Riprendendo una tradizione interrotta per un lungo periodo, il 23 febbraio scorso si è svolta la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'Istituto Superiore di Polizia, la scuola di formazione dei funzionari della Polizia di Stato. Con un compito delicato: formare i professionisti della sicurezza sociale e democratica. Il clima era quello delle grandi occasioni, il parterre anche. La presenza, insieme alle massime autorità istituzionali, del Gotha del mondo accademico dimostrava l'importanza del momento. Un avvenimento voluto anche per segnare il compimento di una serie di cambiamenti che hanno portato alla completa trasformazione della prestigiosa scuola, con più di un secolo di vita e definita più volte la «casa della cultura» della Polizia di Stato.
Un clima di innovazione che si avverte in maniera chiara in ogni aspetto della vita dell'Istituto: dalle scelte formative fino all'estetica della struttura, completamente rinnovate. Gli spazi sono oggi non solo più funzionali, ma anche molto più belli grazie all'opera del maestro Mario Ceroli. Un affascinante mix di tecnologia e arte che ha reso evidente il processo di adeguamento ai nuovi tempi. Un cambiamento che affonda le proprie radici nella storia e nella tradizione, ha detto il direttore della scuola Mario Esposito nella relazione introduttiva, sottolineando l'importanza della formazione «che è l'enzima del cambiamento». Un cambiamento necessario per restare al passo con i tempi e per affrontare, preparati, le nuove sfide sul fronte della sicurezza. L'ambizione per l'Istituto Superiore di Polizia, ormai in totale simbiosi con l'Università, è quella di «diventare non solo un laboratorio del sapere e dell'agire della Polizia di Stato, ma anche un moderno ateneo della sicurezza», ha detto il Capo della Polizia Giovanni De Gennaro.
La sfida, ha aggiunto, è quella di farsi «promotore della ricerca nello specifico settore della sicurezza e dei sistemi organizzativi che la governano». Nuovi compiti e nuove sfide dunque, ma un unico obiettivo, quello di formare dei manager capaci non solo di guidare nel modo migliore lo straordinario capitale di risorse umane della Polizia di Stato e di raggiungere la massima efficienza, ma di farlo con contenimento di costi. «Ma tutto ciò non basta–ha continuato De Gennaro–, perché la formazione di un funzionario di Polizia richiede anche l'affinamento di quelle qualità umane e culturali che lo rendono idoneo ad assolvere ai compiti di Autorità di pubblica sicurezza, compiti che il nostro ordinamento affida a un funzionario civile perché il loro espletamento richiede non solo qualità di comando e di amministrazione, ma anche e soprattutto capacità di assunzione di responsabilità, frutto di scelte e comportamenti equilibrati e prudenti».
|