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RETROSPECCHIO


Al San Giovanni di Roma opera anche un robot

La Sala operatoria di Chirurgia mininvasiva
dell’Ospedale San Giovanni di Roma




In linea con il mondo scientifico e con le politiche sanitarie della Giunta regionale del Lazio per il rinnovamento della sanità pubblica e per un’offerta adeguata di prestazioni sanitarie, l’Azienda ospedaliera San Giovanni-Addolorata ha realizzato il IV Gruppo operatorio dedicato alla Chirurgia mininvasiva robotica e dotato di attrezzature all’avanguardia che consentono interventi mininvasivi anche per gravi patologie; nonché di tecnologie, quali il sistema chirurgico robotizzato Da Vinci a quattro braccia che permetto grande precisione in una dimensione tale da salvaguardare nervi e vasi e causare minori perdite ematiche. Così organizzato, il gruppo operatorio permette interventi chirurgici in laparoscopia assistita da robot sia in chirurgia generale sia in urologia e, in futuro, in ginecologia, chirurgia toracica e otorinolaringoiatria. L’allestimento delle camere operatorie è stato reso possibile grazie a finanziamenti regionali, mentre il sistema chirurgico Robot Da Vinci è stato donato dalla Fondazione Roma. La chirurgia robotica apre orizzonti incredibili: le mani del chirurgo sono sostituite da un robot per operare i pazienti con precisione millimetrica praticando incisioni minuscole che riducono al minimo i tempi di recupero e i dolori post-operatori. Il sistema Da Vinci in dotazione al San Giovanni-Addolorata, è il primo in Italia dotato di visualizzazione tridimensionale del campo operativo in alta definizione. Si tratta di un’apparecchiatura che unisce i vantaggi della chirurgia laparoscopica mininvasiva e quelli della chirurgia «aperta». Consiste in una consolle chirurgica con sistema di visione tridimensionale; in un robot posto a lato del letto operatorio con quattro bracci meccanici operativi interattivi; in strumenti operatori con articolazione interna. Il chirurgo opera seduto davanti alla consolle e, appoggiando la testa a un visore tridimensionale, comanda gli strumenti miniaturizzati inseriti all’interno del campo operatorio. Gli strumenti sono in grado di riprodurre fedelmente i movimenti della mano e del polso del chirurgo attraverso articolazioni meccaniche che garantiscono alla parte terminale dello strumento 7 gradi di libertà contro i 5 della chirurgia laparoscopica: ciò si traduce in una completa capacità o meglio libertà di movimento all’interno del corpo, nonostante l’accesso a questo sia costituito solo da una porta laparoscopica. Il sistema di controllo del robot, inoltre, filtra i movimenti delle mani del chirurgo eliminando i tremori, ed è in grado di riprodurli in una scala ridotta, opportunamente scelta dall’operatore; ciò consente di ottenere una maggiore sicurezza per il paziente. Oltre ai tre bracci robotici del carrello chirurgico, il chirurgo dispone di un braccio supplementare che gli consente di avere, soprattutto nelle procedure più complesse, addirittura due mani destre oppure due mani sinistre. (Fer. Bru.)

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