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GHERARDO LA FRANCESCA: IL MOMENTO CHE ITALIA E BRASILE ASPETTAVANO DA SEMPRE


a cura di
ROMINA CIUFFA

Gherardo La Francesca,
Ambasciatore d'Italia in Brasile

Momento Itàlia-Brasile
si riassume in 2 simboli:
il Cristo Redentor di Rio
e il Colosseo di Roma.
Ma anche nel Modello
di sviluppo industriale che l'Ambasciata italiana in Brasile ha messo a punto
per rendere effettiva
la danza fra i due Paesi,
che è a tutti gli effetti
un forrò acrobatico

il momento di un forrò: il Brasile prende per mano l'Italia, seduta in sala ad attendere l'invito come una signora d'altri tempi, e la fa ballare. Non sarà un caso che il termine «forrò» sia associato alla locuzione inglese «for all», per tutti, frase di invito al ballo usata nelle feste degli immigrati: si tratta della più diffusa danza popolare del nord-est del Brasile, e si balla in coppia. L'Italia accetta l'invito e scende in pista con un Paese che sa condurre meglio di qualunque altro una danza acrobatica: il forrò universitario, fatto di salti e piroette, ma anche le acrobazie che da qualche anno compie, attraverso le quali non solo si è inserito tra i Paesi del Bric (dando all'acronimo l'iniziale), ma ha raccolto una sfida globale che lo porterà a ricevere milioni di ospiti per i Mondiali del 2014 e le Olimpiadi del 2016, eventi che costituiscono il traino di uno sviluppo annunciato. Non solo: il Pontefice ha scelto Rio de Janeiro come scenografia per la Giornata Mondiale dei Giovani, che si svolgerà dal 23 al 28 luglio 2013.
C'è questo, ma c'è dell'altro. Innanzitutto il Brasile è energeticamente indipendente: sulle strade 3 milioni di auto vanno solo ad etanolo, del quale è il primo esportatore nel mondo e il secondo produttore dopo gli Usa, ma con efficienza maggiore; 6 milioni usano motori «flex», le restanti una miscela con componente alcolica tra il 20 e il 25 per cento. Dal 2006 il Paese verdeoro non importa greggio, oltre a contare su fonti di energia tradizionale che lo pongono al 15esimo posto nella classifica mondiale dei produttori, tanto da declinare l'invito Opec ad entrare nel cartello petrolifero.
Ed ancora: riserve di scisto bituminoso, seste di uranio, energie nucleari, carbone e, al largo della costa sudorientale, più di 12 miliardi di barili di greggio. L'economia del Brasile è cresciuta del 7,5 per cento nel 2010, mentre le economie G7 hanno registrato una crescita soltanto del 2,5 per cento, dopo una decrescita del 3,5 per cento nel 2009; questa ripresa è stata favorita proprio dall'inserimento internazionale del Brasile, sempre di più volto a stringere legami con le nuove potenze economiche e ad incrementare i rapporti Sud-Sud, soprattutto nei crescenti scambi commerciali con la Cina. Non bisogna trascurare anche un mercato interno sempre più dinamico, che ha visto negli ultimi anni una significativa riduzione della povertà, segnale del potenziale dell'economia brasiliana.
Negli ultimi 15 anni le esportazioni brasiliane verso l'Italia hanno registrato un trend di crescita, con brevi periodi di flessione. Secondo la «Guida al Mercato Brasile» pubblicata nel maggio scorso dall'Istituto italiano per il Commercio estero, per quanto concerne i rapporti bilaterali lo scorso anno l'interscambio commerciale è cresciuto del 36 per cento rispetto al 2009; con una quota di mercato del 2,7 per cento l'Italia è all'ottavo posto tra i Paesi esportatori in Brasile, seconda tra gli europei dopo la Germania e prima della Francia.
È innegabile: questo è il Momento Italia-Brasile. Lo sottolinea l'Ambasciata italiana in Brasile, guidata dall'Ambasciatore Gherardo La Francesca, che chiama «Momento Itàlia-Brasil» una rassegna multisettoriale di oltre 500 eventi legati all'Italia e alla sua presenza - antica e moderna - in quel Paese, con architettura, arte, cultura, teatro, danza, enogastronomia, moda, scienza, tecnologia, inaugurata il 15 ottobre a Rio de Janeiro e destinata a protrarsi fino a giugno 2012. Il MIB è l'essenza di quella danza che Italia e Brasile stanno ballando insieme.
