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AFFARI E CULTURA.
MOSTRE, PRESENTAZIONI, AVVENIMENTI ECC.


a cura di Romina Ciuffa

 

 

 

Hotel Supramonte,
ovvero il sequestro sardo
di Fabrizio de Andrè


Farizio De Andrè

Fino al 4 ottobre prossimo la Sardegna accoglie un’emotiva mostra, quella dedicata a Fabrizio De Andrè in tutti gli spazi del Man, Museo d’Arte di Nuoro: omaggio alla figura e all’opera di un poeta e racconto intenso ma insieme leggero della vita, della musica, delle esperienze di un anticipatore dei mutamenti e dei fermenti della contemporaneità. Stregato dalla Sardegna, Fabrizio De Andrè l’aveva scelta come luogo per vivere; un «incidente della felicità» la definì citando Albert Camus. 11 le lettere di scuse dei suoi sequestratori e il tatuaggio indelebile di un sequestro sulla pelle: nella seconda metà degli anni 70, in previsione della nascita della figlia, si era stabilito nell’Agnata, vicino a Tempio Pausania, insieme a Dori Ghezzi, sua compagna dal 1974, poi sposata nel 1989. La sera del 27 agosto 1979 vennero rapiti dall’anonima sequestri sarda e tenuti prigionieri nelle montagne di Pattada, incappucciati senza mai vedere la luce per i primi venti giorni di sequestro, liberati dopo quattro mesi - lei il 21 dicembre, lui il 22 - dietro il versamento di un riscatto di circa 550 milioni di lire, pagato in gran parte dal padre Giuseppe. Oggi la Sardegna gli restituisce la libertà.

Futurismo: Automobili e oro
per ricordare come su una Fiat Marinetti cadde in un fosso

Corrado Forlin «Splendore simultaneo del Palio di Siena», 1937

Moto Piana, Corsa, Italia, 1926

Fiat Zero o 12-15 HP, Italia, 1913

Fino al 4 ottobre nella Pinacoteca Nazionale di Siena è in corso la mostra «Macchine! Spirito della meccanica tra i fondi d’oro», realizzata in occasione del Centenario futurista. Divisa in tre sezioni, la mostra ruota intorno al tema della macchina: automobili e motocicli degli anni futuristi compresi tra il 1909 e il 1930 trovano posto nelle prestigiose sale dei trecenteschi e quattrocenteschi dipinti a fondo oro. Il percorso espositivo si apre con l’esposizione di una Fiat Zero del 1913, che ricorda la famosa caduta nel fosso del padre del futurismo Filippo Tommaso Marinetti, avvenuta nel 1908 mentre era alla guida di una Fiat 4 cc. Ai lati del pozzo, nel cortile coperto della Pinacoteca, un’Harley Davidson del 1917 e una Triumph del 1922. Nella Sala del Cenacolo della Pinacoteca è esposta l’opera di Corrado Forlin «Splendore simultaneo del Palio di Siena» del 1937, raro esempio di pittura futurista che abbia come soggetto il Palio di Siena.c

Metti lo Zar in Toscana

Sopra: una dalmatica; sotto: un felon, entrambi del XVII secolo

A Prato, capitale europea del tessile, dal 19 settembre fino al 10 gennaio vale la pena visitare questa mostra nel Museo del Tessuto, ex Cimatoria Campolmi, complesso industriale ottocentesco all’interno delle mura cittadine e simbolo della vicenda produttiva tessile di Prato. La mostra è dedicata agli intrecci tra arte tessile, moda e grande pittura nelle relazioni e nell’incontro tra due mondi: quello occidentale italiano e toscano, e quello moscovita. Alle 80 opere giunte dai principali musei russi si affiancano i prestiti delle istituzioni italiane, in tutto oltre 130 opere in uno snodarsi di sete preziose e dipinti dei grandi Maestri del tempo - Tiziano Vecellio, Domenico Parodi, Justus Suttermans, Paris Bordon -, tra tesori tessili del Cremlino e paramenti italiani realizzati spesso su disegno di sommi artisti, tra oreficerie e abiti della corte degli Zar.

