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ENERGIA ELETTRICA.
LA TERNA ARRIVA IN BORSA


Sul mercato azionario la società dell'Enel
Proprietaria di oltre il 90 per cento della rete elettrica nazionale, la nuova società dell'Enel
ha il compito di trasportare l'energia in tutto
il Paese: il suo nome indica proprio questo

 

 

LA NASCITA DI TERNA

La storia di Terna, come società autonoma, è piuttosto recente e si intreccia inevitabilmente con l’evoluzione del settore elettrico in Italia e, naturalmente, dell’Enel. Attualmente, e fino al collocamento di una larga quota azionaria sul Mercato Telematico Azionario gestito da Borsa S.p.A., la Terna è controllata interamente dall’Enel, che l’ha costituita nel 1999 secondo quanto previsto dal decreto legislativo n°79, il cosiddetto Decreto Bersani del 16 marzo 1999, che ha stabilito la separazione della proprietà della rete di trasmissione – la parte di Enel è stata affidata appunto alla Terna - dalla gestione della stessa. In quello stesso anno, infatti, fu costituito anche il Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, il GRTN, una sorta di società “gemella” di cui è azionista unico il Ministero dell’Economia, che ha il compito di gestire la trasmissione dell’energia e di sovrintendere al dispacciamento, cioè al coordinamento degli impianti di produzione e della rete per assicurare in modo ottimale i flussi continui di energia e garantire a tutti gli operatori del settore l’accesso imparziale alla rete.

IL SISTEMA ELETTRICO


Il sistema elettrico nazionale, come qualsiasi sistema elettrico, è composto da tre fasi: produzione, trasmissione e distribuzione. Sinteticamente si può indicare nella produzione di energia elettrica attraverso le centrali idroelettriche, termoelettriche o di altro tipo, la prima fase, alla quale si affianca, in modo parallelo, l’importazione di energia dall’estero per coprire il fabbisogno nazionale.
La fase finale è, invece, quella che riguarda la distribuzione dell’energia, prodotta o importata, nelle abitazioni, nelle aziende e in tutti i punti che necessitano di elettricità per far marciare l’economia del Paese. In mezzo c’è la fase di trasmissione, dove opera la Terna.

L’AUTOSTRADA
DELL’ENERGIA


Per spiegare cosa è la trasmissione di energia elettrica spesso ci si affida a paragoni con attività più facilmente comprensibili. Una è quella della rete autostradale - che corrisponde alla rete di trasmissione - attraverso la quale transitano tir e camion carichi di merce, paragonabili all’elettricità che corre sui fili. I camion caricano la merce-elettricità nelle fabbriche (le centrali di produzione), e imboccano l’autostrada. In determinati caselli (le stazioni di trasformazione, ove l’energia elettrica ad altissima tensione viene convertita in alta tensione) la merce viene trasferita su camion più piccoli che marciano su strade nazionali fino ad un deposito (le cabine di trasformazione, ove l’energia in alta tensione viene convertita in media tensione). Da qui nuovo trasloco in altri camion e via sulle strade provinciali e comunali (linee in media e bassa tensione) dove negozi e supermarket (le società di distribuzione locali, municipalizzate e non) si incaricano di distribuire le singole confezioni al cliente finale (le abitazioni). All’incirca il percorso è questo e, anche se il paragone farà storcere il naso ai tecnici, serve a dare un’idea di come si colloca la Terna nel complesso sistema elettrico nazionale.
Volendo essere più precisi, si può dire che la Terna svolge l’attività di esercizio, manutenzione e sviluppo delle infrastrutture in alta e altissima tensione di sua proprietà, per consentire il trasporto di energia elettrica dagli impianti di produzione o, nel caso di energia importata, dai punti di interconnessione con le reti estere, fino alle reti di distribuzione e ai punti di prelievo dei clienti finali direttamente connessi con la rete nazionale (sono tali, per esempio, le grandi aziende “energivore” allacciate alla rete ad alta tensione).

