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FRANCO MANFREDINI:
CERAMICA, ANCORA
AI PRIMI POSTI NEL MONDO, MALGRADO
LA CRISI

Franco Manfredini,
presidente di Confindustria Ceramica
e di Casalgrande Padana


«Le prospettive per il 2011
indicano un ulteriore recupero;
si prevede, in particolare,
un aumento delle vendite
tra l'1,7 e il 2 per cento,
costituito dalla somma
delle varie situazioni
esistenti nelle diverse
aree del mondo»

u il primo impiegato, nel 1960, della società Casalgrande Padana produttrice di ceramiche, che quest'anno festeggia il mezzo secolo di vita; due anni dopo ne divenne socio e nel 1974 presidente e amministratore delegato: in riconoscimento della lunga e intensa carriera svolta tutta all'interno dell'azienda della quale è tuttora presidente, qualche mese fa Franco Manfredini è stato nominato, dal Capo dello Stato, Cavaliere del Lavoro. Grazie anche all'acquisizione del controllo della Nuova Ceramiche Riwal, la Casalgrande Padana fattura oggi 275 milioni di euro derivanti per il 66 per cento dalle esportazioni, occupa 1.095 dipendenti, opera in sei stabilimenti dalla superficie complessiva di 700 mila metri quadrati e produce 27,3 milioni di metri quadrati di lastre ceramiche, l'80 per cento delle quali in ceramica tecnica a tutto impasto. Guidata da Manfredini, l'azienda si è concentrata per prima in Italia sul grès porcellanato, che oggi rappresenta oltre il 70 per cento della produzione nazionale e di cui l'azienda è leader mondiale nella fascia alta. I sei stabilimenti dell'azienda, tutti localizzati nel distretto di Sassuolo-Scandiano, lavorano a ciclo chiuso riciclando tutti i componenti, quindi senza scarti, emissioni, dispersioni. Il 70 per cento della produzione viene esportato in 70 Paesi.
Entrato nel maggio 1986 nel Direttivo dell'allora Assopiastrelle, Manfredini ha presieduto varie Commissioni consultive e nel maggio del 2009 è stato eletto alla guida di Confindustria Ceramica. Lo scorso ottobre il Comune di Casalgrande gli ha conferito all'unanimità la cittadinanza onoraria. Ha attuato molte iniziative culturali e sociali, tra le quali l'inaugurazione del Casalgrande Ceramic Cloud, imponente realizzazione architettonica progettata dal giapponese Kengo Kuma e realizzata con lastre di ceramica di grande dimensione.
«Nella nostra filosofia–suole ripetere il Cavaliere del Lavoro Manfredini–, Made in Italy non significa solo bellezza o lusso, ma anche eticità, impegno e senso di responsabilità, valori che ci hanno permesso di trasformare un prodotto in un'esperienza da condividere». Nel 2006 Manfredini e la Casalgrande Padana sono stati insigniti del Sodalitas Social Award per l'innovazione di prodotto, del Premio Ernst & Young Imprenditore dell'Anno e del Confindustria Premia l'Eccellenza; inoltre nell'anno successivo del Premio Impresa Ambiente 2007.
Domanda. Con la crisi ancora in atto, qual'è la situazione nel vostro settore
Risposta. Esportiamo nel mondo il 70 per cento della produzione. Operiamo in un campo merceologico nel quale l'Italia ha il primato mondiale dell'esportazione, è uno dei Paesi principali del mondo. Di questo 70 per cento il quantitativo maggiore viene assorbito dai Paesi dell'Europa occidentale e dell'America del Nord. Nel 2009 si è registrata una contrazione delle esportazioni dovuta alla crisi generale che ha coinvolto e tuttora coinvolge anche le nostre aziende, che hanno risentito del rallentamento dell'attività edilizia sia in Europa che negli Stati Uniti. Il calo del 2009 ha inciso per circa il 20 per cento del fatturato. Nell'anno successivo, il 2010, abbiamo registrato un parziale recupero delle esportazioni, tra il 4 e mezzo e il 5 per cento, al quale però ha corrisposto un calo del mercato interno di circa il 3 per cento.
D. Quali sono, in sostanza, le prospettive per il futuro?
R. Per il 2011 le prospettive indicano un ulteriore recupero. Si prevede, in particolare, un aumento del fatturato tra l'1,7 e il 2 per cento, costituito dalla somma delle varie situazioni esistenti nelle varie aree del mondo. Dobbiamo tener conto, infatti, del fatto che l'Europa è il continente che registra una crescita minore. È vero che aumentiamo le esportazioni fuori di essa, ma questo aumento si verifica in Paesi in cui le nostre quote di esportazione attualmente sono inferiori per vari motivi, ad esempio per la distanza.
D. In quali Paesi extra-europei ritenete di aumentare le vendite?
R. Intanto noi stiamo beneficiando della ripresa del settore immobiliare nella misura e nei luoghi in cui essa si manifesta. Dal momento che il nostro mercato principale sono l'Europa e gli Stati Uniti, cominciamo a recuperare in questi. Ma sarà un recupero lento, occorreranno alcuni anni per tornare alla situazione esistente prima del 2009; comunque tutto dipenderà dall'evoluzione della situazione economica generale. Le aziende italiane del settore sono ancora leader mondiali nelle esportazioni.
D. Quali sono i vostri maggiori concorrenti?
R. L'ultimo arrivato sul mercato, la Cina, sembra che produca in questo momento metà dei volumi mondiali di questo prodotto, ma è anche il Paese che consuma quasi la metà della produzione totale. Della Cina noi critichiamo la concorrenza anomala, perché essa pratica prezzi che riteniamo impossibili per aziende normali, ossia sottocosto. Sappiamo tutti che la Cina si avvantaggia di un cambio molto basso che favorisce le sue esportazioni. E questo è l'aspetto che noi lamentiamo.
D. Come si difende l'Italia, o meglio l'Unione Europea, da questa concorrenza sleale?
