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ANDREA BORAGNO: ALCANTARA®,
LO STRAORDINARIO
ENTRA
NEL QUOTIDIANO

a cura di
LUIGI LOCATELLI

Andrea Boragno,
presidente e amministratore delegato
di Alcantara



AIcantara®,
un materiale prodotto
per qualche aspetto
misterioso, protetto
da un marchio registrato
in campo mondiale,
non imitabile
e non riproducibile,
frutto di una ricerca
tra le più sofisticate,
ottenuto con una forte
automazione
e con procedimenti
complessi


ngegnere chimico, master in Business Administration all’Università Bocconi di Milano, Andrea Boragno ha maturato un curriculum e un’esperienza professionali estremamente variegati. «Subito dopo essermi laureato in Ingegneria chimica, ho lavorato per poco più di due anni in Pirelli, ma me ne sono andato per poter frequentare il master in Bocconi, al termine del quale sono entrato nel Gruppo Montedison, nello staff dell’allora presidente Mario Schimberni, dove mi sono occupato di progetti di finanza straordinaria e strategie aziendali. Successivamente, sempre all’interno del Gruppo, ho ricoperto responsabilità molto differenziate, dalla pianificazione strategica al marketing, dalla finanza alle vendite in diverse società come Himont e Montefibre, oltreché nella holding stessa». Prosegue con un breve accenno biografico: «Sono nato nel 1950 ad Albissola», ed aggiunge con malcelata soddisfazione e una punta d’ironia: «Borgo di mare in provincia di Savona, famoso tra l’altro per aver dato i natali a due grandi Papi del Rinascimento, Sisto IV, che volle la Cappella Sistina, e Giulio II, che la fece affrescare da Michelangelo. Tuttavia, credo che la carriera ecclesiastica non facesse per me».

Oggi Andrea Boragno è presidente e amministratore delegato di Alcantara S.p.A., azienda in cui è entrato, per usare le sue stesse parole: «quando era una società molto interessante perché realizzava un prodotto innovativo e di grande potenziale. Vi sono stato chiamato dal fondatore ‘strategico’ Maurizio Pennacchi all’inizio degli anni 90. La società era stata costituita nel 1972 sotto forma di joint venture tra l’Enichem e la multinazionale giapponese Toray Industries. Due anni prima uno scienziato giapponese aveva ideato un procedimento per produrre un nuovo materiale che sarà poi brandizzato come Alcantara®».

Nel 1995, con la cessione da parte dell’Eni del proprio pacchetto azionario al socio giapponese, la maggioranza delle azioni passa alla Toray, colosso di oltre 10 miliardi di euro che, oltre al settore tessile, opera tra gli altri nel comparto chimico, farmaceutico, delle fibre al carbonio. Il pacchetto di minoranza passa invece nelle mani della Mitsui Co. Ancora oggi l’azionariato è giapponese, ma il management è italiano; la sede è a Milano mentre il centro produttivo è a Nera Montoro in provincia di Terni, nello stesso stabilimento di 200 mila metri quadrati nel quale Alcantara® è nata 36 anni fa.

«In seguito all’acquisizione di una divisione di un importante gruppo tessile americano da parte della Toray, nel 1998 mi è stato proposto di andare a dirigere in qualità di presidente e amministratore delegato l’azienda acquisita con sede a New York. Ho accettato con entusiasmo, sapendo che avrei vissuto un’esperienza stimolante dal punto di vista sia personale che professionale, vivendo e lavorando in una città che assorbe completamente, ma in un contesto sfidante e complesso, che ha richiesto una grande flessibilità mentale. Gli americani di Los Angeles o di Chicago sostengono che per capire New York occorrono tre anni, io ho dovuto farlo in tre mesi».
I risultati devono essere stati più che soddisfacenti se nel 2004 la società ha offerto ad Andrea Boragno di tornare in Italia in qualità di amministratore delegato di Alcantara S.p.A., che aveva perso lo smalto iniziale, con il preciso obiettivo di rilanciarla. Il suo primo impegno è stato quello di interrompere il trend discendente, iniziato alla fine degli anni 90 e durato fino ai primi del 2000, per poi avviare la riorganizzazione dell’azienda, adeguarla alle nuove esigenze del sistema competitivo, ricominciare a salire in maniera soddisfacente, duratura e consona alla superiorità del prodotto.

