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ACCENTURE HR SERVICES.
Pubblica Amministrazione
Come contenere i costi
migliorando la qualità
dei servizi

forum sulle nuove tecnologie e opportunita'

 

i parla molto della legge finanziaria nella fase di preparazione e gestazione ma una volta approvata, nonostante l’attenzione di consumatori e contribuenti soprattutto quando contiene norme fiscali, non se ne parla più: la sua applicazione è delegata a pochi addetti non interessati a pubblicizzarla. Specchio Economico e Accenture HR Services, società specializzata nei servizi alle aziende relativi al personale, hanno ritenuto opportuno riaprire il libro della Finanziaria 2005 nelle pagine riguardanti il contenimento della spesa pubblica, interpellando alcuni esperti sulla possibilità di migliorare, nonostante questo vincolo, la qualità dei servizi al cittadino, tenendo presente il fatto che comunque, anche con risorse limitate, la Pubblica Amministrazione può stimolare lo sviluppo economico compiendo tempestivamente atti dovuti - rilascio delle autorizzazioni, concessioni, permessi, determinazioni -, o accelerando opere pubbliche. Svoltosi il 14 gennaio scorso nell’Hotel Columbus di Roma, il dibattito su «Dal contenimento della spesa alla ricerca del valore: la P.A. e la legge finanziaria», ha visto la partecipazione di numerosi e qualificati esponenti del mondo politico, economico e imprenditoriale. Ecco una sintesi degli interventi.
Lucio Fumagalli, amministratore delegato della Accenture HR Services
Non pensiamo di essere in condizione di fornire ricette sul funzionamento della Pubblica Amministrazione ma possiamo chiarirci le idee su che cosa questa sia e rappresenti. La Finanziaria contiene regole per contenerne il costo, ma manca un ripensamento sui suoi compiti, sui risultati da conseguire per migliorare il sistema. Il mondo delle imprese private è frammentato, difficilmente sa gestire fenomeni complessi e su scala elevata; non è facile estendere modelli e capacità dal mondo privato al pubblico. Esiste l’esigenza di capire bene come funziona la Pubblica Amministrazione esaminandone le capacità per quanto riguarda la gestione del Personale. L’Accenture HR Services, leader nell’erogazione di servizi di amministrazione del personale, si sente coinvolta nell’azione di rinnovamento della Pubblica Amministrazione e intende creare un Centro per seguire l’evoluzione di questi temi.
Francesco Verbaro, direttore generale del Ministero della Funzione pubblica con delega al Personale
I luoghi comuni sulla Pubblica Amministrazione sono molto in voga, favoriti dalla tendenza ad affrontare il tema in termini puramente finanziari; è quello che emerge dalle ultime Finanziarie. Le poche leggi intervenute in questi ultimi anni hanno riguardato solo il tema della finanza pubblica e del contenimento del costo, tralasciandone l’efficienza. Oggi abbiamo tante Pubbliche Amministrazioni: Province, Comuni Regioni, Camere di Commercio, Università, Ministeri, Amministrazioni distribuite nel territorio e con livelli di efficienza diverse. Esistono grandi divari tra esse: c’è quella che conferma i luoghi comuni e altre più competitive anche delle aziende private. Quindi il discorso è attratto dal tema finanziario. Il tema della qualità dei servizi è stato occultato da due fattori: dal problema finanziario e da quello delle riforme istituzionali. La Finanziaria 2005 è intervenuta anche per ridurre le consulenze, ma nessuno si domanda il perché di questo fenomeno. Una volta si diceva che la Pubblica Amministrazione era la patria del diritto, era piena di giuristi; ora si scopre che gran parte della consulenza cui ricorre è quella legale. Esistono una serie di vizi che misure di carattere meramente finanziario non riescono a superare.
