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OSPITALI SI' VERSO di Delfo Galileo Faroni
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![]() Bande di nomadi, di parassiti, di vagabondi e di truffatori, per lo più zingari, ai quali si sono aggiunti oziosi indigeni, si sono ormai stabilmente insediate nel suolo italiano, senza avere un’abitazione o comunque una fissa dimora in qualche luogo. Del loro modo di vivere, in particolare di quello degli zingari, vogliamo mettere in risalto alcune miserie, oltre ai tratti esotici, all’abbigliamento sciatto, al modo di comportarsi irritante, all’aspetto fisico sgradevole, e soprattutto al loro ambiguo interesse verso tutto il mondo della magia, della cartomanzia e della stregoneria. Spesso si tratta di ciarlatani e di imbroglioni che si vantano di possedere un sapere occulto in virtù del quale possono predire il futuro e scoprire la verità, ma facendosi in realtà gioco dell’ingenuità di molte persone semplici che, si sa, non è poi così difficile incantare. Scrisse così sugli zingari 4 secoli fa il tipografo, scrittore ed editore Barezzo Barezzi: «Non peraltro sono noti al mondo che per essere ladri... Nascono da genitori ladri, allevansi con ladri e finalmente riescono ladri forbiti, trincati e perfetti». Non c’è dubbio, quindi, che molti di essi commettano crimini e reati di ogni sorta che li collocano ai margini del consorzio umano. Costituiscono una vera offesa quotidiana alla vita; inoltre, quando si vedono rifiutare le loro ambigue offerte, rivolgono alla vittima che avevano designato ogni tipo di maledizioni e di volgarità. È difficile invece spiegare il comportamento - e in special modo quello della Chiesa -, che si continua ad avere verso questa categoria di miseri. Certamente non sollecitiamo il passaggio da un’accoglienza misericordiosa a un’ostilità discriminatoria, che potrebbe nascondere o comunque essere interpretata come un atteggiamento di tipo xenofobo. In linea di massima la legislazione italiana è sempre stata meno severa, verso queste categorie, di quella della maggior parte degli altri Paesi europei. Infatti non si sono mai messi in atto bandi, cacce o repressioni in forme cruente contro gli zingari, come invece è avvenuto in passato in Inghilterra e in Germania. Anzi, nonostante il loro riprovevole modo di vivere, la presenza di nomadi gitani è stata accettata nel territorio della penisola con l’offerta ad essi di forme di coesistenza e addirittura coabitazione. Proprio alla luce di questi comportamenti e di questi rapporti, però, la mancata esecuzione di una lunga serie di provvedimenti punitivi e di espulsioni per gravi reati commessi da molti nomadi non può non essere interpretata come una prova dell’inefficienza della macchina della giustizia italiana. Questa situazione suscita ovviamente nella popolazione rabbia e ostilità nei confronti di questi vagabondi, istrioni e imbroglioni. Secondo la Chiesa anche gli zingari devono essere sopportati e non vi sarebbe alcun giustificato motivo per perseguirli o adottare misure intimidatorie o tentativi di emarginazione. C’è di più: in passato essa adottò nei loro confronti una politica di acculturazione, invitandoli ad abbandonare la loro cultura tradizionale e il loro abituale modo di vivere, e ricordando a tutti che occorre prendersi cura degli zingari visto che di fronte a Dio non si debbono fare eccezioni. Ma quel che è deprimente è constatare come gli zingari abbiano usato questi atteggiamenti caritatevoli. Certo, non si deve fare di ogni erba un fascio perché non saranno tutti così, ma di quanti di essi sono effettivamente farabutti e ladri non abbiamo proprio bisogno. Il loro contributo alla società è negativo, la gente li considera una calamità sociale. Quindi lo Stato e in particolare i suoi organi competenti dovrebbero costringerli a comportamenti corretti o metterli nell’impossibilità di nuocere. |
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