Domanda. Il 2011 è stato dichiarato l'Anno dell'Italia in Brasile. Cosa ha significato in termini reali?
Risposta. Siamo in fervido movimento: prima la Conferenza Italia-America Latina svoltasi in ottobre a Roma, dedicata alla collaborazione industriale soprattutto della piccola e media impresa, nella quale Italia e Brasile hanno avuto una parte rilevante; quindi il grande incontro organizzato dalla Lide, associazione che raggruppa quasi mille imprenditori, 150 presidenti e dirigenti di imprese italiane e brasiliane operanti in Brasile, nel quale si è parlato di investimenti degli italiani in Brasile e dei brasiliani in Italia. Hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Camera brasiliana Marcos Maia, il ministro dell'Industria e del commercio estero Fernando Pimentel, il ministro della Scienza e Tecnologia Aloìzio Mercadante, che hanno presentato agli imprenditori italiani le opportunità di investimento in Brasile, ma anche i governatori degli Stati di Pernambuco, Goias, Bahia e Sergipe, che hanno illustrato i diversi programmi sul territorio. Il messaggio si può riassumere in poche battute: nessun Paese oggi può permettersi di affrontare da solo le grandi sfide del mondo globalizzato. L'Italia e il Brasile, per una storia pluricentenaria che si sta rinnovando e sta trovando nuovo alimento, hanno molto in comune da sviluppare ed altrettante possibilità di aiutarsi reciprocamente.
D. Quali esempi può fare di imprenditoria italiana in Brasile?
R. Tornato in Brasile da questi incontri, ho partecipato all'inaugurazione del nuovo Salone di esposizione mobiliare di Salvatore Natuzzi, a Salvador da Bahia, 1.500 metri quadrati annessi alla fabbrica di mobili e sofà presenti già da diversi anni. Si tratta di prodotti italiani molto raffinati ma anche accessibili, che rendono onore alla tradizione italiana nel settore del design. Altro evento anticipatore del MIB è stata l'inaugurazione della mostra di Maria Bonomi, artista oggi nota giunta in Brasile all'età di 9 anni.
D. Cos'è «Momento Itàlia-Brasile?
R. È un vero e proprio viaggio, che si propone di consolidare i sentimenti di simpatia e affinità fra i due popoli, rafforzare i legami economici, sociali e culturali tra i due Paesi e sviluppare i flussi turistici bilaterali. Per fare ciò saranno organizzati eventi di alto livello, ma con ampia diffusione popolare, che contribuiranno a sviluppare i punti di contatto e i legami tra Italia e Brasile. Grazie a Momento Itália-Brasile gli italiani, i brasiliani e 30 milioni di oriundi si sentiranno creatori, protagonisti e spettatori di questi nove mesi di celebrazioni. Il 15 ottobre, a Rio de Janeiro, abbiamo dato ufficialmente il via al progetto con un grande spettacolo intitolato «Ensaio sobre a belleza», ideato da Valerio Festi, artista italiano che ha aperto un'officina creativa a San Paolo. Abbiamo cominciato così questa grande avventura che porterà noi italiani in Brasile a riscoprire gli infiniti collegamenti che vi sono fra i due Paesi.
D. Dal punto di vista economico, in che modo gli italiani possono attivarsi ed investire in Brasile?
R. In occasione della V Conferenza Italia-America Latina abbiamo presentato un lavoro come esempio di «best practices», che può esser imitato anche da altri Paesi. Grazie al supporto degli analisti della Confindustria e dei consulenti dello Studio Kpmg e di Value Team, abbiamo innanzitutto tracciato una mappatura per sapere dove poggiamo i piedi. Siamo arrivati a censire quasi 600 filiali produttive di imprese italiane attive in Brasile. Parliamo di investimenti e di rapporti di collaborazione industriale anche con l'imprenditoria locale, casi in un certo senso analoghi al più noto di essi, quello della Fiat, sebbene su dimensioni diverse. Si tratta di 600 attività afferenti a settori di un certo spessore: più del 60 per cento è presente nel settore della meccanica, accanto al quale sono rappresentati anche settori come le energie rinnovabili, l'ambiente, le telecomunicazioni, in uno scenario articolato e complesso che riguarda tutto il Paese. È vero che è negli Stati del Centro-Sud, di San Paolo in particolare, che si concentrano tutte le attività; ma è anche vero che Stati relativamente meno avanzati si sviluppano ad una velocità maggiore di altri. Lo Stato del Maranhão ad esempio, nella parte nord-orientale del Paese, è al secondo posto tra gli Stati più poveri del Brasile, ma cresce più dello Stato di San Paolo, che è invece il più ricco. È questo che ha portato la nostra imprenditoria, sempre animata da uno spirito di ricerca se non addirittura di avventura, ad arrivare in Stati come Pernambuco, Bahia, Parà, Amazonas, Mato Grosso do Sul.
