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FESTE CON SORPRESA
Triste, quello passato, per sofisticatori e falsificatori di generi alimentari: il Corpo forestale dello Stato ha sequestrato ingenti quantitativi di prodotti, a cominciare dalla mozzarella di bufala campana dop, oggetto di una maxi operazione condotta in varie regioni del Centro-Sud. Le verifiche hanno riguardato un caseificio del Casertano e diversi punti vendita e distributori. Sono state elevate sanzioni amministrative per oltre 50 mila euro e sporte denunce per frode in commercio e per contraffazione. L’operazione, frutto di indagini condotte dal Comando provinciale del Corpo forestale di Caserta insieme al Nucleo Agroalimentare e Forestale di Roma, si è estesa nelle province di Caserta, Isernia, Frosinone e Chieti da parte dei relativi nuclei investigativi. In molti casi venivano pubblicizzati ed esposti impropriamente il marchio del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana dop e quello di denominazione di origine protetta, in quanto il caseificio di riferimento non è risultato iscritto al consorzio di tutela. Un’altra operazione denominata «Por-Cina» e coordinata dal Comando provinciale di Milano è stata compiuta dal Corpo forestale dello Stato in Lombardia, Piemonte, Veneto e Campania, dove sono state sequestrate oltre 6 mila confezioni di funghi porcini secchi pari a 5 quintali, provenienti principalmente dalla Cina ma commercializzati come prodotto italiano. Distribuiti da un’azienda operante nell’hinterland milanese, i funghi venivano posti in vendita nei supermercati con etichette indicanti l’Italia come luogo di origine. Parte del prodotto, con lo stemma tricolore, è stato commercializzato come «italian food» nei 5 Continenti. Pure prima di Natale sono state sequestrate a Pistoia e a Novello vicino Cuneo 372 confezioni da 250 grammi ciascuna, pari complessivamente a 111 chilogrammi, di pasta aromatizzata al vino a denominazione protetta; mentre all’interno di una ditta del Pistoiese dedita al commercio all’ingrosso e su internet il Corpo forestale ha sequestrato tagliatelle aromatizzate al Chianti classico docg e al Brunello docg. Le tagliatelle venivano distribuite in esclusiva negli aeroporti di Roma trattandosi di un prodotto di «nicchia» venduto al dettaglio e a un prezzo molto elevato, sfruttando la fama internazionale delle denominazioni protette dei suddetti vini italiani. L’operazione è scaturita in seguito a un controllo eseguito all’interno dei «duty free» dell’aeroporto di Roma-Fiumicino, dove sono venduti i prodotti dell’eccellenza agroalimentare italiana. (Elis. Man.) |
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