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RETROSPECCHIO
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Al Museo Nicolis l’auto che aveva sognato |
Sesto esemplare di una produzione di appena 60 vetture, quindi un’assoluta rarità, è esposto per alcuni giorni nel Museo Nicolis di Villafranca un «mito a quattroruote»: la Pagani Zonda C 12 S, auto nata oggi da un sogno e da una grande amicizia, quella fra il corridore Juan Manuel Fangio e Horacio Pagani, progettista storico delle proprie vetture. Pagani, che per realizzare questo modello si è avvalso della collaborazione dello Studio Modena Design, ha affidato per un breve periodo la vettura al Museo Nicolis per consentire al maggior numero possibile di appassionati di ammirarla. Racconta come Fangio seguisse in prima persona la progettazione di tutte le vetture a lui destinate. La Zonda C 12 S, che ha visto la luce dopo anni di ricerca, doveva essere molto innovativa sotto il profilo tecnologico, straordinariamente bella, sicura, dalle prestazioni eccezionali. In realtà era soprattutto Fangio a trarre da tutte le auto risultati eccellenti. Nella Zonda C 12 S è evidente la ricerca scrupolosa dei dettagli tecnici, estetici, funzionali. I cofani leggerissimi coprono la struttura meccanica collocata in posizione centrale e sorretta da telai in crono molibdeno. Corredato da un impianto di aspirazione realizzato a mano, il motore Mercedes da 7.300 cc. offre prestazioni eccezionali. Un bolide della strada che Fangio aveva sognato per sé e che Pagani ha successivamente progettato e costruito per mantenere una sorta di promessa fatta al leggendario amico e pilota. Motore silenziosissimo, cupole luminose, insonorizzazione e assenza di vibrazioni offrono grande comfort e confermano la Zonda C 12 5 come una vettura brillante ma estremamente sicura. Carbonio, cuoio, alluminio satinato e altri materiali pregiati sono stati ampiamente impiegati per gli interni, per rendere questa macchina un esclusivo oggetto di lusso e di piacere.
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