D. Oltre a dare la mappatura della realtà economica esistente, cosa ha rilevato l'analisi condotta?
R. Siamo passati ad una fase più dinamica, dalla fotografia al film, per valutare le opportunità concrete. L'esame è stato condotto su 4 diversi filoni: il filone territoriale ha rilevato come le maggiori opportunità si trovino nelle parti meno sviluppate, che stanno crescendo di più. Il secondo esame è stato compiuto settorialmente con l'individuazione delle diverse opportunità: il Brasile ha bisogno del trattamento dei rifiuti solidi e delle acque e di utilizzazione delle energie rinnovabili soprattutto nelle aree lontane dove la rete di distribuzione giunge con difficoltà; anche il settore delle comunicazioni presenta grandi prospettive. Il terzo esame ha avuto per oggetto piani di sviluppo come il PAC, il Piano accelerato per la crescita, o i progetti di edilizia popolare, quale il «Minha casa e minha vida». Infine, abbiamo esaminato la possibile disponibilità di credito per lo sviluppo della piccola e media impresa, riscontrandola ad esempio nel BMDS, prima banca di sviluppo brasiliana e una delle maggiori nel mondo, nel BID, il Banco Interamericano di Sviluppo, o negli strumenti previsti dalla Sace, dalla Siemens e da altre istituzioni finanziarie sul territorio. Più in generale, c'è una presenza crescente di strumenti finanziari italiani.
D. Quali sono state le conclusioni di questo studio?
R. Abbiamo incrociato i quattro filoni e individuato tre possibili progetti; si tratta di ipotesi non esaustive. La prima riguarda lo sviluppo del settore dell'auto nello Stato del Pernambuco, dove la Fiat sta investendo moltissimo per aprire un secondo stabilimento e, così facendo, provocherà a catena un'onda di reazioni positive. La seconda ipotesi è quella relativa a marmi e graniti nello Stato dell'Espìrito Santo, dove è presente una ricchezza geologica di forme e colori incredibili che attira tutto il settore della produzione di macchinari, nel quale noi siamo i migliori al mondo. La terza ipotesi fa leva sulla nautica: l'Italia è presente nello Stato di Santa Catarina attraverso l'Azimut Benetti e in quello di Amazonia con la Sessa e la Cranchi.
D. Qual'è la prima applicazione consigliata dai vostri analisti?
R. Di questi tre primi esempi abbiamo scelto quello relativo al settore dell'auto a Pernambuco, e abbiamo dato vita a un progetto basato sulla disponibilità di facilitazioni creditizie e sulla formazione del personale specializzato, in cui cerchiamo di incanalare le iniziative delle università italiane: il mondo universitario è molto disponibile a porre le proprie risorse a disposizione del mondo imprenditoriale per portare avanti attività che abbiano una rilevanza accademica, ma anche ricadute importanti dal punto di vista economico e industriale.
D. Tale studio è stato reso accessibile?
R. È contenuto in un poderoso documento, frutto di un lavoro della durata di oltre 2 due anni e visibile dal sito web dell'Ambasciata (www.ambbrasilia.esteri.it/Ambasciata_Brasilia). Non si tratta di un documento definitivo proprio in ragione del fatto che, oltre ai continui aggiornamenti, abbiamo preso in considerazione solo tre ipotesi di progetto e ne abbiamo sviluppato una, ma i settori che consideriamo prioritari e che emergono dallo studio sono almeno una decina.
