AFFARI & CULTURA
 
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MOSTRE, PRESENTAZIONI, AVVENIMENTI ECC.


a cura di Giosetta Ciuffa

Roma - Palazzo Altemps e Gallerie Corsini, Spada e Moderna

Art Energy: il Gestore della rete elettrica
illustra i capolavori di cinque gallerie romane

e opere d’arte realizzate dall’uomo dalla notte dei tempi alla fine del secolo XIX sono state eseguite senza l’ausilio dell’energia elettrica. Gli artisti hanno lavorato alla luce naturale o al massimo prodotta da fiaccole ad olio, cera, petrolio ecc. Un giorno l’uomo ha scoperto l’elettricità e l’ha via via applicata a tutti i settori e momenti della vita. Oggi l’artista potrebbe vivere, anzi creare, senza elettricità? Alla luce del sole sicuramente sì, come in antico. Ma se dovesse costruire una nuova Basilica di San Pietro, o più semplicemente un gruppo scultoreo come «Dioniso e il satiro», alto 2 metri e 64, o il «Dadoforo» di Palazzo Altemps, di 2 metri e 26? Anche gli scalpelli sono ormai elettrici, il matrimonio tra genio ed elettricità si è sempre più stretto, probabilmente non sarà mai più possibile un divorzio. È vero che arte ed energia svolgono due funzioni diverse, la prima conforta l’animo, la seconda il corpo. Ma oggi sarebbe difficile produrre capolavori in ogni campo - arte, letteratura, musica, danza, moda, spettacolo, perfino poesia - senza watt. Ed è proprio grazie a questi che oggi possono godersi meglio tanti capolavori.
Lo dimostrano in queste settimane una serie di iniziative prese dal Grtn - il Gestore della rete di trasmissione nazionale di energia -, imperniate sulla pubblicazione di un’opera, «Art Energy - L’energia nella storia dell’arte dall’antichità classica al XX secolo». Realizzato a cura di Cesare Biasini Selvaggi su progetto di Emanuela Varano Pinzari, prodotto dalla società Bucaneve 2003 e edito da Giorgio Mondadori, il volume illustra con testi e foto un ricchissimo percorso artistico costituito da cinque prestigiosissime tappe romane: il Museo nazionale di Palazzo Altemps, la Galleria Borghese, la Galleria Corsini, la Galleria Spada, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna.
«Quante volte, di fronte a un’opera d’arte, abbiamo reagito dicendo ‘Sprigiona energia’?», osserva nella presentazione dell’opera Carlo Andrea Bollino, presidente del Grtn, illustrando il motivo dell’iniziativa: «Il filo conduttore del libro coincide con il suo obiettivo: suscitare il desiderio di comprendere come e per quante volte nella storia l’uomo, fragile nella propria energia fisica, sia riuscito a moltiplicare quella intellettuale proiettandola nella realizzazione di un’opera».
E cita il dipinto «I Lampi» di Luigi Russolo, del 1910, conservato nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna: «Una tempesta di fulmini sprigiona energia con un’intensità di colori e temi che colpisce l’osservatore per la potenza con cui si scatenano le forze naturali; ma l’illuminazione pubblica funziona, la luce artificiale si diffonde, è presente in simultanea con la scarica naturale. È noto che la prima causa di interruzione della corrente è data dai fulmini, ma il quadro testimonia che la fornitura di elettricità è continua, affidabile, sicura, anche in presenza di elementi indomiti della natura, di eventi fuori dal controllo umano. È questo proprio il compito dell’Ente che presiedo: assicurare la continuità del servizio elettrico utilizzando e controllando tutte le conoscenze scientifiche, tecniche e operative».
E Luca d’Agnese, amministratore delegato del Grtn: « Anche per questo oggi più che mai risulta interessante l’accostamento del mondo dell’energia all’opera dei maestri della storia dell’arte». Recentemente il Grtn ha finanziato il restauro del soffitto della Galleria Spada, opera di Michelangelo Ricciolini. In questi giorni la società Bucaneve 2003 e il Grtn stanno svolgendo visite guidate nei musei di Roma per le Scuole medie e superiori e conferenze per stimolare l’interesse degli studenti verso l’energia.

