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DIFESA SERVIZI
PARTE BENE: LA NUOVA SOCIETÀ VALORIZZA
I BENI DELLE FORZE ARMATE

a cura di
LUCIANO DI DOMENICO

Da sinistra: L’amministratore delegato
di Difesa Servizi ing. Lino Girometta
e il presidente Gen. di Corpo
d’Armata Armando Novelli

La crisi economica
ha imposto tagli
alle spese dello Stato.
Tra i settori più colpiti
è quello ­della Difesa.
Per fronteggiare questa emergenz
a è stata costituita la società
«Difesa Servizi»
al fine di valorizzare
il patrimonio immobiliare
e i servizi delle Forze Armate
e reperire nuove risorse finanziarie

a crisi morde sempre di più, i Governi prima con Silvio Berlusconi e ora con Mario Monti hanno imposto tagli draconiani alle spese in tutti i settori dello Stato; anche il Ministero della Difesa ha visto in questi ultimi anni ridursi drasticamente il budget disponibile. Un mese fa il nuovo ministro, Ammiraglio Giampaolo Di Paola, rispondendo a un’interrogazione alla Camera dei deputati ha annunciato che erano stati decisi tagli per tre miliardi di euro al bilancio della Difesa per il triennio 2012-2014 ed ha sottolineato come gli stanziamenti siano ora in Italia «ben al di sotto dei valori di altri Paesi europei» del suo stesso livello. E aggiungeva: «In questo quadro, di fronte alle risorse stanziate lo strumento militare non è più sostenibile, e quindi richiede provvedimenti urgenti e rilevanti». Una delle risposte che già il precedente Governo aveva fornito, con un’iniziativa legislativa firmata dagli allora ministri Ignazio La Russa, Giulio Tremonti e Claudio Scajola, per fronteggiare il calo di risorse nel settore Difesa, è stata la creazione della società per azioni «Difesa Servizi», di proprietà al cento per cento del Ministero della Difesa, il cui titolare ne nomina il consiglio di amministrazione. A ricoprire l’incarico di presidente è stato chiamato il generale di Corpo d’Armata Armando Novelli, ex comandante delle forze operative terrestri dell’Esercito. Amministratore delegato è stato nominato l’ingegnere Lino Girometta, già al vertice di numerose e prestigiose società di servizi.


