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MARINA GROSSI:
LA DONNA, IL MANAGER
E LA SFIDA



L'ing. Marina Grossi,
amministratore delegato della Selex Sistemi Integrati

uando, dopo la laurea in Ingegneria elettronica, si imbarcò come tecnico su una nave da guerra, le presenze femminili nel settore militare erano del tutto inconsuete. «L’esperienza non fu facile, ma fu bella», ricorda Marina Grossi, dal febbraio 2005 amministratore delegato della SELEX Sistemi Integrati. Bionda, fine, elegante, malgrado gli impegni in un settore così squisitamente maschile come la Difesa, Marina Grossi non rinuncia al tratto femminile. «Mi sono sempre sentita a mio agio con i colleghi uomini, senza dover rinunciare ad essere me stessa», dice.

Nata a Torino dove il nonno materno era Provveditore agli studi e il padre ingegnere minerario, si è laureata a Firenze. «Ho avuto la fortuna di avere eccellenti docenti come il professor Tiberio, ideatore alla fine degli anni Trenta del primo radar italiano», ricorda. Carica di entusiasmo e di energia che profonde nel lavoro, affianca alla competenza tecnica uno spiccato interesse per la gestione economica e finanziaria, con particolare attenzione alle risorse e all’organizzazione del personale: «Credo che un manager abbia il dovere di trarre il massimo da ognuno, secondo le sue peculiarità», dice. Le sue caratteristiche le hanno valso, lo scorso giugno, un Premio speciale della Fondazione Bellisario per l’innovazione, la ricerca e la competitività, e i complimenti del presidente della Confindustria Luca Cordero di Montezemolo.

Domanda. Hanno influito su di lei le traformazioni avvenute nel Gruppo Finmeccanica?
Risposta. Sicuramente le novità intervenute nel Gruppo Finmeccanica mi hanno riguardato da vicino, anche se nella mia carriera ho cambiato spesso ruoli, azienda, obiettivi. L’incarico di direttore generale della MBDA, che ho lasciato dopo quattro anni nel febbraio scorso, è stato uno dei più lunghi. Sono felice di partecipare alla nuova configurazione della Finmeccanica conseguente alla ridefinizione delle alleanze del Gruppo, in particolare di quella con la Bae Systems nell’elettronica della Difesa.

D. Perché è stato scelto il nome SELEX Sistemi Integrati?
R. Esistono varie ragioni per cui è nato il nome SELEX. Una di queste è legata al nome della Selenia, un’azienda della Finmeccanica che si è distinta nel passato nella progettazione e realizzazione di sensoristica radar e sistemistica sia per la gestione e il controllo del traffico aereo che per la Difesa. L’azienda, nel suo percorso storico, ha consolidato in questi settori oltre 50 anni di esperienza, e questo retaggio industriale viene riconosciuto nella prima parte del nome. Il suffisso «ex» sta ad indicare l’eccellenza raggiunta dalle attività e riconosciuta in ambito internazionale. Guardiamo al futuro senza dimenticare il passato. La vocazione di integratori di sistemi sia nostri che di terzi, maturata grazie all’esperienza in campo navale e in quello della difesa aerea, si evince proprio dal logo che ci identifica. Per questo la Finmeccanica ha ritenuto di affidarci un ruolo guida nella progettazione e nella realizzazione dei grandi sistemi.

D. Ha apportato delle innovazioni nell’organizzazione dell’azienda?
R. In coerenza con le politiche della Finmeccanica è stato avviato un riassetto organizzativo radicale sulla base di un modello di gestione più strutturato, che ci permetterà di lavorare con risultati migliori e con un maggiore ritorno economico per la capogruppo. Sono state trasformate le vecchie divisioni transnazionali - navale, terrestre, controllo del traffico aereo e aeroportuale e customer support -, e sono state rese comuni funzioni precedentemente incorporate nelle singole divisioni. Ove possibile è stata adottata un’organizzazione speculare rispetto alla Finmeccanica, rendendo più immediati i rapporti e più uniforme la trattazione dei problemi, con vantaggio reciproco.

