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RETROSPECCHIO
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Un itinerario artistico-monumentale collegherà a Roma il Tevere a Monte Mario. Il progetto che l’Amministrazione comunale sta realizzando intende valorizzare l’elegante zona dei Prati e la collina di Monte Mario, area in cui nell’antichità si estendevano i Prati di Nerone. Dopo l’installazione della fontana-monumento di Igor Mitoraj «Dea Roma» avvenuta nel 2003 in Piazza Monte Grappa, lo scorso mese nell’ultima aiuola dei giardini del Viale Giuseppe Mazzini è stato collocato «L’assalto all’Olimpo», opera dello scultore Bruno Liberatore. Si tratta di una destinazione provvisoria perché nella destinazione finale, un’area verde compresa tra il Viale Mazzini e il Piazzale Clodio, sono in corso i sondaggi e i lavori per la realizzazione di un parcheggio interrato multipiano connesso con la stazione Clodio-Mazzini della Linea C della Metropolitana. La scultura, scelta dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, è stata realizzata grazie al contributo della Bat, British American Tobacco Italia, e di sponsor privati. Il monumento, una fusione in bronzo patinato a fuoco con finale cesellatura a mano, alto 6,40 metri con una base di 2 metri e 70 per 2 metri e 50, del peso di oltre 14 quintali, è stato realizzato in un corpo unico nella Fonderia Artebronzo di Verona. La scultura, che grazie all’imponenza diverrà un simbolo del quartiere, nell’intenzione dell’artista esprime una terra che si ribella. Già allievo prediletto e assistente di Pericle Fazzini, Liberatore, docente nell’Accademia d’Arte di Roma, ha partecipato, oltre a tre Quadriennali d’arte, a rassegne internazionali a Tokyo, Osaka, Sogo, Bilbao, Dresda, San Paolo del Brasile, Ferrara, Ancona, Al Qahirah in Egitto, Castel Sant’Angelo e Vittoriano a Roma. Una mostra antologica presentata da Gillo Dorfles è stata allestita di recente nel Museo Ermitage di San Pietroburgo dove le sue grandi sculture sono state esposte nel Bolshoij Pardnij Dvor, il Grande Cortile di Gala del museo, mentre opere di minori dimensioni, modelli, gioielli e disegni erano in mostra nelle contigue Sale dello Stato Maggiore.
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