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MIRACOLI DELLA SANITÀ
ITALIANA:
GRAVE MALATTIA ABOLITA CON DECRETO

di Delfo Galileo Faroni

 

sistono dei medici che nascondono ai loro stessi occhi la realtà dei fatti. È il caso di quei sanitari-burocrati che, chiamati a trovare soluzioni idonee a contenere la dilagante spesa sanitaria, privi di una severa guida scientifica, hanno ritenuto, tra i tanti provvedimenti restrittivi la cui natura sfugge a qualunque tipo di comprensione, di cancellare l’artrosi come malattia. Poiché siamo stati sempre schierati per la difesa delle cause giuste e della verità, è facile capire da questa sottile critica se in questa storia il nostro occhio critico si è dilatato al massimo.
L’artrosi, se gli illustri colleghi medici l’hanno dimenticato, è una malattia distruttiva della cartilagine articolare, alla quale seguono alterazioni dell’osso subcontrale e, logicamente, inevitabili lesioni motorie. Una malattia reumatica che interessa una vasta fascia di popolazione che, secondo recenti statistiche, raggiunge il 15 per cento delle persone e tende ad aumentare con l’età. Un’affezione degenerativa dolorosa, tendente a cronicizzarsi e a limitare la funzionalità articolare.

La terapia medica dell’artrosi nelle sue varie localizzazioni è attualmente attuata con farmaci sintomatici, analgesici e antinfiammatori, che hanno lo scopo di garantire al paziente un rapido alleviamento della sintomatologia dolorosa. È però doveroso rilevare che tutti i farmaci che hanno un’azione antireumatica, per la loro tossicità possono essere anche causa di tutta una serie di effetti collaterali indesiderabili, che li rendono controindicati in molti casi e, in particolare, quando sono presenti malattie grastroenteriche, del fegato e delle vie biliari, insufficienze renali e altro.
Omettendo la terapia chirurgica della osteoartrosi, che riveste carattere di esclusività in alcune localizzazioni come l’artrosi dell’anca e del ginocchio nelle quali è il solo trattamento in grado di risolvere la sintomatologia dolorosa e il grave deficit motorio, esiste, oltre alla soluzione farmacologica ed ortopedica, per la maggior parte dei casi anche la terapia riabilitativa, intesa come provvedimento terapeutico per limitare il danno articolare, sia nelle limitazioni di escursione, sia nella limitazione della velocità e forza del movimento.

Trattamenti fisioterapici che - è scientificamente dimostrato -, servono a combattere il dolore, la contrattura muscolare, l’ipotrofia e la fibrosi della massa muscolare, e ad ampliare il letto circolatorio facilitando gli scambi intercellulari. Oggi è universalmente riconosciuto alla fisiokinesiterapia l’obiettivo finale del completo recupero delle gravi lesioni degenerative dell’apparato articolare, quindi la possibilità del ripristino del movimento.
Mentre le terapie sono, quindi, in continuo progresso e possono consentirci un avvenire pieno di promesse, mentre la scienza continua a lottare per distruggere il mito dell’incurabilità dell’artrosi, assistiamo esterrefatti nel nostro Paese all’emanazione di provvedimenti medico-amministrativi che, oltre a violare la dignità scientifica del campo della reumoartropatia, privano immotivatamente i pazienti di un’assistenza medica specialistica ambulatoriale che, articolata nelle sue varie forme, ottiene i massimi vantaggi, evitando altresì lunghi periodi di degenza in ospedale. È evidente che questi «risparmiatori» non hanno l’intuito della convenienza, né la consapevolezza della natura di tale malattia.

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