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RETRO
SPECCHIO

 

CARITAS IN VERITATE, IN UN LIBRO L'ANALISI
DELLA CRISI DEI VALORI


Papa Benedetto XVI

Cosa è cambiato da quando il 29 giugno 2009 Papa Benedetto XVI ha pubblicato l’enciclica «Caritas in veritate», e grazie ad essa? Molte situazioni oggi appaiono diverse. Ma le cause della crisi sono state davvero rimosse? È quanto si chiede Stefano Cingolani nell’introduzione al libro «Caritas in veritate, la lezione e l’esperienza», presentato in un tradizionale «Giovedì di Santa Marta» a Roma. La risposta è affidata, nel volume, a una schiera di personaggi della politica, delle istituzioni, dell’economia, della magistratura: Maurizio Sacconi, Roberto Formigoni, Raffaele Bonanni, Flavio Felice, Stefano Cingolani, Alberto Mingardi, Maurizio Flammini, Claudio Bianchi, Roberto Bernabei, Flavia Caretta, Fabio Massimo Gallo, Maurizio Giordano e Bruno Sconocchia. Il grande tema della povertà sul quale si sofferma l’enciclica, secondo Cingolani, «si pone in modo diverso dal passato: studi comparati condotti dal Fondo monetario internazionale mostrano che le ineguaglianze si sono ridotte nei Paesi poveri, sono aumentate in quelli ricchi; tanto più si sono ridotte tra i poveri e sono aumentate tra i ricchi, quanto più ampia è stata l’integrazione nel mercato mondiale». E poi la crisi come è stata rappresentata dagli organi di informazione? Secondo Cingolani «è stata la fiera della manipolazione, fino al punto che la narrazione degli eventi ha influito sugli eventi stessi e certo non per il meglio». Quello della gravissima crisi in atto è anche il tema su cui si è misurato il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni. «Una situazione prodotta e alimentata da una finanza senza controllo e senza regole, che ha acuito le diseguaglianze sociali e ha prodotto povertà e disoccupazione in tutto il mondo. C’è bisogno–aggiunge Bonanni–di un profondo rinnovamento culturale attraverso la riscoperta dei veri valori su cui costruire un futuro migliore. Questo è il messaggio di fiducia e di speranza dell’enciclica di Benedetto XVI, che indica con lucidità e chiarezza una strada alternativa a quello del passato, ponendo al centro del vero sviluppo il valore essenziale della vita». E Fabio Massimo Gallo, presidente di Sezione Lavoro della Corte d’Appello di Roma, spiega lucidamente: «Quel che caratterizza la posizione della Chiesa nei confronti dello sviluppo economico e tecnologico è il costante richiamo alla natura umana che è materiale e spirituale ad un tempo, e non può essere ridotta alla ricerca del solo soddisfacimento di esigenze materiali». E secondo Gallo, occorre tener ben presente questo per evitare che la vita si riduca a «un’affannosa competizione senza regole e senza il fine ultimo di realizzare non solo il benessere per il singolo individuo o Paese, ma per l’intera umanità». (Elis. Man.)

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