R. È in atto, in questo momento, una procedura a livello comunitario per l'adozione, da parte della Commissione europea, di provvedimenti difensivi nei confronti di quella che viene considerata una concorrenza compiuta con carte un po' truccate. Ma intanto questi sistemi ci danneggiano, aggravando gli effetti della crisi generale. Questa è in sintesi la situazione.
D. Quali provvedimenti in particolare intende adottare la Commissione europea?
R. È all'esame l'introduzione dell'indicazione di origine «made in...» sulle merci poste in commercio nell'Unione Europea, uno strumento utile anche per l'industria delle piastrelle di ceramica; costituirebbe una tutela fondamentale per la competitività della ceramica italiana, per l'occupazione nazionale, per i consumatori europei. È dal 2005 che si attende una decisione, ma il principale passo è stato fatto solo lo scorso 21 ottobre quando il Parlamento europeo, a larghissima maggioranza, ha approvato una risoluzione volta a far ratificare al Consiglio europeo dei ministri del Commercio estero questa decisione, ultimo e decisivo passo finale. Un'altra azione di straordinario rilievo è la procedura antidumping contro le importazioni in Europa di piastrelle cinesi pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Commissione Europea il 19 giugno 2010. Con essa si è avviata una lunga procedura che ha coinvolto oltre 70 aziende industriali produttrici di piastrelle di ceramica di sei Paesi europei per una produzione complessiva superiore ai 300 milioni di metri quadrati. La Commissione europea ha accettato gli Stati Uniti come Paese terzo di controllo delle evidenze, mentre un questionario di verifica è stato sottoposto a 7 imprese cinesi. Lo scorso mese la Commissione europea ha informato gli Stati membri sui risultati emersi ed entro il 18 marzo prossimo la Commissione nominerà un Comitato per stabilire eventuali misure compensative in attesa della decisione finale che il Consiglio adotterà entro giugno 2011.
D. Quali sono state e sono le conseguenze sull'occupazione?
R. Dal punto di vista del sostegno all'occupazione l'apporto degli ammortizzatori sociali si è ridotto di molto negli ultimi mesi e continuerà a ridursi se prosegue l'attuale trend economico. Speriamo di tornare, nel giro di uno o due anni, a una situazione di equilibrio in modo che la concorrenza cinese, che riteniamo transitoria e destinata ad evolversi verso parametri normali, non metta in pericolo la competitività del nostro settore industriale, che fa scuola in tutto il mondo.
D. Come avviene questo?
R. Tutte le innovazioni nella produzione di ceramiche partono da Sassuolo. Per cinquant'anni abbiamo diffuso ed esportato la tecnologia ovunque; adesso contiamo molti concorrenti in tutto il mondo ma esiste anche una suddivisione di aree di dimensioni continentali. Noi pensiamo di continuare a prevalere nel mercato europeo ed anche in buona parte del mercato dell'America del Nord; di essere ancora i primi nell'innovazione e nella fascia alta del prodotto che diffondiamo in tutto il mondo, e in una certa misura anche nelle varie aree più o meno protette. Comunque speriamo che la situazione si evolva verso la creazione di mercati sempre più liberi, ma con regole uguali per tutti.
D. Oltre al ricorso agli ammortizzatori sociali, ossia alla Cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, le aziende come hanno fronteggiato la crisi?
R. Hanno accelerato i processi di ristrutturazione adottando provvedimenti che del resto si compiono in continuazione, ma si intensificano quando la situazione diventa più difficile. Le aziende, pertanto, continuano ad investire. Siamo convinti che il calo registratosi non consiste in una perdita di mercati nel mondo, nei quali anzi manteniamo abbastanza bene le posizioni. La riduzione è stata causata da una congiuntura che ha colpito il settore dell'edilizia, ma questa situazione tende a essere superata e riteniamo di recuperare le perdite che abbiamo subito e che si sono concentrate soprattutto nell'anno 2009.
D. Come assicurate nella progettazione, nel design e nella produzione, l'innovazione continua con cui battere la concorrenza?
R. Innanzitutto intuendo in anticipo le future tendenze del mercato, i bisogni, i gusti, la cultura della società. Le piastrelle di ceramica si evolvono in continuazione, ma stiamo attenti anche ad altro. C'è la tendenza ad avere formati sempre più grandi, a trovare nuovi spazi di impiego. Un tempo le piastrelle venivano usate solo per rivestire le pareti dei bagni, adesso vengono inserite in qualsiasi progetto di edilizia, residenziale e non. Rivestiamo anche le pareti esterne degli edifici. Questo comporta una crescita degli impieghi cui corrisponde anche una moltiplicazione delle varietà dei prodotti che pone il designer, il progettista in grado di costruire di volta in volta le piastrelle in base alle esigenze.
D. Quali gusti prevalgono?
R. I gusti sono in continua evoluzione. C'è ancora la tendenza al minimalismo, ci sono prodotti rustici, meno rustici ecc. Nello stile seguiamo un po' l'evoluzione della moda anche se il nostro è un prodotto durevole, non è un abito, dura lo stesso tempo di un edificio. Vengono realizzate anche ricerche che hanno portato a fabbricare ad esempio prodotti autopulenti, antibatterici, pavimenti che impediscono la formazione di batteri. Vi sono progressi in diverse direzioni. Ovviamente la globalizzazione opera in tutti i campi, per cui dall'Italia partono le innovazioni, gli altri ci copiano e si crea l'uniformità. Rispetto ai concorrenti, tuttavia, siamo sempre un po' più avanti.

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