CHILOMETRI DI LINEE

Non tutta la rete di trasmissione nazionale (RTN) appartiene a Terna. Attualmente la rete di trasmissione nazionale ha un’estensione complessiva di oltre 44.000 chilometri di linee, che si snodano lungo la penisola includendo tutta le rete ad altissima tensione (AAT a 380 e 220 kV), parte della rete ad alta tensione (AT a 150, 132 e 120 kV), 16 linee di interconnessione con l’estero. La parte di rete in possesso di Terna al 31 marzo 2004 è pari a 38.626 chilometri di linee e 295 stazioni.
Il primo compito di Terna è l’esercizio della rete di sua proprietà. Gestire l’esercizio di una rete elettrica, delle dimensioni rilevanti di cui stiamo parlando, è un’attività complessa. Comprende operazioni di pronto intervento per eliminare guasti e anomalie e per ripristinare la funzionalità degli impianti. Prevede ispezioni continue per monitorare le condizioni di tutti i componenti della rete, dai tralicci ai conduttori. Necessita di interventi di messa in fuori servizio per consentire agli addetti di eseguire in sicurezza eventuali riparazioni. Le operazioni quotidiane, cioè la “conduzione” degli impianti – apertura e chiusura degli interruttori e quant’altro richiesto dal GRTN per garantire il rifornimento continuo dell’energia – vengono eseguite a distanza, sono cioè telecomandate mediante il Sistema di Controllo e Teleconduzione Integrato. In pratica, i comandi di apertura o chiusura degli interruttori vengono trasmessi agli impianti attraverso una rete di telecomunicazione. Tre centri di teleconduzione – a nord, centro e sud del Paese – governano la parte di territorio di loro competenza, ma ognuno di essi è in grado di sostituirsi agli altri in caso di necessità.

COMANDI A DISTANZA

Potrebbe sembrare azzardato affidare a comandi “remoti” il funzionamento di grandi impianti che, alla fine, debbono garantirci l’accensione dell’abatjour sul comodino di casa ogni volta che premiamo l’interrutore. “Non è affatto azzardato – spiegano i tecnici di Terna – anzi il telecontrollo a distanza garantisce la trasmissione dei comandi, e quindi l’esecuzione delle manovre richieste, con una precisione maggiore che non quella fatta fisicamente a mano da un operatore”.
L’attività non si ferma qui, naturalmente, perché una rete elettrica non è una realizzazione statica e definita per sempre. Succede, infatti, che ci sia necessità di ampliarla, di adeguarla a nuove esigenze tecniche o burocratiche, o anche di modificarla nella sua configurazione o, ancora, dismetterne alcuni tratti.
A questo punto sembra naturale chiedersi da dove vengano i ricavi di Terna. Una domanda opportuna, dato che la società fornisce servizi alla collettività nazionale ma, formalmente, ha un solo grande cliente: il Gestore della rete, cioè il GRTN (vedremo però che, per una parte minoritaria, il suo fatturato deriva anche dai servizi offerti ad altri clienti privati e da altre società che svolgono attività simile all’estero, per lo specifico in Brasile).

TARIFFE E “PEDAGGIO”

Anche per spiegare la remunerazione di Terna possiamo per un attimo tornare al raffronto con la rete autostradale.
Se usare l’autostrada per recarsi da una città all’altra comporta, giustamente, il pagamento di un pedaggio, altrettanto giustamente è necessario pagare un pedaggio per poter trasmettere energia elettrica attraverso la rete. Il “pedaggio” di competenza di Terna corrisponde alla tariffa che gli viene riconosciuta per l’attività di esercizio, sviluppo, manutenzione della rete di sua proprietà.
I soggetti con i quali la Terna si interfaccia sono due: il GRTN e l’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Il primo, in quanto gestore della rete, riconosce alla Terna un canone annuo a copertura dei costi di esercizio, degli ammortamenti economico-tecnici e della remunerazione del capitale investito.
L’Autorità invece stabilisce la tariffa per mezzo della quale è calcolato il predetto corrispettivo annuo che il GRTN corrisponde, in rate mensili, alla Terna, costituito dalla quota, proporzionale alla percentuale di rete posseduta dalla Terna, dell’importo complessivo che il GRTN stesso raccoglie dagli utenti del sistema di trasmissione, vale a dire i produttori di elettricità e le aziende di distribuzione.

