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AFFARI E CULTURA.
MOSTRE, PRESENTAZIONI, AVVENIMENTI ECC.


a cura di Romina Ciuffa

 

 

 

Aimé Maeght, cioè
cosa c’è dietro i più grandi
artisti del Novecento


«Autoritratto con
alchechengi», 1912


«Moa», 1911

Wassily Kandinsky, «Nodo rosso», 1936; Fernand Léger, «Elementi su fondo blu», 1941; Marc Chagall, «Sole giallo», 1958

A Ferrara, nel Palazzo dei Diamanti, fino al 2 giugno domina una figura chiave della scena artistica del secondo Novecento, Aimé Maeght, amico di maestri come Bonnard, Matisse, Braque, Chagall, Miró e Giacometti. Maeght, editore di fama, fondò a Parigi una delle gallerie più innovative del secolo, e a Saint-Paul de Vence fissò la Fondation Marguerite et Aimé Maeght, tempio dedicato alla creazione artistica e crocevia internazionale di pittori, scultori, scrittori, musicisti e intellettuali che egli incitò e promosse, attento anche alle ricerche delle generazioni più giovani. La mostra «Da Braque a Kandinsky a Chagall. Aimé Maeght e i suoi artisti» presenta un aspetto della storia dell’arte del Novecento ancora poco studiato ma assolutamente fondamentale: il mercato dell’arte e i suoi principali animatori, i mercanti e i galleristi.

A Roma l’umanità di situazioni
quotidiane nelle foto
di una quotidianità ignota

Dall’alto, foto di E. Mancuso, M. Farlow, T. Laman e A. Gandolfi

Il Palazzo delle Esposizioni di Roma mostra, fino al 4 maggio, l’impegno della rivista National Geographic Italia per la salvaguardia del Pianeta. Sulla scia delle precedenti mostre («Acqua, Aria, Fuoco, Terra» e «Madre Terra»), «Il Nostro Mondo» costituisce la terza rassegna fotografica dedicata alla natura e all’uomo. Con l’ausilio delle immagini realizzate dai fotografi della National Geographic, la mostra racconta la vita umana attraverso situazioni che ne caratterizzano l’esistenza: la famiglia, la vita in città, l’uomo e la natura, il lavoro. Le foto sono una testimonianza della vita di popoli e gruppi umani che vivono anche in condizioni limite. Accanto ad esse, dibattiti con esperti su impatto ambientale, riscaldamento globale, sviluppo energetico, nuove risorse, alimentazione, biosostenibilità, nuova economia.

Arazzi, gli affreschi mobili dei re



Alcuni degli arazzi esposti
nel Palazzo Te di Mantova

I tessuti preziosi sono stati la componente ornamentale prediletta di re e nobili di tutta Europa, e dalla metà del Trecento gli arazzi ne hanno rappresentato la parte primaria. Quei tessuti di dimensioni gigantesche, veri e propri affreschi mobili facili da trasportare da una residenza all’altra, non si limitavano a difendere dal freddo ma dovevano costituire uno sfondo variopinto e conforme ai desideri dei committenti manifestandone il prestigio. Ce ne parla il Palazzo Te di Mantova dal 14 marzo al 27 giugno nella mostra primaverile «Gli arazzi dei Gonzaga nel Rinascimento. Da Mantegna a Raffaello e Giulio Romano».

Liber Libertas


Dal 12 al 14 marzo, nel Palazzo della Permanente di Milano, la 21esima edizione della Mostra del Libro Antico espone veri e propri gioielli bibliografici e artistici selezionati da circa 60 tra le migliori biblioteche antiquarie italiane e internazionali, cui si affianca una mostra, omaggio a Pier Paolo Pasolini nel 35esimo anniversario della morte. Vari i filoni: dagli incunaboli di fine Quattrocento ai libri miniati del Rinascimento, a fotografie e documenti delle avanguardie del Novecento. Tra le opere sopravvissute spiccano edizioni rare di classici come la Ventisettana del Decamerone di Giovanni Boccaccio, stampata a Firenze nel 1527, le Favole di Esopo pubblicate a Venezia nel 1505 e la prima edizione del 1490 del Convivio di Dante Alighieri.

