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MOSTRE, PRESENTAZIONI, AVVENIMENTI ECC. a cura di Giosetta Ciuffa |
Roma
- Palazzo Altemps e Gallerie Corsini, Spada e Moderna e
opere d’arte realizzate dall’uomo dalla notte dei tempi alla
fine del secolo XIX sono state eseguite senza l’ausilio dell’energia
elettrica. Gli artisti hanno lavorato alla luce naturale o al massimo
prodotta da fiaccole ad olio, cera, petrolio ecc. Un giorno l’uomo
ha scoperto l’elettricità e l’ha via via applicata
a tutti i settori e momenti della vita. Oggi l’artista potrebbe
vivere, anzi creare, senza elettricità? Alla luce del sole sicuramente
sì, come in antico. Ma se dovesse costruire una nuova Basilica
di San Pietro, o più semplicemente un gruppo scultoreo come «Dioniso
e il satiro», alto 2 metri e 64, o il «Dadoforo» di
Palazzo Altemps, di 2 metri e 26? Anche gli scalpelli sono ormai elettrici,
il matrimonio tra genio ed elettricità si è sempre più
stretto, probabilmente non sarà mai più possibile un divorzio.
È vero che arte ed energia svolgono due funzioni diverse, la prima
conforta l’animo, la seconda il corpo. Ma oggi sarebbe difficile
produrre capolavori in ogni campo - arte, letteratura, musica, danza,
moda, spettacolo, perfino poesia - senza watt. Ed è proprio grazie
a questi che oggi possono godersi meglio tanti capolavori.
Sassolino sfonda la Galleria ed espone le macerie Quintali di piastrelle e calcestruzzo dentro una rete metallica elettrosaldata formano un tassello cementizio rettangolare della superficie di 20 metri quadrati, sostenuto ad altezza d’uomo da cavi di metallo. Sotto, rimane il suolo nudo come la fossa di camposanto. Al termine della mostra intitolata «Rimozione», la «scultura» sarà calata a terra per ricomporre il pavimento. Un’opera colossale per dimensioni, peso e dispendio di mezzi, esposta fino al 28 dicembre da Arcangelo Sassolino per la sua prima personale nella Galleria Arte e Ricambi di Verona, realizzata incidendo il pavimento della galleria, strappandone il suolo e sospendendolo in aria. Sassolino affronta decisamente le difficoltà legate alla realizzazione delle sue opere. Nato a Vicenza nel 1967, vissuto 6 anni in Usa dove ha disegnato giocattoli per una filiale della Casio, tornato in Italia ha cominciato la carriera artistica con tre mostre alla Galleria Grossetti di Milano.
A Bergamo il Giudizio Universale del Moroni Bergamo dedica una mostra a un grande protagonista dell’arte del Cinquecento, Giovan Battista Moroni: ritratti della fase naturalistica, soggetti religiosi, pale d’altare, produzione grafica. Delle opere, esposte in 4 sedi diverse, fanno parte i ritratti di Gian Gerolamo Grumelli, il celebre Cavaliere in rosa; di Isotta Brembati; di Marco e Simone Moroni. Nonché l’ultima opera dell’artista commissionata nel 1577 da Giorgio e Pancrazio Asperti, il Giudizio Universale, pala di dimensioni monumentali lasciata incompiuta per la sopravvenuta morte del pittore. Il dipinto è una fedele traduzione del celebre modello michelangiolesco dipinto nella Cappella Sistina a Roma.
Gli eccezionali bronzetti della Collezione Vok Frutto delle acquisizioni di tre generazioni, la Collezione Vok, comprendente una cinquantina di bronzi di elevatissima qualità, spesso pezzi unici di scultori rinascimentali, è esposta dal 20 novembre al 6 febbraio 2005 nei Civici Musei agli Eremitani di Padova, città che fu uno dei principali centri dell’arte fusoria nel Rinascimento. Pur incentrata sulla produzione rinascimentale, la Collezione Vok spazia prima e dopo l’epoca d’oro del bronzetto. Coprono l’arco di tre secoli, dal Quattrocento al Settecento, esemplari di mortai eccezionali per qualità e dimensioni. C’è un bruciaprofumi veneziano del Cinquecento. Di Bartolomeo Bellano, allievo di Donatello e considerato il capostipite, figura nella Collezione un irruente Cavallo mentre un altro artista, Severo Calzetta da Ravenna, vi è rappresentato da una Lupa capitolina e da un Satiro inginocchiato con calamaio. Dello stesso periodo è l’Ercole (o Atlante) di Vittore Gambello detto il Camelio. Curiose le fusioni di piccoli animali come le rane, eseguite con calco dell’animale morto e posto quindi nella posizione desiderata; la loro fortuna nel corso del Cinquecento fu enorme. Nella Collezione anche due lucertole in lotta, forse l’unico esemplare rappresentato su uno sfondo di terreno.