 

Sassolino sfonda la Galleria ed espone le macerie

Quintali di piastrelle e calcestruzzo dentro una rete metallica elettrosaldata formano un tassello cementizio rettangolare della superficie di 20 metri quadrati, sostenuto ad altezza d’uomo da cavi di metallo. Sotto, rimane il suolo nudo come la fossa di camposanto. Al termine della mostra intitolata «Rimozione», la «scultura» sarà calata a terra per ricomporre il pavimento. Un’opera colossale per dimensioni, peso e dispendio di mezzi, esposta fino al 28 dicembre da Arcangelo Sassolino per la sua prima personale nella Galleria Arte e Ricambi di Verona, realizzata incidendo il pavimento della galleria, strappandone il suolo e sospendendolo in aria. Sassolino affronta decisamente le difficoltà legate alla realizzazione delle sue opere. Nato a Vicenza nel 1967, vissuto 6 anni in Usa dove ha disegnato giocattoli per una filiale della Casio, tornato in Italia ha cominciato la carriera artistica con tre mostre alla Galleria Grossetti di Milano.

 

A Bergamo il Giudizio Universale del Moroni

Bergamo dedica una mostra a un grande protagonista dell’arte del Cinquecento, Giovan Battista Moroni: ritratti della fase naturalistica, soggetti religiosi, pale d’altare, produzione grafica. Delle opere, esposte in 4 sedi diverse, fanno parte i ritratti di Gian Gerolamo Grumelli, il celebre Cavaliere in rosa; di Isotta Brembati; di Marco e Simone Moroni. Nonché l’ultima opera dell’artista commissionata nel 1577 da Giorgio e Pancrazio Asperti, il Giudizio Universale, pala di dimensioni monumentali lasciata incompiuta per la sopravvenuta morte del pittore. Il dipinto è una fedele traduzione del celebre modello michelangiolesco dipinto nella Cappella Sistina a Roma.

 

Gli eccezionali bronzetti della Collezione Vok

Frutto delle acquisizioni di tre generazioni, la Collezione Vok, comprendente una cinquantina di bronzi di elevatissima qualità, spesso pezzi unici di scultori rinascimentali, è esposta dal 20 novembre al 6 febbraio 2005 nei Civici Musei agli Eremitani di Padova, città che fu uno dei principali centri dell’arte fusoria nel Rinascimento. Pur incentrata sulla produzione rinascimentale, la Collezione Vok spazia prima e dopo l’epoca d’oro del bronzetto. Coprono l’arco di tre secoli, dal Quattrocento al Settecento, esemplari di mortai eccezionali per qualità e dimensioni. C’è un bruciaprofumi veneziano del Cinquecento. Di Bartolomeo Bellano, allievo di Donatello e considerato il capostipite, figura nella Collezione un irruente Cavallo mentre un altro artista, Severo Calzetta da Ravenna, vi è rappresentato da una Lupa capitolina e da un Satiro inginocchiato con calamaio. Dello stesso periodo è l’Ercole (o Atlante) di Vittore Gambello detto il Camelio. Curiose le fusioni di piccoli animali come le rane, eseguite con calco dell’animale morto e posto quindi nella posizione desiderata; la loro fortuna nel corso del Cinquecento fu enorme. Nella Collezione anche due lucertole in lotta, forse l’unico esemplare rappresentato su uno sfondo di terreno.

 

Sarà ospitata dalla Gnam la XIV Quadriennale

Sarà la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ad ospitare da marzo a giugno 2005 la mostra finale della XIV Quadriennale di Roma. La decisione è stata presa dopo il crollo del 14 settembre scorso di due solai al Palazzo delle Esposizioni di Via Nazionale, sede storica delle Quadriennali. Anche nel 1948, per l’indisponibilità della propria sede, la manifestazione fu ospitata dalla stessa Galleria. La mostra concluderà la XIV Quadriennale dopo le due anteprime di Napoli e di Torino. È prevista la partecipazione di un centinaio di artisti, ognuno con un’opera, selezionati da 5 critici: Luciano Caramel, Valerio Dehò, Giacinto Di Pietrantonio, Marco Tonelli e Giorgio Verzotti.