Base antica, altezza moderna

Mario Airò, «5.500.000 anni fa», 2007. Sotto, Marco Bagnoli,
«Paesaggio», 2007

A Prato, otto artisti contemporanei creano un evento storico-museale nel Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci. Fino all’11 aprile la mostra «Alla maniera d’oggi. Base a Firenze» mette in connessione i luoghi più importanti del Polo museale fiorentino con la produzione artistica espressa negli ultimi decenni in Toscana. Gli artisti interpretano, attraverso il linguaggio della contemporaneità, celebri spazi storici e museali, annullando le distanze temporali tra il luogo ospitante e il loro intervento, ponendo nello stesso orizzonte visivo l’antico e il nuovo. Il titolo richiama l’espressione con cui il Vasari indicava nelle sue Vite le novità introdotte nel linguaggio artistico proprio dei pittori della Firenze rinascimentale.

Donna pioniera

Due opere esposte

A Roma la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, fino al 16 maggio e in collaborazione con Sammlung Verbund di Vienna, offre al pubblico una scelta di 200 opere di 17 artiste che negli anni Settanta, oltre ad aver messo in discussione il proprio ruolo attraverso la ricerca di nuovi linguaggi o usando riferimenti surrealisti e concettuali, hanno trattato da pioniere temi come il corpo, l’identità femminile e la differenza uomo-donna. La mostra s’incentra su una tematica e un decennio non sufficientemente esplorati, su una collezione d’impresa costituita a Vienna a partire dal 2004, che riunisce artisti internazionali dagli anni Settanta ad oggi e che si accresce.

Annuncio D’Annunzio


Geule»

Marco Mazzoni, «D’Annunzio»;
Paolo Schmidlin, «Corè»

All’interno del Vittoriale degli italiani, cittadella voluta da Gabriele d’Annunzio a memoria della propria vita e della Guerra vittoriosa, per tutto l’anno una mostra è dedicata al «vate» con opere già in collezione nella casa museo e alcune di artisti contemporanei, poste nell’Auditorium dove è collocato il grande biplano SVA usato per il volo dimostrativo sopra Vienna del 9 agosto del 1918. Tra gli altri, il «Doppio comando di aereo Caproni», scultura del 1938 di Filippo Tommaso Marinetti, padre del Futurismo, i figurini e bozzetti scenici de «La Figlia di Iorio» di Giorgio de Chirico (1934), una grande ceramica irriverente di Luigi Ontani («D’Annunziazione dei Marinett», doppio ritratto dei due amici Marinetti-d’Annunzio) e il bronzo policromo di Paolo Schmidlin «Corè» dedicato alla marchesa Luisa Casati Stampa, amante dello scrittore.

Magia del Maga

 

Il nuovo MAGa di Gallarate

Il 19 marzo la Fondazione Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Silvio Zanella inaugura una nuova sede del museo, storicamente conosciuto come Civica Galleria d’arte moderna di Gallarate, che oggi acquisisce il nome di Museo d’Arte di Gallarate MAGa. La mostra inaugurale è un omaggio ad Amedeo Modigliani e 20 suoi capolavori trovano collocazione intorno al «Nudo coricato con le mani unite» della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli. A chiudere la mostra 50 disegni provenienti dai più grandi musei e dalle più grandi collezioni italiane e internazionali, e oltre 250 documenti originali che ripercorrono la vita dell’artista a 90 anni dalla morte. Il Nuovo MAGa aprirà le porte al pubblico, a quarant’anni dalla sua costituzione, in un complesso architettonico di oltre 5 mila metri quadrati, costituito da due corpi edilizi attigui e comunicanti. Il primo è un fabbricato industriale degli anni Trenta del Novecento, appositamente ristrutturato, il secondo è un edificio costruito ex novo.

Beat Ferlinghetti


Andrelosion»

Alcune opere di Lawrence Ferlinghetti

Nel Museo di Roma in Trastevere in corso fino al 25 aprile e nel Foyer del Teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria, dal 5 maggio al primo luglio sono oltre 50 opere provenienti dallo studio di Lawrence Ferlinghetti di San Francisco. L’artista oggi novantenne - autore di «Coney Island of the Mind», successo editoriale in poesia, e fondatore della celebre casa editrice City Lights Bookstore che pubblicò i capolavori della beat generation -, è uno dei più ragguardevoli e significativi artisti e intellettuali statunitensi.

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