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RETROSPECCHIO
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Operazione Sorbet |
Partita dalla Nuova Stazione Navale di Taranto, una forza internazionale costituita da 11 unità navali specializzate nel soccorso subacqueo, di Italia, Francia, Ucraina, Olanda, Inghilterra, Spagna e Stati Uniti, e da 5 sommergibili convenzionali di Italia, Russia, Olanda, Spagna e Turchia, ha svolto dal 17 al 30 giugno scorso, al largo di Taranto, l’esercitazione di ricerca e soccorso di sommergibili denominata Sorbet Royal 2005. Complessivamente hanno partecipato 24 Paesi: 21 aderenti alla Nato più Russia, Ucraina e Israele, questi ultimi intervenuti per la prima volta. Scopo principale: sperimentare la cooperazione e il coordinamento tra personale, attrezzature e procedure d’intervento per il recupero e il soccorso di sommergibili. «L’esercitazione ha ottenuto un grande successo quanto a coordinamento e cooperazione internazionale, perché ha riunito un numero elevato di Paesi sia come partecipanti sia come osservatori», ha riferito il responsabile dell’esercitazione capitano di vascello Steve Szyszka. I sommergibili Primo Longobard italiano, Dolfijn olandese, Shaktyor russo, Siroco spagnolo e Preveze turco, con l’intero equipaggio a bordo si sono adagiati sul fondo; squadre di ricerca dotate di sofisticati sistemi e veicoli per il recupero e il soccorso, specialisti subacquei, équipes sanitarie, unità adibite all’assistenza e al soccorso subacqueo, elicotteri, hanno lavorato congiuntamente per risolvere complessi problemi. «Nelle emergenze siamo in grado di intervenire con la massima capacità ed esperienza e nel minor tempo possibile rispetto a quello che farebbe da solo ogni singolo Paese», afferma il capitano Szyszka. L’operazione si è conclusa con l’uscita di oltre 50 marinai da un sommergibile, dopo il superamento di una serie di imprevisti simulati. L’esercitazione è stata diretta e coordinata in mare dall’unità anfibia San Giusto della Marina Militare Italiana, a bordo della quale era situato il Centro operativo dotato di sofisticati sistemi di comunicazione. La capacità di dirigere operazioni internazionali è una caratteristica di questa unità: le sue attrezzature logistiche le consentono di ospitare un folto staff internazionale di specialisti subacquei; per di più la presenza a bordo di un ospedale e la possibilità di usare mezzi anfibi ed elicotteri la rendono estremamente versatile ed efficiente. La presenza italiana era completata dal Gruppo operativo subacqueo del Varignano, da medici iperbarici, dalla nave Anteo considerata in campo internazionale una delle unità d’avanguardia nel soccorso subacqueo. L’esercitazione ha coinvolto circa duemila persone. Suddivisa in cinque fasi, ha raggiunto il culmine durante l’ultima settimana con l’evacuazione da un sommergibile, coordinata su larga scala, del vasto numero di «sopravvissuti pressurizzati». (Eli. Dar.)
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