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ADALBERTO CAPURSO:
COME FUNZIONA
IL CAF, L’OFFICINA
DEI 730

a cura di
SERENA
PURARELLI

Adalberto Capurso,
presidente del Caf
dei Consulenti del Lavoro


«Il servizio è gratuito
se la dichiarazione
è già compilata, mentre
il professionista cui
si rivolge il contribuente
con i documenti
necessari può chiedere
una parcella per la quale
noi indichiamo importi
di massima cui attenersi;
le cifre richieste sono
calmierate e davvero
esigue, 15-30 euro,
secondo la complessità
della dichiarazione
dei redditi»


meglio avere accanto un collega!»: dalle pagine del più diffuso quotidiano nazionale, il Caf Cdl, Centro di assistenza fiscale nazionale dei consulenti del lavoro, invita all’associazione, per diventare incaricati del «primo Caf creato da professionisti e sostituti d’imposta autorizzato dall’Agenzia delle Entrate». Ne parliamo con il presidente Adalberto Capurso, abilitato alla professione dal 1978, revisore ufficiale dei conti e ex consigliere nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro.

Domanda. Uno slogan e un invito, «Non permettere che altri soggetti sfruttino il tuo lavoro senza conoscerlo, solo per avere le dichiarazioni dei tuoi assistiti», non sono forse un po’ corporativi?
Risposta. La frase successiva a quella che lei ha citato spiega bene le nostre ragioni. Il nostro Caf è pensato e gestito da colleghi che hanno una conoscenza profonda di tutti i problemi della nostra professione. La società a responsabilità che abbiamo costituito sette anni fa è ormai una realtà consolidata e in continua crescita, e il nostro intento non è certo corporativo. Piuttosto, intendiamo riportare nei nostri studi tutti quei clienti cui siamo stati costretti a rinunciare quando è stata introdotta, per determinate categorie di contribuenti, una modalità semplificata di elaborazione e trasmissione delle dichiarazioni dei redditi. Mi riferisco in particolare al modello 730.

D. Si è trattato di una rinuncia o piuttosto sono stati i clienti ad abbandonarvi? E per quale ragione?
R. Il sistema era nato soprattutto per far sì che il contribuente ottenesse i rimborsi dovuti più rapidamente di quanto non avvenisse con il modello 740, ma l’autorizzazione ad assistere lavoratori dipendenti e pensionati nella loro dichiarazione 730 era stata riservata ai Caf, costituiti soprattutto presso i sindacati o le associazioni di categoria. I professionisti tutti ne erano esclusi, compresi naturalmente i consulenti del lavoro. È stato dunque un atto di responsabilità da parte nostra indicare ai clienti la nuova strada, in alternativa alla presentazione del 740. I rimborsi arrivavano dopo cinque, sei o sette anni. La nostra rinuncia però, nell’interesse del cliente, è stata solo temporanea perché non ci siamo rassegnati a una normativa che non ci sembrava giusta. Con il patrocinio dell’Ordine dei consulenti di Roma e la lungimiranza dell’attuale presidente provinciale Adalberto Bertucci e di altri validissimi colleghi quali Massimiliano Pastore, Massimo Albiani, Gianluca Torresi, ci siamo costituiti in associazione e abbiamo superato l’ostacolo. La prima iniziativa dell’Anaco, Associazione nazionale consulenti e datori di lavoro, è stata la costituzione del Caf dei consulenti del lavoro, autorizzato il 9 aprile 2003 dall’Agenzia delle Entrate all’esercizio dell’attività di assistenza fiscale ai lavoratori dipendenti e pensionati previsto dall’articolo 34 del decreto legge n. 241 del 9 luglio 1997. Siamo iscritti all’Albo Caf Dipendenti con il numero 67.

D. È stata la vostra rivincita?
R. Certamente, anche se all’inizio abbiamo avuto qualche titubanza, perché per poter compilare i 730 occorre attrezzarsi in un certo modo, stipulare polizze assicurative obbligatorie, compiere investimenti consistenti. Ma i clienti sono frazionati tra i tanti professionisti e, a conti fatti, al singolo non conviene dotarsi di un impianto. Per questo abbiamo scelto la formula associativa per riprenderci i clienti che avevamo dirottato sui Caf.

D. Chi e come può diventare soggetto incaricato del Caf Cdl?
R. Occorre essere consulente del Lavoro e sostituto d’imposta, e dare la disponibilità a svolgere un ruolo operativo nella diffusione e nello sviluppo, nel territorio, dei servizi istituzionali del Caf. Compilando il modulo di adesione si inoltra la richiesta e, dopo una breve fase istruttoria, si sottoscrive la convenzione con il Caf Cdl. L’Ufficio periferico deve anche aderire all’Anaco e, una volta completato questo iter, si ricevono le credenziali elettroniche, i codici utente e la password personali per l’identificazione web sul nostro sito www.cafconsulentidellavoro.it. In tal modo si possono compilare on line le dichiarazioni 730 Red, Isee, Unico, PF e F24. Le nostre competenze sono identiche a quelle attribuite ai Caf sindacali, che sono nati come alternativa al 740; prima era sufficiente essere proprietari di un appartamento per essere obbligati a presentarlo.