D. Qualcuno sostiene che si è trattato di un cambio di cultura. È così?
R. Io ritengo che sia stato adottato un metodo di lavoro più efficiente. Il cambio di cultura è legato alla transizione della Finmeccanica da holding finanziaria a holding industriale. La nuova organizzazione funziona e, rispetto al passato, ha già compiuto un salto di qualità.

D. Da cosa è possibile dedurre ciò?
R. Dal fatto che si percepiscono un nuovo senso di appartenenza, una maggiore motivazione e chiarezza sugli obiettivi da raggiungere. La motivazione è fondamentale specialmente dove si opera a livelli tecnologici così elevati. La prima relazione semestrale nel 2005 che, nonostante i cambiamenti intervenuti, registra risultati di periodo migliorati, conferma che stiamo andando nella direzione giusta.

D. Quali sono ora gli obiettivi immediati?
R. Cerchiamo di avere una presenza più ampia nel mercato e di acquisire nuovi ordini, ma stiamo lavorando anche su nuovi prodotti. La nostra società ha maturato una grande esperienza in settori diversi, dai sistemi navali a quelli terrestri e alla gestione e al controllo del traffico aereo ed aeroportuale, acquisendo competenze specifiche non solo nella sensoristica radar, con i sistemi di grande portata e multifunzione, ma anche nella parte di comando e di controllo. Intendiamo confermare la nostra presenza nel settore della sicurezza, che oggi presenta una forte domanda alla quale vogliamo rispondere nel modo migliore, anche per un impegno morale. Si tratta di mettere a punto un sistema integrato capace di cogliere le varie esigenze e di fornire soluzioni dotate di tutti i requisiti richiesti attingendo alle nostre specifiche competenze e a quelle del Gruppo nel complesso.

D. In che cosa consistono i cosiddetti «grandi sistemi»?
R. Sono insiemi di sistemi che prevedono l’adozione non solo di radar di sorveglianza o di scoperta sia nel campo della difesa aerea che in quello del controllo delle coste e del teatro operativo, completi di centri di controllo, ma anche di sistemi di origine diversa e montati su varie tipologie di piattaforme, come ad esempio aerei, elicotteri, velivoli senza pilota messi in relazione attraverso sofisticati meccanismi di comunicazione. Una volta definiti i parametri di un sistema che deve rispondere a determinate esigenze, occorre stabilire il modo migliore, dal punto di vista operativo, per fornire la risposta, i tipi di sensori, le soluzioni tecniche. Per fare questo dobbiamo mettere in comune soluzioni utili a utenti diversi, lavorare insieme e produrre delle economie.

D. Che cosa chiedono i clienti?
R. Talvolta chiedono soluzioni adatte alle loro esigenze, che però possono scaturire da una visione parziale del problema. Nell’ambito dei grandi sistemi si possono ottenere maggiori economie di scala, utilizzando sistemi di diversa origine. Nel panorama globale sono inclusi i sistemi di sicurezza realizzati dalle aziende del Gruppo Finmeccanica nel settore delle comunicazioni o dell’informatica, il cui ruolo è quello di agevolare uno scambio continuo di conoscenze.
D. In quali altri settori operate?
R. Oltre ai sistemi di difesa, ci vengono richiesti sistemi per la protezione e la sicurezza. Si tratta di compiti sempre più complessi che richiedono tecnologie avanzate. Per questo stiamo aumentando le collaborazioni con le università, continuando una politica avviata nel passato. Tra queste si ricordano le Università Federico II di Napoli, La Sapienza e Tor Vergata di Roma, e con quelle di Firenze e di Pisa. Rapporti di collaborazione vengono intrattenuti con alcuni istituti americani. In quest’ottica la Finmeccanica ha finanziato dottorati di ricerca ingegneristica di tre anni in Ingegneria, imperniati su temi di nostro interesse.