D. Quest'analisi può essere collegata anche al progetto del MIB?
R. «Momento Itàlia-Brasile» è una rassegna che parte da una base di tipo culturale, ma ha in sé una componente economico-industriale significativa che ci è stata consigliata dagli stessi brasiliani, i quali hanno insistito per parlare con noi di cooperazione industriale. L'interesse per ciò che la creatività italiana è in grado di esprimere anche nel settore industriale è forte. L'Italia è il Paese con la maggiore densità di imprese - circa 5 milioni su 60 milioni di abitanti, ossia un'impresa ogni 12 abitanti, senza considerare regioni in cui la densità è ancora più elevata -, ed è matura la coscienza del fatto che le piccole e medie imprese sono la vera forza trainante della nostra economia e costituiscono un esempio interessante e potenzialmente molto proficuo per un Paese come il Brasile, che sta crescendo a ritmi molto alti. Tale consapevolezza è senz'altro molto diffusa tra le autorità governative, ma anche nell'opinione pubblica e nei mezzi di informazione.
D. Che destino ha questa analisi?
R. In buona sostanza è già indicato un primo punto di arrivo, che abbiamo collocato nel mese di marzo del 2012 sempre nell'ambito del programma di Momento Itàlia-Brasile: pensiamo di predisporre, in occasione della missione di sistema Stato-Regioni in Brasile, una seconda edizione più evoluta di questo documento che ha l'ambizione di costituire un valido strumento per l'imprenditore italiano interessato ad avviare un'attività in questo Paese. Marzo sarà un momento importante dal punto di vista economico e imprenditoriale, perché abbiamo programmato per allora anche un altro evento di grande spessore qualitativo, promosso dalla fondazione Carli e dalla Banca d'Italia, un convegno di riflessione sul tema «Italia e Brasile, due sistemi ed esempi industriali a confronto», che radunerà un numero ristretto di imprenditori per un brain-storming di alto profilo.
D. Il Brasile è, prima di altro, musicale: in che modo la musica entra nel MIB?
R. Gilberto Gil ha scritto una canzone che è un atto d'amore per l'Italia, un samba intitolato «Sampa-Milano» dove Sampa sta per San Paolo, e nel ritornello sono menzionati Sampa, Milano, Napoli, Salvador, Roma e Rio, ossia è sviluppato il tema della contaminazione reciproca tra Italia e Brasile. Gil deve ancora decidere quando compirà la prima uscita del brano. L'inedito è cantato dal grande artista brasiliano a due voci, rispettivamente in brasiliano e in italiano, con Sabina Molinari, giovane talento che vive in Italia e che ho conosciuto solo in questa occasione. Inizialmente si era pensato di dare ad una cantante affermata il compito di affiancare Gil, ma abbiamo preferito dare spazio a una nuova voce. Gil, inoltre, ha espressamente richiesto che della traduzione della parte in italiano non se ne occupasse un interprete, bensì qualcuno che avesse, oltre alla comprensione del senso, anche una sensibilità spiccata: se ne è occupata mia moglie.
D. Il gemellaggio di creatività tra Italia e Brasile non è nuovo, peraltro.
R. Raramente ho incontrato persone della finezza intellettuale di Gilberto Gil. Il fatto che abbia deciso di dedicare una canzone all'Italia non è stato legato a motivi economici, poiché non ha ricevuto nulla in cambio. Lo stesso è avvenuto per il logo, che è stato creato da un altro personaggio straordinario, Washington Olivetto, tra i più grandi creativi brasiliani e internazionali. Così anche nel logo avviene quella contaminazione delle nostre culture di cui ci facciamo portavoce, come hanno fatto anche nomi quali Mina, Ornella Vanoni, Fiorella Mannoia, in un flusso di andata e ritorno. C'è un terzo regalo oltre a questi, e proviene sempre da Olivetto: il titolo del progetto. Gli dissi che ritenevo limitativo il riferimento ad «anno», anche per quella pesantezza intrinseca che lo lega a una serie di eventi concatenati. Per dare un senso di maggior forza e freschezza Olivetto ha fatto riferimento appunto al concetto di «momento».
D. Oltre alla creatività, cosa c'è?
R. Sono nate varie idee collegate, come il «MIB gelato» o il «MIB panettone», quest'ultimo di Balducco, che metterà sul mercato 30 mila panettoni con il logo del MIB, i «MIB-lucchetti» della Papaiz, altra società italiana che produce in Brasile, le «MIB-creazioni» di Francesca Romana Diana che, trasferitasi qui quando era piccola, ha sviluppato una significativa produzione di monili e gioielli non preziosi e l'ha estesa in ben 24 negozi in Brasile, oltre che in quelli presenti altrove. A Carnevale una scuola di samba di Florianopolis ci dedicherà la sua sfilata, e Andrea Bocelli ha confermato che canterà per noi a Belo Horizonte.

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