D. Quali sono i vantaggi del 730 per i contribuenti?
R. Si tratta di una forma di dichiarazione dei redditi semplice da compilare, che non richiede calcoli. Ma il vantaggio più rilevante è dato dalla possibilità di ottenere in tempi rapidi gli eventuali rimborsi, che vengono riaccreditati direttamente sulla retribuzione o sulla pensione. Il datore di lavoro diventa in tal modo sostituto d’imposta nelle due direzioni. Versa le imposte allo Stato e restituisce al contribuente, rivalendosi naturalmente sugli importi da versare allo Stato. Una bella fetta di attività perché inizialmente il 730 era destinato solo ad alcuni tipi di reddito, lavoratori dipendenti e pensionati, ma negli anni si sono aggiunti anche i collaboratori a vario titolo, e i lavoratori con contratto a tempo determinato, con durata non inferiore all’anno. Alla fonte deve esservi sempre un reddito da lavoro dipendente o una pensione, i soli previsti inizialmente; ma a questi si sono aggiunti i redditi da fabbricati, i cococo, i cocopro, assimilati ai lavoratori dipendenti, e anche qualche reddito occasionale. Quindi la fascia di coloro che sono ammessi a questo sistema si è molto ampliata. Ed è proprio in ragione di questo ampliamento che ci siamo resi conto che man mano si stava allargando la fascia di clienti che si allontanava dai nostri studi. Sulla scorta di queste considerazioni è nato il nostro Caf, che è rivolto ai professionisti, in particolar modo ai consulenti del lavoro, ma al quale si sono associati anche altri. La nostra pubblicità è dunque finalizzata a ottenere l’adesione dei professionisti, almeno per ora, non è mai stata rivolta all’utente finale, al contribuente singolo. Contiamo però di indirizzare dal prossimo anno la nostra comunicazione anche ai singoli. Perché tuttora i sindacati detengono la fetta di mercato più grande, insieme alle associazioni di categoria, che sono pure ben piazzate.

D. Ma come e da chi viene remunerato il lavoro dei Caf? Dai clienti?
R. L’Agenzia delle Entrate corrisponde un compenso per ogni dichiarazione trasmessa e, per agevolare i contribuenti, ha fissato dei paletti precisi. Non si può chiedere alcun compenso a chi è in grado di predisporre autonomamente il proprio modello, che siamo obbligati a trasmettere. Se invece il contribuente ci porta i propri documenti, in pratica ci chiede una consulenza per elaborare i dati e compilare il modello. In questo caso noi siamo retribuiti sia dall’Agenzia, per la trasmissione del modello, sia dal contribuente, per la compilazione. Ma con importi francamente esigui, che non coprono neppure lontanamente lo sforzo e la preparazione di un nostro professionista. Ma non possiamo certo chiedere le cifre che si chiedevano per un 740. I costi sono molto più contenuti.

D. Cosa fa esattamente un professionista associato al vostro Caf e come viene remunerato?
R. I nostri professionisti raccolgono le dichiarazioni, le fanno confluire presso di noi, le elaboriamo usando il nostro programma e le trasmettiamo all’Agenzia. Per ogni dichiarazione presentata riconosciamo un compenso, stornando una fetta di quello previsto per legge. I clienti non sostengono alcun costo, ed è questo l’elemento di maggior interesse. Per svolgere quest’attività direttamente, come professione, dovrei acquisire i programmi, tenermi aggiornato, archiviare, coprire i rischi stipulando una polizza assicurativa obbligatoria. Dovrei sostenere costi rilevanti che, su una media di circa 100-150 modelli per professionista, non sarebbero proporzionali alle possibilità di fatturato. I costi del servizio che forniamo al nostro associato sono tutti a nostro carico, dalla polizza assicurativa ai programmi, alle attività di assistenza e consulenza, all’archiviazione. Il professionista non spende nulla per attrezzarsi, ma riceve un compenso.

D. Come sono state accolte queste novità?
R. Posso dire con orgoglio che abbiamo infranto il mercato, perché prima della nostra iniziativa nessun Caf riconosceva nulla, al contrario si faceva remunerare. All’inizio, per accedere ai servizi forniti da altri Caf il professionista doveva pagare. Noi abbiamo ribaltato il sistema e tutti si sono dovuti adeguare. Ora è in atto una sorta di guerra dei compensi, tra chi riconosce 8 euro per dichiarazione e chi meno; noi 9,50 euro. Ma soprattutto rivendichiamo il merito di aver rivoluzionato il mercato. L’abbiamo fatto per recuperare la nostra clientela e poi per un ritorno economico. Siamo una società a responsabilità limitata e cerchiamo di guadagnare. Certo, senza i ristorni guadagneremmo cifre astronomiche.

