto prevede impianti polifunzionali per diverse discipline sportive - judo, pallavolo, pallacanestro, calcio, ginnastica ecc. -, nonché aree attrezzate per genitori e nonni dei bambini e ragazzi impegnati nello sport. Si vuole così creare un polo di aggregazione non solo per definite e limitate fasce di età, ma anche per coloro i quali potrebbero sentirsi esclusi e non coinvolti per questioni di età o di interessi.
L’obiettivo è di ricreare un armonico ed accogliente ambiente familiare ove trascorrere proficuamente il tempo sia che si pratichi sport sia che ci si dedichi alla lettura o al passeggio, in un contesto di sana crescita sociale, fisica e culturale.
Un esempio ulteriore di vicinanza delle Forze Armate ai concittadini, per la costruzione di un futuro migliore per molti giovani meno fortunati che potranno trovare alternative impegnative ma gratificanti alla vita di strada. Un futuro migliore che potrà tradursi un una società migliore per tutti.
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