Micro-macchiaiolo

Sopra: Raffaello Sorbi, «Cavalli con contadino»;
sotto: Ferruccio Pagni, «Paesaggio lacustre (Lago di Massaciuccoli)»

Una mostra di 40 dipinti a olio, tutti di piccolo formato, costituenti una collezione privata lombarda, sarà allestita a partire dal 18 settembre e fino a Pasqua 2010 presso la Ricci Oddi di Piacenza. In visione l’Ottocento toscano firmato dai principali protagonisti del movimento macchiaiolo. Accanto ai maestri riconosciuti Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Telemaco Signorini e Vincenzo Cabianca, spicca il nucleo degli «italiani a Parigi»: Giovanni Boldini, Federico Zandomeneghi e Giuseppe De Nittis. Non mancano artisti appartenenti a una generazione più giovane e altri partecipi del rinnovato clima simbolista post macchiaiolo.

Visioni di archeologia calabrese

Dennis Oppenheim,«Bus home», 2002
sotto: «Safety Cones», 2006

Dennis Oppenheim è il protagonista della quarta edizione di «Intersezioni», luogo di incontro fino al 3 novembre tra la scultura contemporanea e l’archeologia. Per la prima volta la rassegna si sdoppia con due mostre organizzate nel Parco archeologico di Scolacium e nel museo Marca di Catanzaro. Sono opere dalla forte carica visionaria che sviluppano una nuova percezione dello spazio fisico e psicologico e coinvolgono sia la dimensione naturale, caratterizzata dall’uliveto di Scolacium, sia quella storica e archeologica, identificabile nei suoi tre monumenti simbolo.

Siamo tutti sessantottini

Sopra: Henry Diltz, «Woodstock 94».
Sotto: Bettmann, «Woodstock»

Fino al 20 settembre prossimo, in occasione del 40esimo anniversario del Festival di Woodstock, la Triennale di Milano presenta «Woodstock-The After Party» per ricordare quando, nell’agosto 1969 a Bethel, vicino White Lake nello Stato di New York, si tenne il festival rock Woodstock Music and Art Fair, tre giorni di musica con le esibizioni di Jimi Hendrix, Janis Joplin, gli Who, Santana, Crosby Stills, Nash & Young, Jefferson Airplane. La mostra illustra quanto gli eventi musicali di massa rappresentino una chiave di lettura fondamentale per comprendere la cultura e il costume delle generazioni cresciute negli ultimi quarant’anni.

Specchio delle mie brame

Michelangelo Pistoletto, «Broken mirror».
Sotto: Luca Patella, «MUT/TUM»

Jan van Ost, «Bullet mirror»

Lo specchio come simbolo della bellezza femminile nella pittura del Cinquecento fino alle avanguardie del primo Novecento: lo racconta la mostra «Speculazioni d’artista, quattro generazioni allo specchio» ospitata dal Museo Carlo Bilotti di Roma fino al 4 ottobre. Presenti 30 artisti, ognuno con un’opera, a partire dagli anni 60, momento in cui questo oggetto vanesio e di irrealtà fa la prima comparsa nell’arte, tolti i due casi isolati di Juan Gris con «Lavabo» del 1913 e di Marcel Duchamp con «Il Grande Vetro».

Stanza siriana a Venezia

Sergio Lombardo, «Pittura stocastica ».
Sotto: Concetto Pozzati, «Tempo Sospeso»

 

La Repubblica araba siriana partecipa alla 53esima Esposizione internazionale d’Arte della Biennale di Venezia con la mostra «Stanza d’artista», che sottolinea i fitti rapporti culturali tra i Paesi del Mediterraneo attraverso la presenza di artisti siriani e italiani. A Issam Darwich e a Yasser Hammoud si affiancano 7 protagonisti dell’arte contemporanea italiana e internazionale: Gastone Biggi, Salvatore Emblema, Sergio Lombardo, Hannu Palosuo, Franca Pisani, Concetto Pozzati, Turi Simeti.

Poetica di un fiore

La Triennale di Milano presenta la mostra «Flora Futurista», un omaggio a Giacomo Balla il quale, nel 1915, con Fortunato Depero, lanciò il manifesto «Ricostruzione futurista dell’universo». Nel giardino della Triennale fino al 30 settembre sono riprodotte in scala 11:1 le sue sculture-fiore, c fra le più interessanti ricerche dell’artista futurista nell’arte astratta. I fiori di Balla hanno forme non esistenti in natura e sono dipinti con colori squillanti pensati dall’artista come miglioramento della decadente flora naturale. Come i veri fiori, hanno la funzione di arredare, colorare, profumare un ambiente. L’artista arriva a creare queste opere attraverso un processo di stilizzazione formale. Agli odori dei fiori sono associati forme e colori che li traducono visivamente.

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