D. Dunque un giro di interessi imponente per quello che all’inizio era un monopolio, soprattutto dei sindacati, cui si rivolgeva il pensionato o il lavoratore con la casa di proprietà. Il servizio reso era ugualmente gratuito per il contribuente?
R. È gratuito sempre e solo di fronte a una dichiarazione già compilata. In questo caso nessun Caf può chiedere compenso, ha solo l’obbligo di trasmetterla. Anche se va detto che si lavora più su un 730 già fatto che non su quello che si compila, perché anche in questo caso noi assumiamo la responsabilità, e dobbiamo comunque verificare che sia redatto correttamente. Il nostro Caf appone un visto di conformità. Il professionista a cui si rivolge il contribuente con i documenti necessari, può chiedere una parcella per la quale noi indichiamo importi di massima cui attenersi, davvero esigui. I prezzi sono calmierati e le cifre chieste a chi, oltre al reddito di lavoro dipendente, ha una casa o due, sono in gran parte comprese tra i 15 e i 30 euro. Naturalmente dipende dalla complessità della dichiarazione che occorre predisporre; al lavoratore dipendente che arriva con un elenco di quaranta fabbricati, con relative locazioni, si può chiedere un compenso maggiore. Perché le possibilità di ottenere vantaggi economici per il contribuente sono tante e noi dobbiamo studiare. Per il 2009 c’è anche la possibilità di detrarre le spese per i mobili o per gli elettrodomestici, e quelle mediche, comprese le somme spese per l’acquisto di farmaci.

D. Qual’è la differenza tra voi e un Caf tradizionale?
R. Venendo da noi il contribuente ha la possibilità di ricevere un’assistenza che ritengo unica, perché si trova davanti un professionista preparato. I Caf dei sindacati redigono milioni di dichiarazioni usando personale non sempre adeguatamente preparato. Non voglio fare critiche, ma spesso non sono neanche diplomati ed hanno più probabilità di commettere errori. Perché un conto è farsi fare il lavoro da un professionista, un altro è affidarlo a persone ingaggiate da febbraio a giugno. È quanto feci osservare al senatore Giorgio Benvenuto in merito alla circolare dell’Agenzia delle Entrate che escludeva i professionisti, ma consentiva a un qualunque impiegato di un centro di raccolta sindacale di apporre il visto di conformità sulla dichiarazione. Il nostro ricorso mostrava la contraddittorietà del contenuto della circolare, che poi è stata modificata. Compilare la dichiarazione davanti a un professionista significa poter utilizzare tutti i vantaggi fiscali previsti dalla legge. Non si tratta di non pagare le tasse, ma di risparmiare quello che è possibile.

D. Come e quando avviene il rimborso di quanto eventualmente versato in eccesso?
R. Il datore di lavoro del contribuente è informato da noi del risultato dei conteggi della dichiarazione e dell’entità del rimborso. I tempi sono ben definiti. Una volta ricevuta la comunicazione del credito di imposta, il datore deve provvedere al rimborso con la retribuzione del mese di luglio. Nel caso dei pensionati, la restituzione avviene nel mese di agosto. Il punto di partenza di tutto il sistema è il CUD, il modello che riepiloga i redditi da lavoro dipendente, che deve essere fornito dal datore di lavoro entro il 28 febbraio.

D. Per farne che cosa?
R. Dal primo marzo al 31 maggio il contribuente si reca al Caf con il 730 precompilato o con la documentazione necessaria per farlo. Entro il 15 giugno, salvo proroghe, il Caf verifica la conformità dei dati e invia il risultato della dichiarazione, cioè la comunicazione dell’eventuale credito o debito a carico del contribuente. Entro il 30 giugno si inviano le dichiarazioni all’Agenzia delle Entrate e il mese successivo il contribuente riceve il rimborso o la trattenuta. Per i pensionati slitta tutto di un mese. Altre scadenze sono previste per correzioni o integrazioni. Attraverso questo circuito abbiamo recuperato una parte di quei clienti che noi stessi avevamo dirottato sui Caf. L’introduzione del 730 ha agevolato molto il contribuente ma anche l’Agenzia delle Entrate che, grazie ai visti di conformità, può essere tranquilla. Di fatto i Caf lavorano per loro e il numero di dichiarazioni da controllare, sistemare, lavorare, si è molto ridotto rispetto ai dieci milioni di un tempo. Naturalmente l’Agenzia compie comunque dei controlli, su di noi, sul nostro comportamento, sui modelli trasmessi. Il modello Unico, che contiene tutte le dichiarazioni Irpef, Iva e modello 770, è ormai riservato a imprenditori e professionisti.

D. Lei ha citato più volte i programmi di elaborazione dati per compilare i modelli di dichiarazione. Sono forniti direttamente dall’Agenzia?
R. I nostri sono programmi di elaborazione diversi. Ma la verifica delle dichiarazioni, una volta elaborate e vistate, è fatta con quelli dell’Agenzia. La nostra responsabilità è limitata alla dichiarazione compilata in base alla documentazione presentata.

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