back


Gruppo Intesa

Dalla Nextra alla Caam Sgr
per una più proficua
gestione del risparmio


Corrado Passera, amministratore delegato
del Gruppo Intesa

 

importante approfittare di questa occasione per spiegare perché abbiamo compiuto questa operazione, perché l’abbiamo fatta con gli amici del Crédit Agricole e che cosa ci aspettiamo da essa. È importante soprattutto perché, in un momento in cui nel settore bancario sembra che tutti vogliano soltanto comprare, potrebbe sembrare strano che una grande banca come la nostra abbia venduto la sua fabbrica di utili». Questo ha premesso l’amministratore delegato del Gruppo Intesa, Corrado Passera, ai giornalisti convocati a Milano per spiegare appunto i motivi che hanno spinto il grande gruppo bancario a cedere il 65 per cento delle azioni della Nextra Investment Management, società di cui possedeva l’intero capitale, mantenendo per ora una quota del 35 per cento.

Quali sono questi motivi? «Certamente in molti campi questo è un momento di acquisti, ma è anche il momento in cui le banche più sagge, e tali non siamo naturalmente soltanto noi, sanno compiere una cernita tra i settori in cui possono eccellere e altri in cui, per servire meglio i clienti, devono trovare altre soluzioni. Fino a pochi anni fa nel mondo in cui opera la Nextra si poteva essere molto efficienti anche possedendo dimensioni relativamente limitate. Nextra è una azienda di una certa dimensione, gestisce circa 100 miliardi di euro pertanto, come i numeri e i risultati dimostrano, ha tutte le caratteristiche per avere successo».

Perché allora il Gruppo Intesa ne ha ceduto la maggioranza azionaria, ovvero il controllo? Perché negli ultimi anni il mondo dell’asset management, ossia della gestione di patrimoni finanziari privati, si è molto modificata. «Stanno emergendo grandissimi operatori mondiali che hanno dimensioni 5, 10, 15 volte maggiori di Nextra, e che quindi possono destinare a questa attività investimenti in ricerca e tecnologia che un medio operatore non può; inoltre aumenta il numero degli operatori di nicchia, specializzati in alcuni servizi, che possono a loro volta avere un grande successo». Quindi la conclusione di Passera: «La regola del gioco sta diventando questa: o piccolo specializzato, o grandissimo mondiale».

Avendo dietro di sé la Banca Intesa, la Nextra poteva percorrere la strada non della piccola ma della grande azienda; ma i vertici del Gruppo hanno preferito concentrarsi su altre attività trovando comunque la migliore collocazione per questa società controllata. Esaminate le esigenze dei propri clienti, hanno adottato una soluzione idonea a soddisfarle. Passera ha fatto un esempio: «Potevamo semplicemente vendere le azioni a chi offriva di più, oppure fare come abbiamo fatto, cioè accettare l’offerta, che tra l’altro era anche la migliore, di metterci insieme a qualcuno che conosciamo, che è interessato al futuro di Intesa, e che ha le caratteristiche per essere uno dei grandi operatori europei. Infatti il Crédit Agricole Asset Management e Nextra, insieme, sono già oggi il quarto operatore europeo; con 500 miliardi di euro di risparmio gestito hanno le dimensioni per compiere tutti gli investimenti in ricerca, tecnologia e presenza internazionale per assicurare risultati soddisfacenti e servizi finanziari adeguati alle nostre necessità». Il Gruppo Intesa ha quindi ritenuto di fare un accordo, scegliere un partner e stabilire condizioni nel modo più vantaggioso.

Ecco i termini dell’intesa annunciata già il 30 maggio scorso: la società Crédit Agricole Asset Management, del Gruppo francese Crédit Agricole, ha acquisito il 65 per cento della Nextra Investment Management; entro quest’anno il Gruppo Intesa acquisirà a sua volta il 35 per cento di una società italiana appartenente ora al 100 per 100 al Crédit Agricole Asset Management, e precisamente la Crédit Agricole Asset Management Sgr; successivamente le attività di quest’ultima e quelle della Nextra potranno fondersi. La nuova società, che si chiamerà Caam Sgr, opererà in Italia attraverso gli oltre 3 mila sportelli del Gruppo Intesa, sulla base di un patto della durata di 12 anni. Valutata la Nextra 1.255 milioni di euro e la controllata italiana della Crédit Agricole Asset Management 70 milioni, la transazione è stata effettuata per un importo di 815,8 milioni di euro, che hanno consentito al Gruppo Intesa di realizzare una plusvalenza, nel conto economico del quarto trimestre 2005, pari a circa 720 milioni di euro.