Sarà ospitata dalla Gnam la XIV Quadriennale Sarà la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ad ospitare da marzo a giugno 2005 la mostra finale della XIV Quadriennale di Roma. La decisione è stata presa dopo il crollo del 14 settembre scorso di due solai al Palazzo delle Esposizioni di Via Nazionale, sede storica delle Quadriennali. Anche nel 1948, per l’indisponibilità della propria sede, la manifestazione fu ospitata dalla stessa Galleria. La mostra concluderà la XIV Quadriennale dopo le due anteprime di Napoli e di Torino. È prevista la partecipazione di un centinaio di artisti, ognuno con un’opera, selezionati da 5 critici: Luciano Caramel, Valerio Dehò, Giacinto Di Pietrantonio, Marco Tonelli e Giorgio Verzotti.
La storia dello spumantesui manifesti pubblicitari Dal
25 novembre al 16 gennaio 2005 Trento presenta la mostra «Manifesti
dello spumante italiano», ossia i più prestigiosi cartelloni
pubblicitari sullo spumante dalla fine dell’800 al 1980, opere d’arte
la cui bellezza grafica evoca un mondo magico di cui è protagonista
la figura femminile. Sono presenti opere di tutti i grandi cartellonisti
della scuola italiana, una delle più apprezzate nel mondo: Mauzan,
Cappiello, Dudovich, Codognato, Mazza, fino ad Armando Testa che negli
anni 60 ha aperto nuove strade all’arte del manifesto. Tra i due
conflitti mondiali il manifesto è stata la più efficace
promozione per prodotti e luoghi, lo strumento ideale per giungere a un
vasto pubblico. I manifesti esposti provengono in gran parte dalla Raccolta
Salce del Museo Civico di Treviso: i 25 mila manifesti del collezionista
Nando Salce, scomparso nel 1962, testimoniano l’evoluzione della
società italiana.
Carla Accardi, Sissi e il russo Valery Koshlyakov La prima mostra personale di Carla Accardi a Roma è ospitata, fino al 9 gennaio, nel Museo d’arte contemporanea: si tratta di quaranta opere, da quelle in sicofoil degli anni Settanta, molte delle quali inedite, a una casa labirinto in perspex, a una serie di alti coni in ceramica, fino a quindici disegni realizzati appositamente per l’occasione. Il Museo ospita, inoltre, la prima personale italiana dell’artista russo Valery Koshlyakov, che presenta «Nuvola», nuovo progetto ambientale realizzato per il Museo stesso con i più volgari materiali di risulta come cartone riciclato, nastro adesivo, polistirolo. Infine, negli spazi dedicati alla ricerca e alla sperimentazione artistica, la bolognese Sissi, vincitrice nel 2002 del premio Querini Stampalia-Furla, presenta un progetto intitolato «Nidi»: un paesaggio fantastico creato intrecciando rattan indonesiano. (Nella foto: «Violaoro» del 2003 di Carla Accardi, vinilico su tela dalla collezione dell’artista)
L’ultimo Caravaggio al Museo di Capodimonte A quasi vent’anni dalla grande rassegna su «Caravaggio e il suo tempo», ospitata nelle sale del Museo di Capodimonte a Napoli nel 1985, nello stesso Museo ora «Caravaggio: l’ultimo tempo» presenta per la prima volta insieme in Italia oltre 20 capolavori degli ultimi anni dell’artista tra i quali la celebre Flagellazione per la cappella de Franchis in San Domenico Maggiore a Napoli, la Crocifissione di Sant’Andrea del Museum of Art di Cleveland, la Salomè con la testa del Battista della National Gallery di Londra e il Martirio di Sant’Orsola dipinto per il principe Marcantonio Doria e ora della Banca Intesa.
Venezia Roma
e Torino
Napoli
Prorogata
fino a dicembre la mostra Ospitati
da 28 musei 89 giovani artisti |
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