Carla Collicelli, vicedirettore del Censis, Centro Studi Investimenti Sociali
Il dibattito sulla Finanziaria che si svolge sui giornali e in altre occasioni è fuorviante: vengono sfruttati argomenti per sostenere contrapposizioni sterili, si generalizza e si recrimina fra schieramenti politici. La Finanziaria 2005 ha un valore soprattutto simbolico: la parte relativa al fisco costituisce una piccola inversione di tendenza, il tentativo di spostare la tassazione dal reddito ai consumi. Al di là di questo punto su cui le opinioni dei politici divergono, il desiderio di migliorare la Pubblica Amministrazione è trasversale; il Gruppo parlamentare per la sussidiarietà nel quale lavorano parlamentari di diverse estrazioni politiche punta sulla necessità di una struttura agile e di valorizzare il capitale umano. Ma intervenire nelle pieghe di una Finanziaria significa una valorizzazione diversa del capitale umano, basata su atteggiamenti conservatori - Non cambiamo niente - o innovativi. In questa ottica è importante cogliere della Finanziaria le potenzialità positive anziché gli aspetti negativi. Si riesce, nella Pubblica Amministrazione, a controllare i costi, a far fruttare le risorse? Il rapporto del Comitato tecnico-scientifico per la valutazione del controllo dell’aprile 2004 denuncia controlli differenziati con grandi lacune in alcune aree, esternalizzazioni senza committenza cioè senza chiari obiettivi, mancanza di accordo tra programmazione strategica e finanziaria. Il rapporto Censis dello scorso dicembre definisce il controllo di gestione sul ruolo dei dirigenti «tanto fumo e niente arrosto».
Lino Zoffoli, presidente del Cnipa, Centro nazionale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione
Il mondo cambia velocemente e la Pubblica Amministrazione dovrebbe adeguarsi ma non riesce a tenere il passo con il cambiamento, anche se molto è stato fatto. Fino a 4-5 anni fa la pubblicità in Italia era efficace ma nessuna aveva sotto la scritta: www. Il mondo del commercio, della produzione, delle aziende, ha capito che internet è una rivoluzione, un nuovo modo di fare, di vedere, di competere; oggi è normale comparare oggetti e prezzi e acquistare su internet. Il mondo commerciale si è adeguato al cambiamento, anche la Pubblica Amministrazione ha i propri siti, ma un conto è un sito informativo, un altro un sito interattivo che fornisce servizi. La Pubblica Amministrazione dovrebbe adeguare la propria organizzazione alla velocità del cambiamento, ma secondo me non lo sente. Se un Ministero vuol darsi una nuova organizzazione occorrono anni, il «concerto» di mezzo mondo, e finalmente si riesce a varare un regolamento quando già vi è bisogno di uno nuovo perché le esigenze sono cambiate.
Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro, senatore della Margherita
All’inizio degli anni 90, per rendere più efficiente il pubblico impiego, si individuarono riforme ispirate alla privatizzazione del rapporto come chiave per una più generale spinta verso l’efficienza. Negli ultimi anni questa linea si è appannata, qualcuno ritiene che la privatizzazione non sia stata attuata correttamente, che non si siano acquisiti i pregi del privato, che si siano mantenuti molti vizi del pubblico, che si sia preso il peggio dei due sistemi. Certo è che alcune linee sono state attuate in modo diseguale, altre non sono state attuate. Tante leggi sono andate avanti bene, qualcuna è rimasta indietro. Nel 1997 dissi al ministro Franco Bassanini: «Basta leggi per favore, manda via i giuristi dai Ministeri, mettici gente di organizzazione». Adesso mi sembra di vedere tendenze verso la ripubblicizzazione. Siamo in una situazione incerta, con qualche segno di inversione di tendenza. Le Finanziarie intervengono in una logica di tamponamento che non risolve i problemi. Mi preoccupa una ricentralizzazione di alcune decisioni. Il personale è distribuito male e pagato male, ma la proposta di inserire una quota variabile nella retribuzione non ha fatto strada; il connubio con il settore privato è deprecato. Perché non si dà più autonomia vigilata alle Amministrazioni periferiche?

Ernesto Albanese, direttore generale della Coni Servizi, società del Comitato Olimpico Nazionale Italiano
Per ridurre l’indebitamento accumulatosi al Coni, abbiamo dismesso immobili, accorpato uffici, introdotto nuove formule organizzative. Abbiamo attuato l’informatizzazione, costituito una società con soggetti specializzati, introdotto profonde innovazioni, ridotto il personale da 2.700 a meno di 1.900 unità; c’era più gente di quanta servisse. Abbiamo cambiato i contratti di lavoro per il personale dirigente e non dirigente, introdotto contratti di natura privatistica, avviato iniziative che ci avvicinano al settore privato. Il Coni ha un ufficio in ogni provincia e oltreché nelle strutture centrali, il personale opera nelle federazioni sportive che sono entità private. C’è totale sintonia tra i vertici politici e la struttura tecnica sulla necessità di cambiamenti profondi. Abbiamo ancora eccedenze di personale che può avvalersi, per quest’anno, della mobilità, ma questa non si riesce a sbloccare perché nella Pubblica Amministrazione il costo del personale non è considerato.