GEN. ARMANDO NOVELLI:
VALORIZZARE I BENI DELLA DIFESA

Domanda. La società è stata fondata nel dicembre del 2009, accompagnata da varie polemiche e da una serie di dubbi sui reali compiti, sugli ambiti operativi e sui controlli dell’attività. Quali sono i suoi scopi?
Risposta. Intanto voglio precisare che la nascita della società va fatta risalire solo agli inizi del 2011. Il 17 febbraio dell’anno scorso, infatti, è stato firmato il decreto interministeriale Difesa-Finanze che ne ha determinato la costituzione e nominato il consiglio di amministrazione e il collegio dei sindaci; il 10 marzo scorso è avvenuta la sua iscrizione alla Camera di Commercio di Roma. Difesa Servizi non ha, quindi, ancora compiuto un anno di vita. Per quanto attiene agli scopi, possono essere sintetizzati nella «valorizzazione» dei beni materiali e immateriali della Difesa. È un campo d’azione molto ampio che va dal patrimonio immobiliare alle attività sanitarie, meteorologiche, formative e addestrative, per citarne solo alcune, e che spazia dai concorsi forniti a titolo oneroso a soggetti pubblici e privati, nazionali e stranieri, alla gestione economica dei marchi e degli emblemi delle Forze Armate; è previsto anche che possano essere acquisiti beni e servizi. Tutto ciò implica per il personale della società una buona dose di flessibilità e molta fantasia. Vi sono, peraltro, due aspetti da sottolineare: dai compiti sono escluse tassativamente l’alienazione degli immobili e dei beni patrimoniali della Difesa nonché la gestione economica delle attività correlate a prestazioni operative delle Forze Armate.
D. Essendo una società per azioni, c’è la possibilità che venga un giorno quotata in Borsa?
R. Lo statuto lo esclude: la società, che è partecipata dal Ministero della Difesa, deve rimanere esclusiva proprietà dell’azionista unico, che è il ministro della Difesa pro tempore. Quanto al valore amministrato, Difesa Servizi non ha la titolarità di un patrimonio immobiliare definito. Di volta in volta stipula una convenzione con le Forze Armate o con gli Enti del Segretariato generale della Difesa per acquisire il bene da valorizzare. Si può quindi parlare di un patrimonio immobiliare difficilmente valutabile, che normalmente rappresenta una parte di un bene complesso e che Difesa Servizi gestisce per raggiungere l’obiettivo precisato nella convenzione. Non un’intera caserma ad esempio, ma una parte delle coperture o una porzione di un terreno da rendere economicamente produttivi. Al momento è attiva una convenzione firmata con la Direzione generale dei Lavori e del Demanio, che riguarda i tetti di 53 caserme e 10 sedimi, da valorizzare attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici. Vorrei aggiungere che sono state firmate altre due convenzioni: con l’Aeronautica Militare per la gestione economica dei dati meteorologici, e con l’Esercito per la valorizzazione dei marchi e degli emblemi.
D. Come saranno reinvestiti gli utili ricavati da queste operazioni?
R. Le modalità sono previste in un documento che si chiama «Contratto di servizio» ed è molto semplice. Una parte delle somme ricavate, variabile dal 50 al 90 per cento dell’intero ammontare, viene immediatamente messa a disposizione della Forza Armata titolare del bene valorizzato, e la restante parte, al termine dell’esercizio finanziario, viene messa a disposizione dell’azionista. Le due quote sono definite nella convenzione firmata a premessa della valorizzazione, e variano in ragione del maggiore o minore coinvolgimento della Forza Armata nello stesso processo di valorizzazione. La liquidazione avviene immediatamente con il pagamento di fatture o la fornitura di beni e servizi alla Forza Armata che ha conferito il bene da valorizzare.