 

La storia dello spumantesui manifesti pubblicitari

Dal 25 novembre al 16 gennaio 2005 Trento presenta la mostra «Manifesti dello spumante italiano», ossia i più prestigiosi cartelloni pubblicitari sullo spumante dalla fine dell’800 al 1980, opere d’arte la cui bellezza grafica evoca un mondo magico di cui è protagonista la figura femminile. Sono presenti opere di tutti i grandi cartellonisti della scuola italiana, una delle più apprezzate nel mondo: Mauzan, Cappiello, Dudovich, Codognato, Mazza, fino ad Armando Testa che negli anni 60 ha aperto nuove strade all’arte del manifesto. Tra i due conflitti mondiali il manifesto è stata la più efficace promozione per prodotti e luoghi, lo strumento ideale per giungere a un vasto pubblico. I manifesti esposti provengono in gran parte dalla Raccolta Salce del Museo Civico di Treviso: i 25 mila manifesti del collezionista Nando Salce, scomparso nel 1962, testimoniano l’evoluzione della società italiana.

 

Carla Accardi, Sissi e il russo Valery Koshlyakov

La prima mostra personale di Carla Accardi a Roma è ospitata, fino al 9 gennaio, nel Museo d’arte contemporanea: si tratta di quaranta opere, da quelle in sicofoil degli anni Settanta, molte delle quali inedite, a una casa labirinto in perspex, a una serie di alti coni in ceramica, fino a quindici disegni realizzati appositamente per l’occasione. Il Museo ospita, inoltre, la prima personale italiana dell’artista russo Valery Koshlyakov, che presenta «Nuvola», nuovo progetto ambientale realizzato per il Museo stesso con i più volgari materiali di risulta come cartone riciclato, nastro adesivo, polistirolo. Infine, negli spazi dedicati alla ricerca e alla sperimentazione artistica, la bolognese Sissi, vincitrice nel 2002 del premio Querini Stampalia-Furla, presenta un progetto intitolato «Nidi»: un paesaggio fantastico creato intrecciando rattan indonesiano. (Nella foto: «Violaoro» del 2003 di Carla Accardi, vinilico su tela dalla collezione dell’artista)

 

L’ultimo Caravaggio al Museo di Capodimonte

A quasi vent’anni dalla grande rassegna su «Caravaggio e il suo tempo», ospitata nelle sale del Museo di Capodimonte a Napoli nel 1985, nello stesso Museo ora «Caravaggio: l’ultimo tempo» presenta per la prima volta insieme in Italia oltre 20 capolavori degli ultimi anni dell’artista tra i quali la celebre Flagellazione per la cappella de Franchis in San Domenico Maggiore a Napoli, la Crocifissione di Sant’Andrea del Museum of Art di Cleveland, la Salomè con la testa del Battista della National Gallery di Londra e il Martirio di Sant’Orsola dipinto per il principe Marcantonio Doria e ora della Banca Intesa.

 

Venezia
Tutto sul vetro Tutto con il vetro


L'Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti ha inaugurato la nuova sede di Palazzo Franchetti a Venezia con l’esposizione «Vetri. Nel mondo. Oggi»: cento opere di oltre 80 artisti, rappresentativi del movimento internazionale Studio Glass. In mostra scenografiche installazioni, oggetti scultorei e dalle forme personalissime di artisti che hanno eletto il vetro come mezzo espressivo; tali opere sono state scelte per testimoniare le molteplici matrici ed esperienze tecniche ed espressive che distinguono oggi tale movimento.
Se il vetro d’atelier è stato caratterizzato sin dalla sua nascita, negli anni 70, da un’ininterrotta circolazione di idee, di artisti e di maestri vetrai, la mostra intende ora evidenziare le caratteristiche che hanno assunto le scuole dei diversi Paesi: Australia, Boemia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Svezia, Stati Uniti e, naturalmente, Italia. Una sezione documentaria di carattere tecnico-scientifico, realizzata in collaborazione con la Stazione sperimentale del Vetro di Murano, illustra a Palazzo Loredan, sede dell’Istituto Veneto, attraverso pannelli, fotografie e video, le tecniche di lavorazione del vetro, le applicazioni nella vita quotidiana, nell’industria, nell’edilizia, nelle comunicazioni ecc. La mostra è curata da Rosa Barovier Mentasti, storica del settore; l’allestimento dallo scenografo e regista teatrale Pier Luigi Pizzi.