Giuseppe Tripoli, segretario generale dell’Unioncamere
Un sistema semplice basato sui vincoli di bilancio è lo strumento più utile per rinnovare la Pubblica Amministrazione. Ho l’impressione che sia uno dei pochi, se non l’unico strumento rimasto allo Stato, perché la nuova articolazione delle competenze legislative tra livello nazionale e regionale vanifica le possibilità di intervento. Ma il vincolo finanziario non basta a costringere la Pubblica Amministrazione ad essere più efficiente se non si affrontano altri temi: una radicale revisione dei compiti che la induca ad operare con meno risorse finanziarie limitando gli atti inutili gestibili dal singolo cittadino come autorizzazioni, licenze ecc.; la limitazione all’attività di controllo; lo sviluppo di servizi in partenariato tra pubblico e privato.
Maurizio Sacconi, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali
Si assiste a una rinnovata attenzione verso il contenimento della spesa corrente determinato dalla riduzione o rimodulazione delle imposte varata dal Governo. Manifestatasi nel 1992 con il Governo Amato, in una situazione che si riteneva prossima alla crisi di liquidità dello Stato, negli anni successivi questa attenzione, non è scemata e anche nel corso di questa legislatura l’incidenza della spesa corrente è cresciuta, proprio nel momento in cui è necessario favorire la ripresa degli investimenti. Credo alla necessità di dare una spallata alla Pubblica Amministrazione affinché imbocchi il circolo virtuoso, anziché alle formule complesse perché essa è capace di annullare anche le più nobili aspirazioni in nome delle quali questa complessità viene disegnata. Quando lasciai la Funzione pubblica preparai una delibera per la razionale distribuzione del personale nelle sedi periferiche delle Amministrazioni centrali, imponendo a quelle che superavano la media di giustificare l’eccesso; dopo di me fu varato un provvedimento complesso per definire i carichi di lavoro: tutte le Amministrazioni spiegarono con dovizia di argomenti e con quella intelligenza perversa che all’Amministrazione non manca, che tutti i dipendenti erano necessari, e che ne servivano molti di più. La complessità è pericolosa perché con fine cultura giuridica viene dimostrato l’indimostrabile. L’azione di drastico contenimento deve ritenersi positiva. Per i Comuni occorre introdurre il fallimento politico: se i parametri di bilancio sono superati, il Comune va commissariato e si torna a votare, con il divieto per gli amministratori uscenti di ricandidarsi.
Gianni Celata, direttore del Distretto dell’Audiovisivo e Ict
Da 10 anni non si parla più di efficienza della Pubblica Amministrazione, la situazione non è migliorata. Eppure chi si aspettava, per esempio, che il nostro apparato militare uscito male dal secondo conflitto mondiale rispondesse così efficacemente al cambiamento del mondo, rappresentando il Paese meglio di molte altre istituzioni? La Pubblica Amministrazione non è molto lontana dalla grande impresa; anche in questa vi sono incrostazioni gerarchiche, interessi precostituiti, pressioni; la differenza è la verifica del mercato. Il problema di una riorganizzazione profonda non è solo della Pubblica amministrazione, anche le imprese devono cambiare il modello organizzativo altrimenti efficienza e competitività non ci sono. Ma nell’industria l’interesse a vendere spinge al cambiamento. Ho seguito come consulente in un’Amministrazione comunale l’affidamento del controllo tributario a una società privata, ma nulla è cambiato nella Pubblica Amministrazione. Non bisogna ridurre le tasse per costringere la Pubblica Amministrazione a ridurre le spese, non deve esservi uno strumento esterno a costringerla, deve farlo perché deve migliorare.
Giovanni Morano direttore generale del Consiglio nazionale Ordine dei Commercialisti
Le lamentele più ricorrenti nell’ambito professionale sono i lacci da cui non ci si riesce a liberare per avviare delle imprese. Di tanto in tanto appare qualche provvedimento come quello inserito nella Finanziaria dello scorso anno sulla trasmissione telematica dei bilanci che possono curare direttamente i professionisti. È un segnale che va in una certa direzione, ma in realtà ci stiamo sostituendo in alcune funzioni ai dipendenti dello Stato: se elaboriamo e trasmettiamo noi la dichiarazione dei redditi, che fa poi l’Agenzia delle Entrate? La Finanziaria ha previsto un compenso di 0,50 euro per ogni dichiarazione trasmessa, così si ritiene di aver risolto tutti i problemi. Questo dimostra come la Pubblica Amministrazione stia affidando all’esterno i propri compiti.
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