Due anni dopo, nel 2006, ne ha assunto anche la presidenza. Dai 73,4 milioni di euro del 2005 il fatturato è passato a 79 milioni nel 2007 e dai 2,8 milioni del 2005 l’utile netto è salito a 6,3 milioni lo scorso anno. L’organico è costituito da 361 persone, tutte con un’alta specializzazione. «Sul fatturato totale il mercato italiano incide per il 19 per cento rispetto all’81 per cento dell’estero. Quest’ultimo per noi è molto consistente, ed è costituito principalmente da Germania, Francia, Nord-Europa, seguiti da Stati Uniti e Cina. In crescita considerevole è il settore dell’auto, dove l’Alcantara® è maggiormente impiegata; esso è passato dal 49,4 per cento del totale del 2005 al 60,3 del 2007. La moda e l’arredamento sono due settori molto significativi per noi, sui quali ora puntiamo insieme alla nautica da diporto».

Pare che il capo del Governo russo Vladimir Putin abbia rivestito gli interni del proprio yacht e del proprio aereo privato in Alcantara®; è un’informazione ovviamente riservata, quindi non confermata. «Siamo soddisfatti dell’andamento del mercato», si limita ad affermare Andrea Boragno. È difficile definire Alcantara®, svelare il mistero di questo materiale protetto da un marchio registrato in campo mondiale. Alcantara® non è imitabile né riproducibile perché frutto di una ricerca di base tra le più sofisticate mai sviluppate, e prodotta attraverso procedimenti complessi e fortemente automatizzati che richiedono un costante controllo da parte degli addetti in ciascuna fase, sia per assicurare la migliore qualità come peso, spessore, morbidezza, colore, sia per garantire livelli di eco-efficienza superiori a quelli prescritti dalle specifiche normative vigenti. Che cosa è dunque Alcantara®, per la cui produzione anche i macchinari impiegati per realizzarla sono garantiti da diritti esclusivi?
Anzitutto va detto che cosa non è. Non rientra in nessuna categoria di prodotti esistente, e inserirla in una qualsiasi classificazione sarebbe improprio e riduttivo. Non è un tessuto poiché non ha trama e ordito; non è una pelle, e men che meno sintetica; non è uno scamosciato autentico né una finta pelle scamosciata, sebbene possa presentarne al tatto la morbidezza e l’aspetto esteriore. È compatta come la pelle ma traspira, resta fresca d’estate e calda d’inverno, come il cotone e il lino si può lavare e stirare, è indistruttibile come i tessuti tecnici ma leggera come nessun altro, possiede una duttilità unica che le permette di essere leggera e trasparente come un velo, avvolgente come un abito di seta, consistente come un velluto, robusta come un rivestimento per divani e poltrone; può avere uno spessore da 0,4 a 1,8 millimetri.

I termini microfibra, ultramicrofibra, tessuto sintetico e velluto sono da evitare, perché errati, fuorvianti e ingannatori. «Materiale unico e innovativo, per rivestire superfici e forme» può essere la definizione accettabile, quasi una nuova e originale categoria a se stante per un materiale che non è riproducibile fuori dallo stabilimento di Nera Montoro: tentativi di imitazione ne sono stati compiuti, ma hanno dato prodotti meno che modesti, assolutamente lontani da Alcantara® che è destinata ad impieghi di alta gamma, lusso e qualità.
La società Alcantara è particolarmente orgogliosa della piccola «R» che sovrasta l’omonimo materiale da lei prodotto: il marchio indica la denominazione registrata e legalmente tutelata, nonché una tecnologia unica, di proprietà, e un materiale che si stacca da qualsiasi imitazione e che viene impiegato senza compromessi dalle più prestigiose società internazionali nel campo del lusso, nei settori auto, moda, accessori, arredamento di interni, nautica da diporto.

Un prodotto scelto dagli stilisti per conferire valore, comodità, esclusività alle loro creazioni. Tra i marchi automobilistici, del cui design è un componente fondamentale, ci sono Ferrari, Porsche, Maserati, Lamborghini, Mercedes, Bmw. Viene usato per interni e arredi degli yacht Ferretti. Nella moda Armani è stato tra i primi ad impiegarlo; Canali, Pal Zileri, Corneliani, Riccardo Tisci l’hanno usato per la sua straordinaria sensorialità. Ferragamo lo utilizza negli accessori, la Nokia ha ricoperto di Alcantara® goffrato il cellulare 7200.
Nell’arredamento basta citare l’architetto Giulio Cappellini, art director di Alcantara® Lab, che ne sviluppa, coordina e stimola l’impiego da parte dei creativi di svariati settori, dagli interior designer a chi si occupa di moda e accessori e sceglie Alcantara® per esprimere compiutamente uno stile di vita, il senso del lusso espresso nei dettagli.