Roma e Torino
50 ponti sul Tevere dei fratelli Alviti


A Roma nello Studio Mic fino al 27 novembre, poi alla Mole Antonelliana di Torino fino 12 dicembre, sono in mostra «I ponti di Roma», 50 opere dei fratelli Cristiano e Patrizio Alviti tra acrilici su tela e acquarelli su carta, rappresentanti il tratto del Tevere che scorre nel cuore della città. Tutta la produzione dei due artisti è caratterizzata da questo tipo di ricerca. Dedicatisi in eguale misura alla pittura, hanno fondato una società sul modello di una bottega d’arte all’antica ed eseguono anche lavori su commissione. Espongono in gallerie pubbliche e private e, collaborando con Università ed Enti, realizzano sculture per l’arrredo urbano.

 

Napoli
Hirst, un artista fra i piu controversi

La Regione Campania e la Sovrintendenza per i Beni archeologici di Napoli e Caserta annunciano «The agony and the ecstasy», selezione dei lavori di Damien Hirst dal 1989 al 2004 nell’ambito del programma «Annali delle arti» ideato e diretto da Achille Bonito Oliva e a cura di Eduardo Cicelyn, curatore della mostra con Mario Codognato e Mirta d’Argenzio.
Ospitata nelle sale del Museo archeologico nazionale di Napoli, la mostra, comprende più di 40 opere che attraversano le tappe principali della carriera dell’artista e ne rappresentano la prima antologica mai realizzata in un’istituzione museale. Il quarantenne Damien Hirst è uno degli artisti più acclamati e controversi della scena artistica contemporanea e protagonista principale della rinascita culturale di Londra alla fine degli anni 80. Le contraddizioni dei modelli di vita della società post-industriale, l’esaltazione del decadimento fisico e della morte, le ambiguità del progresso scientifico e della medicina sono analizzati attraverso la creazione di immagini di impatto visivo ed emozionale: assemblaggi e installazioni ricreano ambienti isolati sotto vetro, come quelli con i primi animali sezionati e conservati in grandi teche, immersi in formaldeide (uno squalo o una mucca col suo vitellino), le composizioni con i medicinali, le sculture con i mozziconi di sigaretta, fra le più criticate.

 

Prorogata fino a dicembre la mostra
di paramenti sacri a Montecassino


Dato il grande successo di pubblico l’Abbazia di Montecassino ha deciso di prorogare fino al 31 dicembre prossimo la mostra «I tesori salvati di Montecassino», esposizione di paramenti sacri con la quale si rivela uno spaccato del patrimonio tessile rimasto finora sconosciuto. La proroga è quindi occasione per scoprire opere di inestimabile valore e di estrema bellezza estetica, dal Rinascimento all’Ottocento, finora ignote al largo pubblico. Per la prima volta vengono presentate opere non conosciute permettendo così anche a studiosi ed esperti di vedere da vicino capolavori dell’arte tessile, in molti casi a restauro appena ultimato e che appaiono in mostra nella splendida, ritrovata accesa cromia, anche dei decori: uccelli, fiori, grappoli d’uva, giardini, cornucopie, alberi della vita. Figure e disegni tessuti pensati per essere indossati su un corpo in movimento che arricchiva il panneggio e le forme di luci e ombre sempre diverse. In mostra parati con ricami o semplicemente tessuti; fra questi ultimi grande interesse hanno i paramenti ricamati come piviali, tonacelle, pianete. Tutti hanno una propria storia: alcuni sono stati salvati dai bombardamenti; altri, ritenuti dispersi, sono stati recuperati negli anni; infine altri acquistati sul mercato antiquario; in tutto ottanta pezzi di cui il nucleo più significativo è costituito da alcuni esemplari dei secoli XV e XVI.

Ospitati da 28 musei 89 giovani artisti

Ventotto città italiane ospitano fino all’11 gennaio la seconda edizione di Gemine Muse, manifestazione di arte contemporanea che apre le porte di 28 prestigiosi musei a 89 artisti emergenti, proposti da 32 giovani critici. È un’iniziativa promossa dal Gai - Giovani artisti italiani -, e dalla Cidac, associazione delle città d’arte e cultura, in collaborazione con il Ministero per i Beni culturali. Ospitano le opere dei giovani artisti: Aosta, Asti, Torino, Vercelli, Novara, Genova, La Spezia, Biella, Cremona, Milano, Pavia, Trento, Udine, Venezia, Padova, Modena, Ferrara, Forlì, Ravenna, Firenze, Prato, Roma, Caserta, Campobasso, Bari, Messina, Catania, Trapani.

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