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REGIONE LAZIO.
CONCESSI DUE ETTARI
IN COMODATO PER 8
ANNI A CITTADINI
PER CREARVI 300
ORTICELLI PRIVATI


Nel Lazio cresce l’interesse per l’agricoltura

L’iniziativa punta
a soddisfare la voglia
di natura e di campagna
che sembra stia
crescendo tra i cittadini; l’orto garantisce migliore
qualità di vita e
di alimentazione; avere
un orto significa spendere meno e usufruire
di un ulteriore incentivo
per affrontare la crisi

 


ell’ultimo mese la Regione Lazio ha dato il via a varie azioni mirate a promuovere l’attività agricola e a rafforzare la tutela del territorio e della qualità della vita dei cittadini. L’Assessorato regionale all’Agricoltura ha erogato un contributo pubblico di 73 milioni di euro per 25 Progetti integrati di filiera nelle 5 province per un investimento complessivo di oltre 157 milioni di euro. A beneficiarne oltre 1.655 aziende agricole e altri soggetti operanti nella trasformazione e distribuzione delle produzioni agricole, di frutta a guscio, vitivinicola, olivicola, cerealicola, lattiero-casearia, foresta-legno, funghi e piccoli frutti.
Si comincia con i nullaosta ai primi 4 progetti di filiera, di cui tre nel territorio di Roma relativi a carne e latte, e uno nel Viterbese sui cereali. Sostegni che coinvolgono 30 aziende di trasformazione. I Progetti finanziano non solo gli agricoltori ma l'intera lavorazione che porta al consumatore un prodotto agricolo. Nel programma di sviluppo rurale la Regione Lazio ha affiancato oltre 100 tutor che hanno aiutato le imprese ad elaborare master plan e progetti. Un tutoraggio che dà qualità.
La Progettazione integrata di filiera permette la realizzazione di interventi che coinvolgano una molteplicità di operatori pubblici e privati dei comparti agricolo, agroalimentare e dei servizi connessi, operanti nei diversi segmenti di una filiera produttiva e che, attraverso una strategia di sviluppo comune, persegue l’obiettivo di migliorare l’efficacia degli interventi e di aumentare il rendimento dell’investimento pubblico.
Altro intervento dell’Assessorato all’Agricoltura: la messa di quasi 300 orti biologici a disposizione dei cittadini romani che vorranno trascorrere il proprio tempo libero coltivando la terra, nel cuore della capitale. È l’obiettivo del protocollo d’intesa siglato da Regione Lazio, Arsial, Roma Natura - ente regionale per la gestione delle aree naturali protette nel Comune di Roma -, Legambiente e l’associazione Acqua Sole Terra per concedere in comodato d’uso gratuito due ettari di proprietà dell’Arsial, all’interno delle aree protette di Roma, ai romani che faranno richiesta, secondo requisiti indicati nel bando che sarà pubblicato in primavera. I requisiti saranno relativi soprattutto alle fasce d’età, alla residenza nel Comune di Roma, al reddito e al nucleo familiare.
L’idea, lanciata dalla Legambiente e dall’Associazione Acqua Sole Terra, punta a soddisfare la voglia di natura e di campagna che sembra stia crescendo tra i cittadini; l’orto garantisce una migliore qualità di vita e di alimentazione e risponde anche al bisogno di aggregazione; possedere un orto significa spendere meno ed è un ulteriore incentivo nella crisi che stiamo vivendo.
I primi due ettari, che saranno suddivisi in appezzamenti di circa 70 metri quadrati ciascuno, si trovano all’interno del monumento naturale Quarto degli Ebrei-Tenuta di Mazzalupetto, nel quadrante nord della Capitale. Ma l’intento è quello di allargare l’iniziativa in altre zone di Roma e di estenderla ai parchi della capitale. Il comodato avrà una durata di 8 anni (con un contratto 4+4) e permetterà agli ortisti di coltivare qualsiasi prodotto alimentare in sintonia con le regole del biologico e senza l’uso di pesticidi.
Secondo il commissario dell’Arsial Massimo Pallottini la vocazione dell’ente è concedere terreni in comodato ai cittadini per tutelare la salute delle persone e la salubrità delle terre. Per la Legambiente è simbolico partire dagli immensi spazi agricoli all’interno delle aree protette della campagna romana per rilanciare un’agricoltura di qualità, gestita direttamente dal cittadino, con un obiettivo anche educativo e come risposta al desiderio sempre più diffuso di sapere cosa si mangia.
L’azione della Regione si è anche rivolta alla tutela dell’ambiente. All’inizio di febbraio è stato presentato uno strumento per misurare l’inquinamento atmosferico e un sito web nel quale i cittadini possono leggere i livelli di smog. Il modello, sviluppato dall’Arpa Lazio, permette di conoscere in anticipo eventuali problemi ambientali, permettendo alle Amministrazioni di prendere subito le contromisure. Le simulazioni sono costituite da tre insiemi di previsioni: la prima dedicata all’intero territorio regionale, un’altra alla zona di Roma e dintorni, e l’ultima all’area di Frosinone.
La Regione Lazio è fra le prime a dotarsi di uno strumento simile. Il sistema analizza dati in tutta la Regione, con particolare attenzione alle due aree critiche individuate dal Piano regionale di qualità dell’aria. L’Arpa Lazio potrà comunicare il rischio di sfondamento dei limiti di inquinamento imposti dalle direttive europee ai Comuni, che potranno provvedere in maniera tempestiva ed efficace. Il modello si basa su 4 fonti di informazione: la situazione meteo del Lazio e dell’Italia Centrale, le previsioni a grande scala derivanti da modelli ad area limitata, le previsioni sulla dispersione degli inquinanti, sul trasporto di particolato a grande distanza e sulle numerose reazioni chimiche e fotochimiche, l’evoluzione delle sorgenti di emissione di inquinanti presenti.
Infine la Regione Lazio ha stanziato fondi fino a 4 milioni 900 mila euro per le spese di gestione delle 22 Comunità montane del Lazio e per la Comunità dell’arcipelago delle isole ponziane. «Siamo soddisfatti perché il nostro lavoro è stato sempre rivolto a valorizzare il ruolo delle Comunità montane nel territorio regionale. Nel 2009 sono stati già stanziati oltre un milione e mezzo di euro in più rispetto al passato, ai quali si aggiungono due milioni di euro che portano a poco meno di cinque milioni i fondi per il 2010. Secondo la Regione Lazio, le Comunità montane devono diventare nel territorio per i cittadini e le attività produttive punti di riferimento per lo sviluppo sociale ed economico della regione, e inoltre punto di forza della crescita.

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