IL GRUPPO

Qual è dunque il peso di Terna dal punto di vista economico? I dati più recenti sono quelli relativi al primo trimestre del 2004 che sono stati presentati pro-forma – tenendo conto degli effetti della ottimizzazione finanziaria – insieme ai risultati dell’intero 2003. Partendo da quest’ultimo, rileviamo che il Gruppo Terna ha registrato nel 2003 ricavi consolidati, pro-forma, pari a 919 milioni di euro, con un margine operativo lordo di 623 milioni pari al 68% circa dei ricavi, un risultato operativo di 436 milioni (47% circa dei ricavi) e un utile netto di 173 milioni che equivale al 19% circa dei ricavi. Per quanto riguarda la performance patrimoniale-finanziaria, il capitale investito netto è risultato pari a 3.572 milioni di euro mentre l’indebitamento finanziario netto è di 1.805 milioni; il cash-flow da attività di esercizio è stato superiore ai 400 milioni di euro.
Nel primo trimestre del 2004 i ricavi sono cresciuti dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il margine operativo lordo è aumentato del 13%, il risultato operativo del 36% e l’utile netto, pari al 28 per cento dei ricavi, è in crescita del 30%.
Queste cifre si riferiscono al Gruppo Terna, che comprende non solo la Terna S.p.A., l’azienda che opera in Italia, ma anche due società brasiliane che fanno lo stesso mestiere nel paese sudamericano. Si tratta di TSN – Transmissora Sudeste Nordeste – S.A. (TSN) e Novatrans Energia S.A. (Novatrans), che operano nel settore della trasmissione dell’energia elettrica sulla base di due concessioni trentennali, con scadenza il 20 dicembre 2030. Dal 31 dicembre 2003 Terna detiene il 99,74 per cento di TSN e il 100 per cento di Novatrans. Le porzioni di rete elettrica nazionale brasiliana di cui sono concessionarie le due società sono lunghe rispettivamente 1.050 chilometri (TSN) e 1.278 chilometri (Novatrans) e hanno un ruolo primario nell’equilibrio energetico del Brasile in quanto collegano la regione Sud-Est del Paese con le regioni Nord e Nord-Est.
L’attività svolta in Brasile produce una quota di ricavi intorno al 5% del totale, una fetta ancora piccola ma non trascurabile.
La società offre, al di fuori delle attività regolamentate, sia alle altre società del gruppo Enel che a terzi una serie di prodotti/servizi quali la progettazione, costruzione e gestione di impianti in AT e AAT, il telecontrollo di reti tecnologiche (non solo elettriche ma anche di gas e acqua), i servizi offerti nel settore delle telecomunicazioni come l’appoggio, la manutenzione e lo sviluppo di una rete di telecomunicazione in fibra ottica appoggiata sulle infrastrutture in alta e altissima tensione e sulle stazioni elettriche di proprietà della società.
Da queste attività aggiuntive, che sfruttano le competenze tecniche maturate negli anni, la Terna ricava una percentuale pari al 7% del suo fatturato annuo, destinata a crescere in futuro come è destinata a crescere la quota dei ricavi provenienti dall’attività estera del Gruppo.
Per quanto riguarda l’evoluzione dell’attività in Italia, si può rilevare che il mercato annuo dell’energia elettrica nel nostro paese, dal 1999 al 2003, è cresciuto di oltre il 12% (dati GRTN), ad un ritmo superiore a quello della crescita del Pil. Per i prossimi anni, gli esperti del GRTN prevedono un proseguimento della tendenza alla crescita dei consumi di elettricità in misura superiore al Pil, anche perché il consumo pro capite nel nostro paese è ancora inferiore alla media europea.

LA STRATEGIA

Il management di Terna ha indicato le linee strategiche per il prossimo futuro, che puntano a massimizzare la creazione di valore per gli azionisti, a partire dall’incremento dell’efficienza degli investimenti, fatta salva la qualità del servizio secondo gli standard richiesti dalle autorità nazionali. Il piano strategico punta inoltre a perseguire tutte le opportunità di crescita, non solo in Italia e in Brasile ma anche in altri paesi, in particolare quelli che appartengono all’area dei Balcani o all’area sud del bacino del Mediterraneo. L’obiettivo è quello di remunerare gli investitori con la distribuzione di dividendi in linea con i livelli di società comparabili, italiane ed europee, che già sono presenti nei mercati finanziari.
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