Ideata,
realizzata e sostenuta dal cardinale mons. Ersilio Tonini che attualmente
ne è presidente onorario, l’Associazione Banca dei Progetti,
in riconoscente omaggio, in occasione del suo novantesimo compleanno
gli ha offerto un volume in cui ha raccolto numerosi interventi da lui
scritti nel corso degli anni e pubblicati da vari giornali, o pronunciati
nel corso di trasmissioni televisive. Intitolato «Il pensiero
del Cardinale tra l’uomo e il futuro» e composto da oltre
300 pagine, più che un libro costituisce una «miniera–così
è stato definito–di risposte a situazioni laceranti e attuali,
ma che soprattutto rivela e consente di apprendere un metodo di proposizione
della verità evangelica nel rispetto dell’uomo, delle sue
fragilità e dei suoi slanci eroici per costruire il futuro dell’umanità».
La pubblicazione ha anche un altro nobile scopo: quello di contribuire
al raggiungimento del risultato che l’illustre ma anche umilissimo
e umanissimo prelato si è prefisso proprio con l’istituzione
della Banca dei Progetti, ossia aiutare le popolazioni dell’Africa
attraverso la promozione e il finanziamento di iniziative imprenditoriali
destinate allo sviluppo economico, sociale e culturale di quei Paesi.
Il ricavato della vendita del volume andrà a finanziare, infatti,
i progetti per l’Africa, quindi contribuirà al reperimento
delle risorse finanziarie necessarie per tale impresa. Nel libro è
contenuto anche un dossier fotografico su un nuovo Reparto di maternità
e sulle case per le vedove di guerra realizzate a Kamenge nel Burundi
su iniziativa dell’Associazione stessa: il cardinale vi appare
tra una folla festante.
L’iniziativa dell’Associazione Banca dei Progetti ha costituito
una gradita sorpresa per il cardinale Tonini, che ne è stato
informato soltanto a opera conclusa. Nel libro è raccolta, in
particolare, una selezione di testi da lui scritti e pubblicati nel
periodo tra il 1992 e il 2004. Si tratta di una parte molto significativa
della sua ricca produzione. Soltanto tre testi non appartengono a tale
periodo, in quanto furono pubblicati sul quotidiano «Avvenire»
nel mese di aprile del 1978: essi riguardano un tragico avvenimento
di quel tempo, il rapimento dell’on. Aldo Moro e l’uccisione
degli uomini della sua scorta.
Il libro si apre con uno di essi, quello scritto il 4 marzo di quell’anno,
nel quale il cardinale racconta una telefonata fatta alla signora Lella
Fabrizi, sorella dell’attore Aldo, per ringraziarla del bene che
aveva fatto pronunciando alcune frasi durante una trasmissione televisiva.
«Che ha fatto di straordinario?», si domanda Tonini. E lo
spiega: «Ha espresso i sentimenti umani della gente comune. Perché
dopo tanta propaganda di violenza, adesso chi usa il buon senso suscita
stupore come un prestigiatore che fa ricomparire un mondo sommerso.
Posta in mezzo a un noto regista e a un deputato sindacalista, invece
di sfigurare s’è rubata tutta l’attenzione e l’emozione
del pubblico, al punto da far sembrare gli altri come irreali».
Perché, spiega il cardinal Tonini, la signora Lella ha ricordato
il grande affetto fra lei e il fratello, l’incontro con l’uomo
poi sposato, i sacrifici di sua madre rimasta vedova a 32 anni con due
figli, le pietanze del suo ristorante sull’Isola Tiberina, il
rischio corso per salvare durante l’occupazione tedesca una famiglia
ebrea. «La famiglia nel mondo proletario fu e rimarrà sempre
il modello su cui si misura e si controlla ogni attività sociale,
compresa quella politica–scrive il cardinale ai rapitori di Moro–.
Ed è proprio perché provengo da questo stesso mondo che
io mi rivolgo a voi, che per la causa proletaria dite d’aver preso
le armi. Nessuna vita compensa una morte. Uccidendolo aprireste un vuoto
non solo nella famiglia di lui, ma dentro di voi». (Cesare I.
Lauro)