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RETRO
SPECCHIO

 

REVISORI DEI CONTI,
VERSO IL PASSAPORTO EUROPEO


Il primo Congresso europeo dei revisori legali

 

Sarà il Parlamento europeo ad imprimere una decisa accelerazione al pieno riconoscimento professionale del revisore legale attraverso la realizzazione di un vero e proprio «passaporto europeo del revisore» che consentirà a tutti i liberi professionisti di svolgere in pieno l’esercizio della loro attività in tutti i 27 Paesi-membri. L’annuncio è stato dato da Antonio Preto, capo di Gabinetto del vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, al primo Congresso italo-europeo sulla revisione legale organizzato a Bruxelles, dall’Istituto nazionale Revisori legali. La mozione finale approvata all’unanimità invoca, come ribadito dal presidente dell’Istituto Virgilio Baresi, «l’immediato varo dei regolamenti attuativi del decreto legislativo 39/2010 per porre fine al grave danno, per la professione del revisore, che fino ad oggi si è tradotto in circa 2 miliardi di euro di mancate prestazioni professionali e un miliardo di mancati introiti per l’erario». E aggiunge: «Risulta paradossale e illogico, oltreché intollerabile, avere un passaporto europeo del revisore che non è ancora riconosciuto in Italia». Ancor più incisivo è stato l’intervento del vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella che ha evidenziato come sia «inaccettabile che in Europa la stragrande maggioranza dei controlli siano nelle mani di quattro agenzie di rating; auspico che ci siano sempre più società di revisione e sempre più revisori coinvolti in un severo monitoraggio perché il dominio delle ‘big four’, reso ancor più vistoso dalla mancanza di una seria rete informativa, ha causato spesso danni enormi alla collettività, come accaduto nei casi italiani di Parmalat e Cirio. Ora è necessario sbloccare la situazione in Italia, dove non sono stati ancora varati i 21 decreti attuativi, mentre l’Europa ha già realizzato un libro verde sulla revisione». Antonio Preto ha spiegato le modifiche alla direttiva 43/2006 sulla revisione in discussione nel Parlamento europeo, riguardanti la libera circolazione professionale dei revisori in Europa, nuovi e specifici confini tra attività di revisione e di consulenza; indipendenza totale dei revisori nella revisione dei conti degli enti di interesse pubblico. E ancora gare d’appalto aperte e obbligatorie per gli enti che dovranno indire una procedura trasparente attraverso i propri comitati di controllo interni, e infine l’obbligo per le imprese di revisione di non offrire servizi diversi da questa, con un mandato fino a 6 anni rinnovabile solo dopo 4 anni. Nel chiudere i lavori il presidente Baresi ha chiarito che «i revisori non chiedono nulla se non il rispetto della legge e la sua piena attuazione. Questo continueremo a sostenere per la piena attività di revisione legale e per la rappresentanza tributaria nei contenziosi, che rappresentano abilitazioni professionali già sancite per legge. L’Italia è in ritardo rispetto all’Europa, ma confidiamo nel nuovo Governo che, composto da tecnici di alto profilo, saprà accogliere con tempestività le nostre istanze». (Elis. Man.)

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