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India

Nuova potenza economica
mondiale



di Alessio Gambino

ra tutti i Paesi in via di sviluppo, l’India, insieme alla Cina, è senz’altro quello che sta registrando i più alti tassi di crescita economica. Il clima di fiducia riposto nel Paese ha fatto sì che negli ultimi anni il tasso di aumento del prodotto interno lordo sia stato di circa l’8 per cento annuo, trainato dai due principali settori produttivi, quello agricolo e quello manifatturiero. A partire dagli anni Novanta il Governo indiano ha aperto il proprio sistema produttivo all’economia mondiale, semplificando le procedure e gli aspetti normativi sia a livello statale - la Repubblica dell’India è una democrazia costituzionale costituita da 29 Stati e da 6 territori dell’Unione -, sia a livello centrale.

Le riforme attuate in questi ultimi anni hanno profondamente mutato il sistema economico del Paese, contribuendo così a uno sviluppo senza precedenti. Attualmente, infatti, le esportazioni crescono del 21 per cento l’anno e le importazioni del 31 per cento, l’afflusso degli investimenti diretti da parte di soggetti stranieri - soprattutto nei settori delle tecnologie informatiche, del software e dei prodotti farmaceutici - è in aumento, mentre la disoccupazione, seppur ancora elevata, appare in sensibile diminuzione.

Il basso costo del lavoro è accompagnato da una manodopera altamente specializzata, oltre che da figure manageriali di elevata istruzione, frutto di un sistema scolastico dei migliori tra quelli dei Paesi emergenti. Anche l’uso della lingua inglese nelle trattative commerciali e nelle comunicazioni fa sì che il mercato indiano sia più «vicino» a quello occidentale. La posizione geografica e le abbondanti risorse naturali rendono il Paese appetibile per trasferirvi attività produttive, e una base ideale verso tutti i mercati dell’area orientale. L’obiettivo dell’India per i prossimi anni è quello di intensificare gli scambi commerciali con il resto del mondo e con l’Europa in particolare.

La recente visita di Stato da parte del presidente della Repubblica italiano Carlo Azeglio Ciampi ha confermato il grande interesse da parte delle imprese italiane verso il mercato indiano. Si pensi che nel 2005 le esportazioni di prodotti italiani sono aumentate del 37 per cento rispetto a quelle degli anni passati, e sono sempre più frequenti le joint-venture con partner locali. Grandi gruppi italiani come l’Ansaldo e l’Eni si stanno aggiudicando rilevanti commesse nei settori energetico, siderurgico e ferroviario, mentre il settore della moda ha scelto l’India come meta di esportazione dei propri capi.

Le piccole e medie imprese italiane trovano invece maggiori difficoltà a penetrare nel vasto mercato indiano a causa delle loro ridotte dimensioni e della difficile ricerca di un giusto partner commerciale. Tanto è vero che la stessa Confidustria indiana nei prossimi mesi preparerà una serie di missioni in Italia al fine di migliorare la cooperazione tra le imprese. Inoltre il Governo indiano ha individuato diverse «zone franche», dove sarà possibile, per gli operatori che vi investiranno, usufruire di vantaggiose agevolazioni finanziarie, amministrative e fiscali. Per le imprese italiane si apriranno nuove opportunità di investimento e nuovi sbocchi commerciali, rendendo l’attività di queste ancora più internazionale.

Tuttavia, come spesso accade alle economie cresciute troppo in fretta, permangono evidenti problemi sociali ed economici legati alle scarse e inadeguate infrastrutture indiane, a una forte disparità tra le classi sociali - oltre 200 milioni di persone vivono con meno di un dollaro al mese, mentre aumentano i milionari -, a carenze igenico-sanitarie e a problemi ambientali. Per questo il Governo indiano ha tra i propri obiettivi, oltre a quello di facilitare e sostenere gli scambi commerciali, quello di modernizzare il sistema industriale, agricolo e dei servizi. Tutto ciò al fine di migliorare gli standard qualitativi dei propri prodotti, di creare nuova occupazione e offrire ai consumatori l’opportunità di accedere a beni e servizi a prezzi competitivi.

Pertanto si attendono per i prossimi anni investimenti in infrastrutture, in collegamenti più veloci tra porti, aeroporti e centri di produzione. L’economia indiana è solo agli inizi di un percorso che porterà il Paese a diventare nel tempo una potenza mondiale moderna ed efficiente, in grado di competere con le più collaudate economie occidentali. La speranza è che lo sviluppo possa essere il più possibile omogeneo, diffuso e in grado di equilibrare i divari economici tra le diverse classi sociali, fino a creare quel ceto medio borghese che ancora manca.

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