ING. LINO GIROMETTA:
RESORT DI LUSSO NEI FARI MARINI DISMESSI

Domanda. Quali sono in particolare i compiti della società e i settori specifici di intervento e cosa si è fatto finora?
Risposta. I settori nei quali Difesa Servizi può intervenire e si muove sono quelli definiti dalla statuto, che vanno dall’approvvigionamento di risorse economico-finanziarie alla possibilità di stipulare convenzioni in favore dei soggetti che operano nell’ambito del Ministero della Difesa. Nel caso specifico, relativamente a ciò che abbiamo cominciato a fare e di cui possiamo già annunciare qualche risultato eccezionalmente positivo, vanno segnalati: la valorizzazione di alcuni assets e di marchi e il servizio meteorologico. Per quel che riguarda il primo obiettivo, dopo tre mesi abbiamo affittato 17 lotti di coperture e 13 di terreni della Difesa per far sì che soggetti privati italiani e stranieri potessero realizzare dei parchi fotovoltaici. Questa valorizzazione è avvenuta attraverso gare che hanno dato risultati sensibilmente superiori alle aspettative, con un risultato finanziario particolarmente favorevole.
D. Avete affittato queste aree per realizzare impianti che producono energia dal fotovoltaico; si tratta di energia utilizzata anche dalle strutture della Difesa o è tutta di proprietà delle aziende che hanno costruito gli impianti?
R. Il nostro compito è quello di valorizzare aree ed edifici di proprietà della Difesa, e si è valutato che il modo migliore per farlo fosse la cessione in affitto per venti anni, al fine della realizzazione di impianti fotovoltaici da parte di soggetti privati, di siti alcuni dei quali costituiti da aree di rispetto di poligoni militari e da tetti di caserme e di altri edifici militari, all’interno dei quali continua regolarmente l’attività di istituto.
D. Complessivamente a quanto ammonta la superficie che, tra aree e tetti, è stata affittata?
R. Parliamo di circa 100 ettari di tetti e coperture varie di edifici, e di 600 ettari di aree, divise in 13 lotti, a servizio di siti militari. Immobili che, ribadisco, prima non davano alcun reddito. I contratti finora stipulati assicureranno un introito di 12 milioni di euro l’anno per venti anni, complessivamente 240 milioni. Questo significa che la Difesa può predisporre un programma di spesa ventennale di pari importo. Non conosco quante operazioni, non solo nella Difesa ma in tutto il settore pubblico, abbiano generato somme di tale rilevanza. Ma non basta: la realizzazione di questi impianti, che produrranno energia per circa 350 megawatt, quanto una centrale di medie dimensioni e senza emissioni inquinanti, comporterà investimenti per 600-700 milioni di euro.
D. Oltre alle caserme e ai terreni, quali altri beni pubblici dovete valorizzare?
R. Sono in fase avanzata le trattative con la Marina Militare per la consegna di alcuni fari che attualmente funzionano come segnalatori comandati a distanza, mentre sono ormai inutilizzate le strutture una volta occupate dal guardiano e dai suoi familiari. Per queste strutture abbiamo tre ipotesi di valorizzazione: verificare la possibilità di installare, sulla maggior parte di esse, ripetitori per la telefonia mobile; in altri installare antenne per il servizio meteorologico e per collegamenti a vantaggio dei diportisti; terza possibilità, più suggestiva, la destinazione e trasformazione di tali strutture in resort di prestigio, creando addirittura una catena di residenze alberghiere di lusso in località marine straordinarie.
D. Potete occuparvi anche della vendita, di alcuni servizi, come quelli meteorologico e cartografico?
R. Abbiamo già acquisito la gestione economica del servizio meteorologico fornito dall’Aeronautica Militare. Dei numerosissimi contratti in essere con i privati il più noto è quello con la Rai-tv. Per il 2011 possiamo già versare alla Difesa proventi per circa 700 mila euro. Ma stiamo operando per rivedere la struttura e il costo dei servizi e per ampliare la platea degli utenti. Ancora non abbiamo acquisito il servizio cartografico reso dal mondo militare; ad esso è interessata una vasta platea di utenti.
D. Tra i compiti vi è la valorizzazione economica dei servizi sanitari erogati da strutture militari, ad esempio dall’Ospedale Celio di Roma?
R. Ogni Forza Armata dispone di un certo numero di presidi sanitari, soprattutto Poliambulatori. Ora stiamo valutando con il Ministero della Difesa la possibilità per il passaggio alla nostra società della competenza contabile su queste strutture al fine di rendere disponibili le risorse finanziarie da essi derivanti. Ma l’aspetto rilevante non è il semplice trasferimento di denaro quanto la possibilità di destinare questi fondi al miglioramento delle strutture e delle apparecchiature esistenti nel Policlinico militare e nei vari Poliambulatori delle Forze armate che sono al servizio anche dei cittadini.
D. Quali iniziative riguardano l’altra significativa attività commerciale affidata alla vostra società, relativa alla gestione di marchi, stemmi, modellini di armi, automezzi, navi e aerei militari?
R. Fino ad oggi lo sfruttamento dei marchi è stato fatto solo nel settore abbigliamento. Abbiamo avuto per ora la gestione del marchio dell’Esercito e già abbiamo migliorato i risultati commerciali. In occasione del rinnovo della convenzione in atto con un’azienda privata, abbiamo ottenuto il raddoppio del canone corrisposto prima all’Esercito. Ora attendiamo che anche le altre Forze Armate ci affidino l’incarico di curare i loro marchi. Potremmo valorizzarli in modi e forme nuove ed originali.

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