Passera ha precisato che pur essendo a lungo termine, 12 anni, l’accordo lascia libera la rete del Gruppo Intesa di offrire alla clientela anche forme di gestione finanziaria che la Caam-Nextra decidesse di non offrire; e pertanto la possibilità di acquistare da altri, se necessario, i prodotti finanziari migliori per i propri clienti; comunque, ha aggiunto, il Gruppo Intesa è legato soprattutto a chi ha tutte le caratteristiche per assicurare prodotti ancora più innovativi di quelli offerti finora.
«Spesso si parla di consolidamento europeo del settore bancario; ebbene uno dei modi in cui esso avverrà saranno proprio operazioni riguardanti non tanto le reti di vendita e le banche come tali, quanto soprattutto le società di prodotti; la creazione di campioni europei nei campi del credito al consumo e della gestione del risparmio è uno dei modi in cui i risultati positivi del mercato unico europeo si manifesteranno nel mondo dei servizi finanziari».

Da 15 anni il Gruppo Intesa è legato al Crédit Agricole, con il quale ha compiuto soddisfacenti operazioni; quest’ultima gli consentirà di concentrarsi maggiormente sulle attività che ritiene di svolgere meglio, oltreché di creare in Europa un grande operatore di risparmio gestito e di rafforzare i legami con il partner dal quale ha ricevuto la migliore offerta per la cessione della Nextra e un ulteriore vantaggio: «Mi fa piacere sottolineare come questa joint venture si è messa in moto velocemente dal punto di vista organizzativo e commerciale–ha spiegato Passera–; quando si cede il controllo di aziende anche grandi, ponendole in complessi ambiti internazionali, si assiste di solito a un lungo periodo di disordine e di servizi che non funzionano; questo non è successo, l’operazione è stata ben pianificata e ben gestita, è stato compiuto un ottimo lavoro, non si è fermata neanche per un momento l’attività dell’azienda, non si sono perdute persone. Nelle operazioni di acquisizione e fusione non è frequente assistere a questa velocità ed efficacia che hanno consentito, contemporaneamente alle procedure per l’ottenimento delle autorizzazioni sia europee che italiane, di lanciare un prodotto insolito, il primo assoluto nel nostro mercato: Intesa Garanzia attiva, un fondo di investimento flessibile che garantisce il capitale, una formula che non esisteva in Italia e che si poteva immaginare soltanto avendo dietro alle spalle le dimensioni di una grande azienda di asset management com’è adesso, ancora più di prima, la Caam».

Si tratta del primo di una serie di prodotti innovativi che la nuova società proporrà al mercato, caratterizzato dal fatto di offrire, rispetto alle obbligazioni strutturate, tutti i vantaggi del fondo di investimento, e comunque la garanzia del capitale se si conservano i titoli del Fondo per almeno cinque anni. «Una soluzione che va molto nella direzione che oggi la clientela desidera in quanto, a differenza delle obbligazioni strutturate, essa non ha un tetto per i risultati positivi e garantisce il capitale». Nelle poche settimane dal 22 dicembre al 10 gennaio scorso, comprensive delle festività di Natale e Capodanno, pertanto in pochissimi giorni di lavoro, sono stati collocati circa 300 milioni di euro, un importo considerevole in un mercato totalmente nuovo in Italia, che nella sola Francia registra circa 10 miliardi all’anno; quindi si apre, secondo le previsioni del Gruppo Intesa, un settore di crescita significativo, destinato a soddisfare esigenze prima non soddisfatte e ad accelerare una fase innovativa, impossibile se non inserita in un’operazione del genere.

Come si comportano le altre banche? Secondo il presidente della nuova società, Ariberto Fassati, le grandi aziende bancarie del mondo decidono di cedere le loro attività di asset management proprio perché nel mercato sempre più competitivo dei servizi finanziari occorrono dimensioni grandissime o piccolissime e specializzate, per cui ognuno deve scegliere in quali settori può eccellere; e nell’interesse dei propri clienti deve trovare altre soluzioni, stringere joint venture, affidare all’esterno alcuni servizi ecc., perché è finito il tempo in cui tutti possono fare tutto. Avranno sempre più successo le organizzazioni che si concentreranno su alcune attività e poi creeranno alleanze, partnership, meccanismi di collaborazione o di acquisto dall’esterno, per soddisfare i propri clienti.

«Lo scorso giugno avevamo fissato in un miliardo 340 milioni il valore e quindi il prezzo di vendita della Nextra; cedendola per 1.255 miliardi, non l’abbiamo ridotto, ma ridotto l’oggetto dell’operazione in quanto non cediamo più la NDS, società di distribuzione lussemburghese della Nextra, che resterà legata al Gruppo Intesa», spiega Fassati. Con i 400 miliardi gestiti dal Crédit Agricole e i 98 miliardi dalla Nextra, la società rientra nei primi cinque operatori europei. Sia nel Consiglio di amministrazione che nel Comitato esecutivo e nel Collegio sindacale i due azionisti sono rappresentati in proporzione alla loro partecipazione al capitale. Vicepresidenti della nuova società sono stati nominati Paul Henry de La Porte du Theil e Mario Miscali; amministratore delegato Francis Candylaftis.
Il Gruppo Intesa si è riservato poteri di veto e posto alcune condizioni come la necessità di maggioranze qualificate per creare joint venture, compiere acquisizioni consistenti, cambiare la banca depositaria che attualmente è Banca Intesa. Ed è stato adottato il nuovo nome, Caam Sgr, proprio per sottolineare la nuova fase.

back