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RETROSPECCHIO


Angelo Po: come cucinare per 80 mila affamati

Livio Gialdini

Reduce dalle Olimpiadi di Pechino non perché abbia partecipato alle gare, ma per aver nutrito gli atleti fornendo le attrezzature per la ristorazione, ossia la cucina da 80 mila pasti al giorno al Villaggio olimpico, Livio Gialdini, amministratore delegato del Gruppo Angelo Po, stila il bilancio delle vendite all’estero. Nel 2008, non ancora finito, i sistemi dell’azienda modenese sono stati adottati dalle Hilton Towers di Mumbai in India; dai lussuosi resort Moevenpick di Gaza e Martin Berasategui di Bilbao; dal Manchester United Football Club, della società calcistica di Manchester campione d’Europa per aver vinto la Coppa Uefa 2007-2008. «Oltre il 50 per cento della nostra produzione va fuori Italia; nel 2007 i ricavi dell’export hanno superato i 53 milioni di euro, con un aumento del 14,2 per cento rispetto al 2006. Ci attendiamo una crescita simile per il 2008, con oltre 60 milioni di fatturato», afferma Gialdini. Produttore di attrezzature per la ristorazione professionale, con un fatturato 2007 di 105 milioni, il Gruppo Angelo Po si è aggiudicato in Cina una commessa per un milione di euro; analoghe commesse aveva ricevuto per le Olimpiadi di Sydney nel 2000 e di Atene nel 2004. A Pechino, in un’area grande quanto tre campi da calcio tra spazi destinati alla cottura, allo stoccaggio e alla refezione, le cucine Angelo Po hanno funzionato 24 ore su 24 in quasi tutto il mese di agosto per soddisfare circa 17 mila commensali tra atleti, delegati e addetti; e dal 6 al 17 settembre per le Paraolimpiadi che hanno richiamato nella capitale cinese altre 7 mila persone. L’azienda modenese ha portato in Cina i propri sistemi di cottura a induzione e l’innovativo forno misto Combistar, frutto di un investimento di 4 milioni di euro in ricerca. «Sono apparecchi ineguagliabili per risparmio energetico, prestazioni e flessibilità, destinati a cambiare completamente nel giro di pochi anni il foodservice professional», spiega Gialdini. In Italia il sistema è già stato adottato, tra gli altri, dal Centro di produzione pasti di Cattolica, che serve 200 alberghi della costa romagnola; dalle scuole di cucina Ipse di Torino; da Casa Artusi di Forlì, Gambero Rosso di Roma e Napoli, Don Alfonso di Sorrento. (Ga. Loc.)
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