D. Che cosa si intende esattamente per sistema integrato?
R. Un insieme di sensori di diversa natura, di sistemi di comunicazione complessi, eterogenei, di calcolo e di intelligence. Con quanto avviene oggi nel mondo, occorrono sistemi non solo di difesa ma anche di protezione civile, e queste applicazioni richiedono un’elaborazione non solo tecnica delle informazioni. I sistemi hanno grandi data-base in cui possono essere inserite una quantità enorme di dati che devono essere selezionati per fornire l’informazione richiesta.

D. Dove sono i vostri stabilimenti?
R. A Roma hanno sede la direzione centrale, le direzioni finanziarie, il marketing, le aree Vendite e Acquisti, i laboratori di ricerca e sviluppo, le aree di prova per le antenne e per l’integrazione di sistemi; nell’insediamento storico di Via Tiburtina lavorano circa 1.600 persone su un totale di circa 3 mila. Intorno a Napoli vi sono gli insediamenti del Fusaro, con circa 500 dipendenti, dove si sviluppano le attività di industrializzazione e produzione di sistemi radar terrestri, navali, per la gestione e il controllo del traffico aereo e aeroportuale, il software engineering, l’integrazione e la prova dei sistemi; in quello di Giugliano, con circa 450 dipendenti, vengono prodotti sottoinsiemi per applicazioni navali, terrestri e per la gestione e controllo del traffico aereo e aeroportuale, e vi è anche un centro di manutenzione e monitoraggio delle obsolescenze dei sistemi. A Genova, ove sono circa 180 dipendenti, si svolgono attività di ingegneria, progettazione, produzione e integrazione di sistemi navali, per il controllo del tiro e per l’integrazione dei sistemi a terra. Nelle sedi della Marina Militare di La Spezia e Taranto, con circa 60 dipendenti ciascuna, si svolgono attività di supporto per sistemi navali, integrazioni e prove. In Europa abbiamo gli insediamenti di Neuss-Rosellen in Germania, dove si producono radar meteorologici, e di Broad Oak in Gran Bretagna, per le attività di marketing e vendita. Infine nella sede di Overland Park, negli Stati Uniti, si realizzano i sistemi Navaids di aiuto alla navigazione aerea.

D. Quali sono i vostri concorrenti?
R. I grandi gruppi negli Stati Uniti e altri in Europa. Sono concorrenti di grande presenza e prestigio, è interessante confrontarsi con essi.

D. Quali sono i vostri mercati di riferimento e i vostri progetti di maggior rilievo?
R. Con i nostri sistemi siamo presenti in oltre 150 Paesi. Tra i programmi di maggior rilievo, oltre al completamento della fornitura dei radar tridimensionali per il mercato della Nato e per altri Paesi extra-Nato, si ricorda l’impegno aziendale nel campo navale, in cui trovano collocazione il programma relativo all’elettronica per i sistemi di combattimento della nostra portaerei Cavour, il programma Orizzonte e quello FREMM, in collaborazione con la Francia: questi due sono i programmi più importantii intrapresi nel settore in Europa negli ultimi decenni - 10 unità per la Marina Militare Italiana e 17 unità per quella francese - e prevedono la fornitura di sensori radar e di sistemi di combattimento. Altro importantissimo programma è quello per la realizzazione di una rete di sistemi di controllo del traffico marittimo e portuale VTMS - Vessel traffic management systems - lungo la costa italiana, un progetto unico nel suo genere nel mondo. Nel settore della gestione, pianificazione e controllo del traffico aereo e aeroportuale, la SELEX Sistemi Integrati è all’avanguardia in Europa e nel mondo con sistemi che rispondono alle più severe normative di sicurezza stabilite dagli enti predisposti in Europa e negli Stati Uniti alla sicurezza del volo.

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