back


MIBAC
CARAVAGGIO CONQUISTA IL MONTENEGRO

 

Mostra lampo a Podgorica:
oltre 20 mila visitatori in 13 giorni per il «Narciso alla fonte» del maestro lombardo

 

 

Il «Narciso alla fonte»
di Caravaggio

 

Milo Djukanovic, primo ministro montenegrino, con Mario Resca, direttore generale per la Valorizzazione del Patrimonio culturale del Mibac

ell’anno dedicato alle celebrazioni del quarto centenario della morte di Caravaggio si è da poco conclusa, con un grande successo di pubblico, la trasferta in Montenegro del «Narciso alla Fonte», capolavoro dell’artista lombardo che, in prestito dalla Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini, in due settimane ha attirato oltre 20 mila visitatori nel Museo di Arte Contemporanea di Podgorica «Dvorac Petrovica».
Si è trattato, come ha commentato il ministro Sandro Bondi, «di un gesto dall’alto valore simbolico soprattutto per una città e una Nazione che, nell’ultimo mezzo secolo, hanno più volte dovuto assistere alla barbarie della guerra, ma che oggi possono finalmente guardare al futuro con rinnovato ottimismo grazie anche all’arte, ancora una volta ambasciatrice di civiltà e progresso».
Un’iniziativa complessa, che ha visto protagonisti vari soggetti nell’ambito delle rinnovate relazioni diplomatiche, culturali ed economiche tra i due Paesi: in primo luogo il Ministero per i Beni e le Attività culturali attraverso la Direzione generale per la Valorizzazione del Patrimonio culturale; l’A2A, azienda di servizi già coinvolta in importanti accordi commerciali che ha finanziato interamente l’iniziativa; la Fondazione DNArt che ha coordinato l’iniziativa.
All’inaugurazione, svoltasi in concomitanza con la celebrazione della festa della Repubblica italiana del 2 giugno, sono intervenute le principali cariche politiche montenegrine: il presidente della Repubblica Filip Vujanovic e il primo ministro Milo Djukanovic. Hanno rappresentato l’Italia, tra gli altri, Mario Resca, direttore generale per la Valorizzazione del Patrimonio culturale del Mibac, Patrizio Fondi, consigliere diplomatico del ministro per i Beni e le Attività Culturali, e l’ambasciatore per l’Italia in Montenegro Angelo Barbanti.
Per affluenza di pubblico e rilevanza sui media è stato indubbiamente «un evento di carattere epocale nella storia del Montenegro», come ha ricordato lo stesso Barbanti. «L’Italia e il Montenegro sono legate da una partnership strategica attestata sia dagli investimenti dell’A2A, al primo posto tra gli investitori esteri in Montenegro, sia da iniziative come questa che, come sottolineato anche dal ministro degli Esteri montenegrino Rocen al ministro Franco Frattini, costituisce un evento storico per il Paese balcanico, un gesto di stima e considerazione, un incoraggiamento a proseguire lungo la strada di ingresso in Europa e nella Nato».
Sponsor dell’iniziativa l’A2A, società operante nel settore energetico e controllata dai Comuni di Milano e di Brescia, la quale prosegue nella linea dei grandi eventi culturali tracciata da Resca: alla base, una maggiore sinergia tra settori pubblico e privato che sin dagli esordi ha dimostrato grandi potenzialità in termini di comunicazione e di gradimento del pubblico: l’esposizione del San Giovannino di Leonardo a Roma, nella mostra «Il Potere e la Grazia» a Palazzo Venezia, realizzata con il contributo dell’Eni, ha avuto in un mese 72 mila visitatori.
Secondo Resca «non serve fare mostre con tante opere, meglio esporne anche una sola: se essa è di grande prestigio ed è connotata da un forte impatto comunicativo, il successo è garantito. Lo dimostrano le prime esperienze. Occorre legare le aziende che rappresentano l’imprenditoria e l’economia italiana al nostro patrimonio artistico-culturale, eccellenza che ci è riconosciuta nel mondo. Progetti di questo tipo garantiscono un grande risultato d’immagine per il nostro Paese, con effetti anche in campo economico e politico. Stiamo già lavorando per riproporre l’esperienza in altri Paesi con diversi capolavori del nostro inimitabile patrimonio artistico».
Il «Narciso alla fonte» è un’opera di eccezionale rilevanza sotto il profilo storico e artistico; su di essa si sono interrogati e s’interrogano i più grandi specialisti della storia dell’arte. Fu il grande storico Roberto Longhi a riconoscere nel quadro del Narciso la mano del Caravaggio nella sua gioventù; da allora non c’è stato un esperto degno di tal nome che non si sia appassionato allo studio dell’opera e alla ricerca dei suoi complessi significati. La densità culturale, morale e intellettuale concentrata nel dipinto è un esempio emblematico dello sforzo verso l’ampliamento delle conoscenze e della fruizione dell’arte, elemento centrale del compito che il Ministero per i Beni e le Attività culturali si è posto con la creazione della nuova Direzione per la valorizzazione del patrimonio artistico.
L’arte, «da sempre ambasciatrice dei buoni rapporti tra le culture» secondo Giuliano Zuccoli presidente dell’A2A, ancora una volta ha avuto la «funzione di consolidare un’amicizia», e questo costituisce «solo l’inizio di un proficuo scambio culturale e di iniziative che vedranno protagoniste le realtà artistiche dei due Paesi». Anche il ministro Sandro Bondi si è compiaciuto per i risultati dell’iniziativa: «La striscia di mare che separa l’Italia dal Montenegro è stata vista da sempre come ideale spartiacque e ponte tra Occidente e Oriente. Due Paesi geograficamente vicini, dunque, che hanno avuto nella storia molti e significativi punti di contatto. Nell’anno dedicato alle celebrazioni del quarto centenario della morte del grande artista lombardo, la dorata luce che il Narciso effonde suggella l’abbraccio stesso dei due Paesi. Come il Narciso si contempla nello specchio d’acqua per riceverne un riflesso della sua stessa bellezza, allo stesso modo sono convinto che Italia e Montenegro sapranno nel futuro, sempre di più, guardarsi per conoscere e riscoprire vicendevolmente la ricchezza della loro millenaria, eppur così comune, identità». n

back