Domanda. È una sua iniziativa il rapporto con il design?
Risposta. Abbiamo sempre coltivato un rapporto stimolante e privilegiato con il mondo del design. L’affermazione di Alcantara® nei mercati internazionali è stata favorita dalle molteplici interpretazioni e dall’entusiastico sostegno fornito dai designer nei più diversi settori applicativi, usando il nostro prodotto per offrire al consumatore soluzioni innovative di natura tecnico-stilistica. Abbiamo abbandonato il concetto della pura qualità tecnica perché, come non è soddisfacente il prodotto che è solo stile, non lo è neppure quello che è solo qualità tecnica. La fascia alta del mercato cui ci rivolgiamo desidera un prodotto non solo di qualità. Se non è innovativa, quest’ultima annoia, pertanto deve avere alti contenuti di design e offrire più stile, sensorialità e bellezza. Vogliamo essere promotori di una bellezza che duri nel tempo, mettere in evidenza caratteristiche estetiche e sensoriali abbinate a valori funzionali, preferite dall’avanguardia dei designer. Per arricchire questo rapporto abbiamo fondato Alcantara® Lab, il nostro laboratorio virtuale dotato di una serie di attività: riceviamo stimoli, suggerimenti, proposte dai designer, e offriamo loro occasioni, richieste provenienti dal mercato, possibilità di trasformazioni e lavorazioni. Questo è consentito dalle caratteristiche specifiche ed esclusive del prodotto ottenute attraverso i diversi processi di lavorazione che non possono applicarsi alla pelle: taglio a laser, goffratura, laminazione, termoformatura, saldatura a ultrasuoni, stampa, decorazioni floreali, effetti argentati o scintillanti, cucitura, infinite combinazioni di colori, lavorazioni su misura per soddisfare sia le proposte dei designer che le esigenze anche di esclusività dei clienti.

D. Come viene comunicato questo nuovo impegno dell’azienda?
R. I miei primi interventi sono stati diretti alla ristrutturazione organizzativa, alla riduzione dei costi, alla razionalizzazione dell’organigramma, all’assunzione di nuovi manager provenienti dall’esterno o da altri settori interni. Nel nostro campo la qualità dei manager è fondamentale. Questi interventi mi hanno permesso di modificare l’orientamento dell’azienda, concentrandolo di più nell’innovazione e nella competitività. In questa azienda il management costituisce la chiave di volta, e non vi si può stare fermi, o si sale o si scende. Bisogna abbinare immagine ed efficienza. Si possono avere idee fantastiche e progetti grandiosi, il che è positivo, ma occorre essere in grado di realizzarli. Abbiamo portato al 5 per cento circa del fatturato la spesa per la comunicazione, un settore di primaria importanza per noi. Attualmente stiamo promuovendo il concorso «Extraordinary, Every Day Travel Contest», che lega il concetto di «straordinario nel quotidiano» al tema del viaggio: abbiamo chiesto a stilisti, designer e creativi di progettare un oggetto in Alcantara® che possa essere usato durante gli spostamenti di tutti i giorni. Con l’aggettivo «extraordinary» intendiamo dire che il nostro prodotto interessa la vita quotidiana perché è trasversale, versatile come la pelle, ma con maggiori possibilità di applicazioni e lavorazioni; con «every day» indichiamo che può essere usato tutti giorni, nella vita quotidiana. Alcantara® non si usa su un divano che poi viene coperto per non rovinarlo; se i bambini lo sporcano o vi si rovescia il caffè, si lava con un panno umido e torna pulito. Questa è Alcantara®.

D. Non è limitativo l’impiego solo nella fascia alta del mercato, nelle marche e modelli di auto più costosi?
R. Alcantara® nella fascia alta presenta una maggiore penetrazione ma è abbondantemente utilizzata anche nella fascia intermedia, contribuendo a dare contenuti innovativi e di personalizzazione.

D. Quanto spendete per la ricerca?
R. Il 4,5 per cento del fatturato. A Nera Montoro abbiamo un Centro Ricerca & Sviluppo unico di questo tipo in Europa, attraverso il quale l’azienda tiene i rapporti con le maggiori Università europee operanti in campi affini; rapporti rivelatisi fondamentali non solo per la ricerca pura e applicata, ma per l’offerta di soluzioni mirate ai clienti e per l’individuazione di nuovi processi e tecnologie. Inoltre abbiamo un Centro Sviluppo Applicazioni dedicato alla ricerca di soluzioni su misura, apprezzate dai clienti più esigenti. La capacità di adeguare l’offerta alle esigenze del cliente ha contribuito al successo finanziario e di immagine. Attualmente lavoriamo su circa 200 progetti, in gran parte per l’auto, ma riceviamo richieste anche da altri settori. I nostri investimenti in ricerca, sviluppo, tecnologie, personale di alta specializzazione e competenza sono consistenti e puntano soprattutto a mettere a punto e sviluppare nel modo migliore le soluzioni richieste dal cliente.

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